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Lettera di Dáin Piediferro a suo nonno Grór - Caratteristica Final 2022 BG 2v2

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18 Sep 2022 18:29 - 18 Sep 2022 19:21 #137623 by MoMaR
Ciao a tutti,

 riporto qui il racconto a BG scritto per la lista con Corso91 per il 2v2 al Final di Verona 2022 (Iron hills/Armata di Thror, guidati da Dain e Thrain, rispettivamentee). 

Alcuni accorgimenti che mi fa piacer segnalare: le scritte in Khuzdul sono tratte da un vocabolario di nanico creato da alcuni studiosi tolkeniani inglesi e dalla history of middle earth, o inventate seguendo le poche regole grammaticali trasmesseci (Baraz-dum, “Sale Rosse” per descrivere le sale principali dei Colli Ferrosi essendo alla sorgente del Carnen, fiume dalle acque rosse per i metalli ivi presenti…mi sono immaginato che anche le sale dei colli potessero avere quei riflessi); non ho usato Aule perché in una lettere privata i nani non avrebbero mai usato l’elfico per riferirsi al Creatore (da cui Mahal); le miglia sono stimate grazie all’Atlante e quindi i tempi sono stati stimati in base alla percorrenza di pony e capre; mi sono divertito a scrivere l’esercizio di psicologia nanica di Dain: non entrano non perchè hanno paura del Flagello di Durin ma perchè mancano le risorse (si nega dunque la ragione principale del non ingresso, che Tolkien invece ci esplica…ma quale Khazad lo direbbe apertamente?). 

Mi sono divertito molto anche a riempire i buchi della history o delle appendici con i contatti con la Dama e Elrond, l’espansionismo di Thranduil, la figura di Onur.

Se avete correzioni segnalazioni di passi della history che contraddicono questa ricostruzione segnalatemeli mi farebbe un botto piacere

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Per quanto riguarda il diorama, il mio telefono fa foto orribili ma al centro si dovrebbero vedere i cadaveri di Azog e Nain; i morti dei nani vogliono riprodurre le sette casate (ho usato IH, vecchi Khazadum, nani di altre case), mentre per la feccia goblin ho usato goblin di moria, per la guardia di Azog gundabad e orchi della One Printing. 

 Io mi sono davvero divertito molto a scrivere il background e adattarlo al nostro gioco (es. inserendo i cavalcacapre nella storia) e creando il diorama delle porte di orientali. 

Spero possiate apprezzare   

Matteo MoMaR 

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 Lettera di Dáin Piediferro a suo nonno Grór, Signore dei Colli Ferrosi, dopo la battaglia di Azanulbizar, 2799 T.E.   


A Grór, figlio di Dáin I, Uzbad dei Colli Ferrosi, 

Vostra Maestà, Sire, 

spero che questa missiva Vi giunga al più presto. Prego Mahal il Creatore che favorisca i miei corvi. 

È con un grande dolore nel cuore che Vi annuncio la morte di Vostro figlio, mio padre, Sire Náin, erede dei Colli Ferrosi, per mano di Azog il Profanatore, nella Valle di Azanulbizar, davanti ai cancelli orientali di Khazad-dûm, dove abbiamo combattuto una grande battaglia contro gli orchi della Montagne Nebbiose. Non ci sono parole per esprimere la perdita subita dal nostro popolo, ma spero Voi possiate trovare conforto nel sapere che io stesso ho vendicato la nostra stirpe, Vostro fratello Thrór e Vostro figlio Náin: Azog, l’usurpatore di Khazad-dûm, è morto, la battaglia è vinta, la guerra finita. In attesa di onorare i caduti e celebrare il trionfo nelle sale di Baraz-dum, permettemi, Sire, di trascriverVi il resoconto del diario di guerra redatto dal mastro scrivano del contingente, Borin figlio di Bomur, che potrà essere conservato negli archivi delle Sala Grande, così che nulla venga dimenticato. Il suo resoconto si interrompe prima della battaglia, Borin è caduto ad Azanulbizar, ma continuerò di mio pugno in calce alla trascrizione, narrando gli eventi successivi. 

Resoconto di Borin Bomurul. 

