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BG La compagnia di Tolkien - La rivolta dei feudi - Fiefdoms

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26 Oct 2020 12:46 #133567 by Pio
Ciao a tutti,

ecco il BG che ho scritto per il torneo di Alessandira del 25 ottobre 2020.

La lista che portavo era la seguente:

Warband1
Imrahil a cavallo con lancia
- 5 knights of dol amroth con cavallo e lancia
- 4 men-at-arms of dol amroth
- 8 blackroot vale archers (4 with spear)
- 1 clansman of lamedon

Warband2
Forlong a cavallo
- 6 knights of dol amroth
- 6 men-at-arms of dol amroth
- 2 clansman of lossarnach

Ed ecco il BG:

La rivolta dei feudi

“Non è normale questo tempo, per essere primavera”, pensò Belarod. Nonostante la stagione fosse inoltrata, faceva ancora freddo e gli alberi faticavano ad uscire dal letargo invernale. È proprio vero che le sfortune non vengono mai da sole: mesi di guerra civile avevano devastato il paesaggio. I granai distrutti, i campi devastati e uomini e bestie morti o morenti sui cigli delle strade più battute.
Da bravo uomo del Lebennin egli non aveva dubbi da che parte schierarsi: i sovrintendenti di Gondor erano stati i suoi signori, e di suo padre prima di lui, e di tutti i suoi antenati fino a che la memoria della loro famiglia potesse spingersi. E quando finalmente il tanto atteso Re era tornato, e l’oscuro nemico sconfitto, l’intero regno si era unito in giubilo e festa aspettandosi lunghi anni di pace e serenità.
Eppure poco tempo dopo erano cominciate a giungere strane notizie. I mercanti delle carovane dicevano di aver visto i vassalli di principe Imrahil radunati a Dol Amroth, e attorno alla città dalle bianche scogliere si costruivano accampamenti e si recintavano appezzamenti di terreno, dove i possenti cavalli da guerra dei famosi cavalieri del cigno erano liberi di correre e pascolare. Voci inquietanti circolavano: alcuni dicevano che il principe si era offeso perché Re Elessar aveva dato in moglie a Faramir, figlio dell’ultimo sovrintendente, una dama di Rohan promessa invece al delfino di Dol Amroth. Altri dicevano che il principe della casa del cigno voleva sfruttare il momento di momentanea debolezza di Gondor per conquistarsi l’indipendenza dal vassallaggio. Ci si riferiva a principe Imrahil come Imrahil l’usurpatore!
Quale che fosse la ragione, Belarod sapeva fin troppo bene che quando i principi si fanno la guerra è la povera gente che ci rimette. Soldati di Gondor erano giunti nel suo villaggio, così come in tanti altri vicini, e senza far domande avevano dato fuoco a case e campi e ucciso chi opponeva resistenza. Evidentemente gli ordini da Gondor erano di devastare la campagna di Dol Amroth, così da affamare il principe usurpatore.
Da settimane ormai vagava, unico superstite della sua famiglia, in cerca di un villaggio che non fosse stato messo a ferro e fuoco, ma fin ora la sua ricerca era stata vana. Da lontano, aveva visto alcuni uomini, profughi come lui, avvicinare una colonna di soldati mandati dalla capitale, forse per chiedere cibo, o per rimarcare la propria fedeltà al legittimo re, ma tali approcci erano sempre stati accolti con scherno, o peggio, con la spada.

