La marcia per raggiungere la Grande Adunanza era ancora lunga e i capi tribù erano riuniti intorno ad un grande fuoco, discutevano con pacatezza sulle decisioni da prendere.
Con il grande condottiero era giunta l’ora della vendetta! I usurpatori che avevano tenuto per troppo tempo sotto il loro tallone il fiero popolo dell’Harad ora assaporeranno la nostra Ira.
Khamal, non stava intorno al fuoco dei grandi Capi, anche se la sua esperienza lo prevedeva, era troppo vecchio e aveva delegato per la prima volta tutti gli oneri del Capo Tribù al suo primogenito; sapeva in cuor suo che questa era la sua ultima grande marcia nel Deserto.
Il vecchio Haradrim e il suo nipote Aziz stavano assopiti nei pressi di un piccolo fuoco poco distante dalle tende e cercavano di ripararsi con il torpore delle fiamme e con le coperte dal freddo pungente delle notti Haradriane.
A un tratto, proprio mentre entrambi stavano per addormentarsi, il giovane ragazzo pose una domanda che fece trasalire il vecchio:
 “Nonno, come hai avuto quel pugnale?”
Il vecchio rimase di sasso e velocemente portò la mano all’elsa di quel pugnale, un’arma strana nell’Harad… sembrava viva.
Per troppo tempo aveva dimenticato quel pugnale, eppure lo portava sempre con sé ed era molto importante per lui, quel pugnale era intriso di ricordi…ricordi terribili.
“ Aziz “ disse il vecchio “ Credo che questa tua domanda non sia casuale, è dettata dal fato e tu sei abbastanza grande per apprendere questa storia…la storia di come la nostra Tribù sia stata ad un passo dallo scomparire”.
“ Vedi piccolo mio, quando io avevo all’incirca la tua età, la nostra Tribù non era dedita alla pastorizia come ora; scorreva nelle nostre vene e scorre tutt’ora ne sono certo, un grande coraggio e la nostra Famiglia era ricca e rispettata da tutte le altre Tribù perché…”
“Perché? nonno perché?“ lo interruppe incuriosito il giovane.
“Perché la nostra Tribù cacciava i draghi del Deserto, ragazzo mio”.
Nel volto del giovane apparve una smorfia di terrore.
“Draghi? Ma esistono ancora Nonno? Dove sono?”.
“Lontano da qui, tranquillo” rispose “ Sono pochi ma sono tra le bestie più forti dell’Harad”.
“Più forti dei grandi Mumak?”
“Loro cacciano i Mumak”
“Wow!“ rispose esterrefatto il ragazzo.
“Ti prego, fammi continuare la storia” aggiunse in fretta il vecchio “Voglio raccontartela per intero, prima che sia troppo tardi”.
“ Ho avuto questo pugnale durante la nostra ultima grande battuta di caccia; cacciavamo i draghi del deserto perché nella grande città di Umbar si vendeva molto bene tutto ciò che proveniva dai draghi: ossa, pelli…uova! Naturalmente erano pochi gli uomini che tentavano questa impresa…e pochissimi quelli che tornavano dalle proprie famiglie vivi”
“Anche quella volta tutto procedeva secondo i piani, eravamo degli esperti e tutti stavano eseguendo i propri incarichi alla perfezione; la bestia era ormai domata e stava per soccombere quando…”
Il vecchio fermò il suo racconto e rimase fisso immobile a guardare le fiamme del fuoco ardere e danzare al vento, nella sua mente drammatici ricordi si susseguivano.
“Cosa accadde nonno? Dimmelo!” supplicò il giovane.
“Aziz…io…io ancora oggi non riesco a spiegarmelo” rispose il vecchio senza distaccare lo sguardo dal fuoco “ancora oggi, a molti anni di distanza, alcune notti non riesco a chiudere occhio…fu così veloce, così improvviso…”.
“Arrivò dal cielo Aziz! Come un fulmine in una notte di tempesta, silenzioso come un falco che và in picchiata sulla sua preda, si scaraventò sul drago di Caverna ormai esamine e chiuse le sue possenti fauci sul suo lungo collo..aveva fame. Poi la sua attenzione ricadde su di noi”.
“Fu un turbinio di artigli, la bestia era veloce e agile anche se di grandi dimensioni; i nostri temprati guerrieri erano inermi e sembravo bambini alle prime armi contro quell’essere; in più la sua pelle era resistente come l’oro e le nostre lance e le frecce non scalfivano neppure la sua corazza naturale”.
“ Tutto si concluse in pochi secondi…erano tutti morti…quando mi risvegliai la bestia era intenta a cibarsi della carcassa del Drago di Caverna…quella Bestia,Aziz, non era una Bestia normale..aveva qualcosa di magico, di umano dentro di sé! Appena mi svegliai, si accorse subito di me e mi guardò…mi guardò e non mi uccise, con un possente battito d’ali prese il volo e si diresse a Sud, dove nessun uomo ha mai messo piede.
“Cos’era Nonno?” chiese il giovane dopo una breve pausa.
“Una Bestia dei Tempi Antichi, Esseri ormai dimenticati che noi comuni uomini non possiamo sconfiggere, molti pensano che siano solo leggende ma io l’ho incontrato e il Fato mi ha risparmiato per poterlo raccontare”.
“Di quell’incontro non rimane che questo” e mostrò il Pugnale al giovane “un artiglio di quella feroce bestia, testimonianza che ciò che racconto è vero: lo feci incastonare in questa elsa e dall’ora lo porto sempre con me”.
“Che storia incredibile Nonno” disse stupito il giovane e aggiunse “Nonno, posso vedere da vicino il Pugnale?”.
“ Molto di più, ragazzo mio” disse il vecchio “ E’ giunto il momento che io passi il testimone, sono troppo vecchio e mi rimane molto poco da vivere.Ecco il pugnale, è tuo e ricorda per sempre questa storia”.
“Grazie Nonno, per mano di questo pugnale molti uomini di Gondor cadranno!”
Il vecchio sorrise e quella stessa notte gli Dei lo richiamarono a loro cospetto.

01 Dragone con Pelle Resistente e Volare
01 Drago di Caverna
01 Re Haradrim
16 Haradrim Con Lancia
07 Haradrim Con Arco