Giorno 1. Primo giorno di primavera del 2799 TE. Il contingente alla guida di Sire Náin, figlio di Gror, Uzbad dei Colli Ferrosi, parte dal nostro Regno per dare l’assalto all’ultima delle roccaforti rimaste in mano ad Azog il Profanatore, Khazad-dûm, Nanosterra, in linguaggio comune nota anche come Moria. Durante l’inverno i corvi ci hanno recapitato notizie dall’Erede di Durin, Sire Thráin, che non intende tergiversare e vuole vendicare l’affronto subito dalla nostra casata e la morte di Re Thrór. Con lui sono vari contingenti degli esuli della Montagna Solitaria e delle altre stirpi. Fra queste, Barbafiamma e Vastifasci sono i più numerosi.
Il nostro contingente deve muoversi con velocità ed è formato per lo più da cavalca capre e balestrieri su pony, niente scudi, niente martelli, niente balliste: il tempo è poco. La rotta è stata tracciata: dovremmo attraversare l’oscura foresta di Bosco Atro, non c’è altra via. Passeremo per l’Antica Via che nelle passate Ere collegava Khazad-dûm ai Colli Ferrosi. Un inconveniente è però all’orizzonte.
Re Thranduil ha negli ultimi anni esteso le marche di confine del suo Regno fino all’Antica strada, rivendicandone il possesso: ci attendono fastidi.
 

Giorno 2. Marcia. Nulla da registrare. 

Giorno 3. Marcia. Nulla da registrare. 

Giorno 4. Marcia. Nulla da registrare.  

Giorno 5. Sire Náin ha mandato il suo luogotenente, Farin figlio di Gamil, con una scorta di tre cavalca capre ad avvisare della nostra venuta i nuovi presidi elfici della Vecchia Via della Foresta: ciò dovrebbe accelerare le negoziazioni per il nostro transito. 

Giorno 6. È arrivato un corvo da Sire Thráin riportando notizie di ormai sette giorni fa: l’esercito dell’Erede di Durin è stato radunato presso un’insenatura dell’Anduin, dove la Vecchia Via della Foresta incontra il fiume. Lì ci attenderà per 13 giorni, poi partirà con il grosso della fanteria. Sire Thráin invoca rapidità e avvisa che Elrond, signore di Gran Burrone, ha mandato un messo a Re Thranduil di Bosco Atro per facilitare il transito dei contingenti nanici in arrivo da Est.La speranza è di non ricevere troppi fastidi da Re Thranduil l’Odioso, colui che nel momento del bisogno non aiutò il casato di Durin in fuga dal terrore del Nord, Smaug il Malefico. 

Giorno 7. Marcia. Nulla da registrare. 

Giorno 8. La freschezza e il riposo invernale non hanno indotto Náin a spremere le capre, poco adatte a queste marce in pianura. Siamo infine giunti ai nuovi presidi elfici delle marche meridionali del Regno di Thranduil, l’Odioso. Le guardie del Re ci hanno accolto con sprezzo: nessuna traccia di Farin, figlio di Gamil. Il Sire Náin ha spiegato al capitano del presidio elfico la ragione della nostra venuta e il perché non possiamo evitare di passare attraverso Bosco Atro.
Le guardie del Re sembravano già a conoscenza delle nostre intenzioni - quasi una decade di guerra ha fatto intendere a tutti i nemici della progenie di Morgoth quale sia il nostro fine - ma i negoziati inizieranno solo ora.
 

Giorno 9. Il messaggero silvano mandato dal Re fata è tornato. Ci è stato chiesto un tributo in argento «per la manutenzione della strada che gli zoccoli delle vostre capre potrebbe rovinare» e imposta una scorta «per la sicurezza del nostro Regno, delle nostre genti e degli animali che vi dimorano…e perché non sconfiniate dentro le nuove marche meridionali del Regno di Thranduil, Re di Bosco Atro». Sire Dáin Nainul è infuriato, la sua giovane l’aveva sinora preservato dall’arroganza degli elfi. Non vuole piegarsi a questo insulto e propone di usare la forza per passare. Sire Náin, consapevole dell’urgenza che ci preme, ha accettato tutti i termini senza proporre controfferte. Malgrado l’insistenza del nostro signore per una partenza immediata e repentina, gli elfi ci guideranno domani: stanno aspettando rinforzi da un altro presidio per non lasciare sguarnite le nuove frontiere orientali. 

