Due righe per giocare l'armata con più sentimento!
Le Porte del reame Boscoso
La sala del trono del palazzo di Thraduil era immersa nella penombra. Il Re di Bosco Atro sedeva pensoso, giocherellando distrattamente con il suo anello di rubino e mithril, simbolo del potere regale. La vita all'interno del suo regno scorreva pacifica e regolare, e il Re era determinato a far si che le cose continuassero a procedere in questo modo, come negli ultimi cinquecento anni. Gli elfi silvani avevano pochissimi contatti con l'esterno sia con i propri simili che vivevano ad ovest e a sud sia con le razze inferiori, uomini e nani, che si erano insediati ai margini del bosco, a Dale e nella Montagna Solitaria. Un trambusto improvviso distolse il nobile elfo dai propri pensieri, il principe Legolas era entrato precipitosamente nel salone esclamando "Padre! Abbiamo un visitatore giunto da Erebor! Thorin figlio di Thrain figlio di Thror attende fuori dalle nostre porte. Reca un messaggio, da consegnare a te solo!". Il Re restò silenzioso, riflettendo a lungo sulle implicazioni che avrebbe potuto avere quella visita inattesa. "A nessuno straniero e meno che mai a un nano" disse rimarcando con disprezzo l'ultima parola "è concesso di entrare nel nostro regno." Legolas sapeva bene quali fossero le idee del padre in merito a chiunque non appartenesse al popolo silvano, quindi si limitò ad annuire rispondendo sommessamente "Bene, Padre, lo manderemo via." Thranduil fulminò con lo sguardo il figlio. "Non è ciò che io ho comandato! Figlio mio, la politica richiede sottigliezze che ancora ignori. Incontrerò personalmente codesto "principe" nano, da solo, fuori dalle nostre porte." Legolas era stupito e confuso dalla reazione del genitore, e domandò dubbioso:"Padre, ti fidi a tal punto di costui?" Il Re si alzò dal trono ridendo sarcasticamente:"Certo che no! Ed è per questo che schiererai una compagnia di esploratori pronti ad intervenire al minimo segnale di tradimento, mentre tu e un drappello di cavalieri resterete in agguato nei dintorni. Avanti, figlio, andiamo a scoprire cosa vuole questo botolo peloso!"