Giorno 10. Finalmente si parte: ci muoviamo a piedi per stare al passo con i nostri ospiti. Siamo accompagnati da un contingente di elfi in avanguardia e uno in retroguardia. Strane presenze albergano in questi boschi. Ci sentiamo osservarti, come se occhi ci spiassero dal folto degli alberi. Qualche nano giura di aver intravvisto il luccichio di punte di freccia nel buio della foresta, altri giurano di aver udito bisbigliare in sindarin. 

Giorno 11. Un elfo è tornato dal bosco con un braccio mozzato in un sacco, una sostanza misteriosa colava dal fondo. Furin figlio di Gamil ha riconosciuto il parabraccio del fratello Farin e ha invocato vendetta, minacciando gli elfi se non lo avessero portato dove sono state ritrovate le membra del fratello. Vuole partire con suo cugino Náli figlio di Gimil e altri suoi parenti. Il principe Náin ha allora ricordato il giuramento fatto e Furin, Náli e gli altri sono rientrati nelle fila. Qualcosa di strano abita questi luoghi, qualcosa di malefico: delle ombre offuscano i nostri pensieri. I soldati sono pronti all’ira e una strana irrequietezza aleggia nelle nostre file. 

Giorno 23. Siamo usciti da Bosco Atro.Non ricordo molto e non ho aggiornato il diario, gli ultimi giorni sono annebbiati nella mia mente e sono passati come in un limbo sonnolento. Il nostro signore, Náin, ha pagato la seconda parte del compenso ai Nandor che in fretta si sono allontanati senza alcuna parola di augurio.  

Giorno 24. Siamo arrivati al punto di raduno, dopo una perigliosa corsa. Attraversare l’Anduin non si è rilevata cosa di poco conto, i nostri genieri hanno costruito un piccolo ponte mobile per facilitare il transito dei pony e dei carri delle vettovaglie; le capre sono invece passate agilmente sul guado. I resti di un enorme accampamento della nostra gente sono evidenti. Sotto una roccia con inciso in rune il nome del Sire Náin abbiamo trovato una lettera di Thráin.
L’Erede di Durin è partito ormai da più di dieci giorni e ingaggerà battaglia appena troverà l’esercito di Azog. Nella lettera si parla di contatti con gli elfi di Lothlórien che hanno avvistato un esercito orchesco alle pendici delle montagne. Thráin vorrebbe condurre il grosso delle truppe a nord del Celembrant per impedire agli orchi la fuga verso Moria e lasciare solo i Landorrim a sud est con l’ordine di allestire un grosso accampamento per ingannare Azog circa la presenza del nostro esercito; gli elfi di Lothlórien potrebbe intercettare eventuali sbandati e soprattutto catturare Azog qualora dovesse fuggire. La testa di Azog dovrà però essere recisa da un’ascia nanica.

Questo è il contenuto della lettera di Thráin.
Letta la missiva Náin ha deciso di imporre le marce forzate. 

Giorno 25. Marcia forzata. Nulla da registrare. 

Giorno 26. Marcia forzata. Nulla da registrare. 

Giorno 27. Marcia forzata. Una capra è precipitata da un argine del Ninglor. Il suo cavaliere, Murdin figlio di Drar, è riuscito a saltare giù dalla sella prima della tragedia. 

Giorno 28. Marcia forzata. Nulla da registrare. 

Giorno 29. Marcia forzata. Per ravvivare il morale della truppa Sire Náin ha permesso un pasto più lungo, di bere birra e di cucinare maiale sotto sale. 

Giorno 30. È arrivato un corvo da Thráin. Non c’è traccia dell’esercito del Profanatore. Thráin ha deciso di dare l’assedio al cancello orientale di Khazad-dûm, sotto la torre di Durin: ci invita a spronare le nostre cavalcature e muovere le nostre “natiche” se vogliamo prendere parte allo scontro.

 Giorno 31. Marcia forzata. Abbiamo dovuto abbattere un pony che si era azzoppato. 

Giorno 32. Marcia forzata. Nulla da registrare. 

Giorno 33. Siamo all’imboccatura della valle di Azanulbizar. In lontananza si sente il clamore della battaglia. È arrivato un messaggero dalla retroguardia di Thráin: l’Erede di Durin è bloccato in un boschetto fra le alture e il Kheled-zaram, l’abbrivio degli orchi sembra soverchiante. Náin ha ordinato la carica: i nostri corni risuonano per tutta la val[le.]” 

Qui il resoconto di Borin si interrompe, un gigantesco orco della guardia di Azog lo ha abbattuto; come molti altri, lo spirito di Borin è nelle aule di Mahal ora, mentre le sue ceneri riposano davanti al lago di Kheled-zaram, il Mirolago. 

Come enunciato dal messo di Thráin, la situazione al nostro arrivo era disperata, Vostro nipote Frerin era caduto, assieme a molti del nostro popolo, mentre l’altro Vostro nipote, Thorin, guidava la resistenza, come solo la Zadkh Durinul potrebbe fare: i suoi corni suonavano e la sua gente invocava il suo nome aggiungendovi l’epiteto “scudo di quercia”, perché quel giovane signore della nostra casata solo con un ramo di quell’albero si schermava dai fendenti della marmaglia orchesca. 

I nostri corni allora hanno risuonato, le ali dei nostri cavalieri svettavano alte e fiere sopra le teste degli orchi e il rumore delle nostre urla di guerra incuteva terrore nei nemici. 

La nostra carica fu travolgente, la progenie di Morgoth non si aspettava un altro attacco.

Arrivammo a mettere i nostri stivali sui gradini del cancello orientale, lì dove era la guardia di Azog. Fu allora che mio padre, Vostro figlio Náin, sfidò Azog l’Usurpatore. Ma Náin era stremato e Azog un nemico fresco e scaltro: quando Náin perse un appoggio, fu colpito dal Profanatore senza onore. Quando lo vidi cadere il sangue mi prese alla testa e non esitai un momento, mi scagliai sul Re degli orchi, deciso a vendicare la morte di mio padre.Non ricordo molto del duello se non che alzai in aria la testa recisa di Azog, sì che i suoi la vedessero: il sangue di quell’empio essere mi colava sulla cotta di maglia e io urlavo in Khuzdul e nella lingua comune minacce e offese.

La battaglia si trasformò allora in una rotta disordinata degli orchi e noi ci gettammo alla rincorsa, falciando quanti più nemici potevamo. In breve, l’esercito di Azog l’Usurpatore era stato annientato. Anche il nostro popolo subì perdite terribili quel giorno: quasi la metà dei nostri guerrieri erano stati uccisi o feriti. Per quanto riguarda il nostro contingente, la rendicontazione delle nostre perdite, insieme a un resoconto delle armi, armature e vettovaglie distrutte e disperse, è stata registrata in una lettera che Vi recherò a mano. Dopo aver recuperato il corpo di mio padre, mi appropinquai ai maestosi cancelli rimasti socchiusi: le porte orientali di Khazad-dûm mi erano davanti e l’Antico Regno della nostra stirpe a un passo.

E fu allora che dalla soglia delle grandi porte vidi in lontananza, negli antri bui delle nostre antiche sale, un’ombra, fuoco e fiamme. Nel mio cuore sentii che quell’ombra non apparteneva a questa Era e ricordai vecchi racconti uditi quando ero un fanciullo dalla balia, la mia vecchia Nan: il nostro popolo aveva scavato troppo a fondo, disturbando forze che non dovevano essere risvegliate. Il flagello di Durin, il nome mi colpì dai meandri della mia memoria, così lo chiamavano. Indietreggiai e chiamai alcuni balestrieri per sorvegliare la porta. Comandai allora il recupero dei feriti e l’organizzazione delle tende, essendo diventato il primo in comando dopo la morte di mio padre, ma il mio animo era turbato da quanto intravvisto nelle profondità della montagna. L’organizzazione del campo mi fu utile per tenere impegnata la mente e allontanare l’immagine del flagello di Durin. 

Fu qualche ora dopo questi eventi che arrivò Thráin con Thorin e ci riunimmo in Consiglio con i capi sopravvissuti delle diverse casate sulle scale di Khazad-dûm: io fui ammesso malgrado la mia giovane età a seguito della morte di mio padre e di quella di Farin. Thráin propose al Consiglio di Guerra di finire l’opera che avevamo iniziato ormai dieci anni fa e riconquistare l’antico regno dei Khazâd. Promise di dividere le ricchezze recuperate dalla riconquista in 14 parti, la metà sarebbe rimasta alla sua stirpe, le altre sette parti da distribuire fra le 6 casate e il nostro reame, in proporzione al numero di guerrieri condotti in questa guerra rispetto alla popolazione delle rispettive stirpi.
Una volta riconquistato Nanosterra, l’erede di Durin promise, avrebbe costruito un santuario sulle sponde del Mirolago per commemorare i caduti e darvi una sepoltura secondo il rito tradizionale.

Grandi tesori sarebbero dunque toccati a tutti e le nostre perdite in parte ristorate. 


Parlò allora Onúr, sgnore dei Landorrim, che aveva conquistato e difeso Zirakazhâr durante la battaglia. Onúr disse che le parole di Thráin lo onoravano ed erano giuste, ma i Landorrim avevano adempiuto al loro giuramento di vendicare l’affronto di Azog l’Usurpatore e troppe erano state le perdite, come molte le incognite nel proseguire. Altri signori e comandanti si dissero d’accordo con quanto detto da Onúr. Per ultimo, data la mia giovane età, mi alzai e dissi quello che avevo visto attraverso le porte: mi ascoltarono tutti in silenzio, come dettava l’onore da me guadagnato nell’uccisione di Azog l’Usurpatore. Avevo appena dato voce a quelle mie preoccupazioni, quando un rimbombo provenne dai cancelli orientali. Dalle porte giungeva un cupo calore proveniente dalle profondità della montagna. I balestrieri ai cancelli tremavano come foglie. Il Consiglio sposò le parole di Onúr. Nove anni di guerra e le ingenti perdite appesantirono i nostri piedi. Desistemmo dall’entrare. In fondo, non disponevamo di alcun cartografo né mappe dell’Antico Regno, non avevamo luogo dove evacuare i feriti, né armerie per riparare le armi danneggiate, né attrezzatura per rimuovere eventuali frane: anche un esiguo numero di orchi avrebbe potuto falcidiare le nostre stanche fila nel buio delle gallerie. 

Fu così che il più grande esercito nanico dai tempi della Nírnaeth Arnoediad o della Dagorlad, cominciò a sciogliersi.

Mentre scrivo, i contingenti stanno lentamente tornando verso le proprie dimore. Abbiamo bruciato i cadaveri dei caduti su pile funerarie. Così abbiamo bruciato anche Náin: il Consiglio di guerra ha decretato che ogni Khazad caduto ad Azanulbizar avesse uguale trattamento a prescindere dal rango. La pila di Náin è stata eretta sotto Barazinbar e a valle di quel massiccio fra i cancelli e il Mirolago riposeranno le spoglie dei caduti dei Colli Ferrosi. Che Mahal il Creatore possa ricevere benevolmente gli spiriti di questi intrepidi. 

Questa è, dunque, la conclusione del mio resoconto, unito a quello di Borin. 

Oggi, quarantesimo giorno dall’inizio della primavera, partiremo per fare ritorno ai Colli.

Il viaggio di ritorno sarà più lungo, poche cavalcature rimaste, molti i feriti da trasportare, troppe le spoglie dei caduti. Ci vorranno almeno 60 giorni, ma Nyr figlio di Fræg, che ho nominato mio secondo per la sua esperienza, sostiene che saranno anche di più.
Manderò dei corvi ogni quindici giorni con notizie. 

Vostro fedele servitore,Dàin Nainul, “Piediferro”
40esimo giorno di Primavera, 2799 T.E. 

 

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“I do not love the bright sword for its sharpness, nor the arrow for its swiftness, nor the warrior for his glory. I love only that which they defend.”
Last edit: 18 Sep 2022 19:21 by MoMaR.

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19 Sep 2022 21:33 #137643 by ALBIONE
Premio meritatissimo! Complimenti!

POTERE HOBBIT!

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27 Sep 2022 17:32 #137705 by MoMaR
Grazie Albione!

“I do not love the bright sword for its sharpness, nor the arrow for its swiftness, nor the warrior for his glory. I love only that which they defend.”

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