Quella sera il freddo era particolarmente pungente, portato da un vento da nord e Belarod, cercando di ripararvisi, era entrato in un boschetto di larici a qualche lega da Linhir. Aveva fatto pochi passi fra le fronde buie, quando sentì qualcosa di freddo ed acuminato premergli contro la schiena, e una mano coprirgli la bocca. Una voce gli sussurrò all’orecchio: “non una fiato, spia di Gondor!”. “È la fine” pensò “sono stato catturato dai rivoltosi, e per di più pensano io sia una spia del nemico.” Ma non appena ebbe finito di formulare questo pensiero, sentì un forte dolore alla testa, e l’oscurità del bosco si fece totale.
Il mattino dopo si svegliò supino su un giaciglio di foglie, davanti a lui un fuocherello e una padella che rumoreggiava e mandava un profumo invitate. Si guardò attorno, seduti accanto al fuoco un gruppo di uomini con dei lunghi archi osservavano le fiamme in silenzio. “Ben svegliato!”. Da sotto un nero cappuccio due occhi vivaci lo guardavano, e il ranger che lo aveva appena salutato scoppiò in una risata: “devi scusarci per ieri sera, queste terre sono pericolose oramai, e tu provieni da Est, da dove giungono i soldati di Gondor. È stato solo dopo averti tramortito che ci siamo resi conto che non sei un soldato. O, se lo sei, devi essere il più sfortunato e peggio equipaggiato soldato di tutta la Terra di Mezzo”. Nuovamente l’uomo rise, questa volta accompagnato dai suoi commilitoni. “Vieni accanto al fuoco e mangia qualcosa”. Da settimane Belarod non faceva un pasto caldo: non si era mai azzardato ad accendere il fuoco per paura di essere visto dai saldati, di qualunque fazione essi fossero.
Mentre facevano colazione, i ranger ascoltarono la storia di Belarod: di come il suo villaggio fosse stato distrutto e gli riportarono notizie che anche a Belfalas, nella Valle della Radice Nera e a Lamedon i villaggi venivano dati alle fiamme dai soldati dell’albero bianco. Ma la devastazione che era giunta nel Lebennin e a Lossarnach, i feudi più vicini alla capitale, era pressoché totale.
Il ranger che per primo gli aveva parlato, e che sembrava essere il capo di quel drappello, gli rivelò il suo nome: Antemir, e, spento il fuoco, gli si fece vicino: “Belarod, sarò schietto con te: sei un uomo dei feudi e come vedi i feudi stanno morendo. Abbiamo bisogno di tutti gli uomini valenti se vogliamo sopravvivere a questa guerra. Unisciti a noi, per difendere le case dei nostri padri.” Belarod era confuso: le notizie della devastazione dei feudi lo avevano scosso, e soprattutto non capiva perché il re stesse sedando una rivolta che concerneva il solo Belfalas distruggendo invece tutti i feudi a Ovest dell’Anduin.
Rivelò le proprie perplessità ad Antemir che, stupito della sua ignoranza, gli raccontò la vera origine della guerra intestina al regno di Gondor: nei lunghi anni in cui Re Elessar era conosciuto semplicemente come Aragorn, egli aveva stretto profonde amicizie con Elfi, Hobbit, Nani. Ora quelle amicizie lo avevano portato a prendere decisioni che non si curavano dei feudi occidentali, che così a lungo avevano respinto l’Oscuro Nemico senza alcuna guida se non quella dei sovrintendenti e di principe Imrahil. Re Elessar aveva promesso le terre di Belfalas, di Lebennin, di Lamedon e altre ancora agli elfi grigi che avevano deciso di non salpare per le terre oltre il mare. Anzi, era stato il re stesso a convincerli a restare nella Terra di Mezzo, promettendogli quelle fiorenti terre costiere, dove avrebbero potuto costruire il loro paradiso in terra. Ovviamente gli attuali abitanti di queste terre avrebbero dovuto andarsene, probabilmente nelle rovine di Arnor, per cominciare a ricostruire il regno distrutto. Principe Imrahil si era opposto fermamente a questo folle progetto, ma il Re aveva ormai preso la sua decisione, e la vittoria su Sauron lo aveva reso superbo e orgoglioso. Poco tempo dopo, scout della Valle della Radice Nera avevano visto accampamenti ergersi nei campi del Pelennor, e i vassalli dei feudi meridionali e di Rohan erigere le loro tende attorno a quella del re. Ci si preparava dunque a una guerra, ma principe Imrahil non era stato convocato. Questo poteva significare una sola cosa: la guerra muoveva contro di lui.
E ora da mesi i feudi resistevano contro attacchi di uomini di Gondor, di Rohan, contro Elfi, Nani e contro i pochi servi di Sauron che ancora si nascondevano sulle alture e nelle grotte, pronte ad approfittarsi della debolezza di Dol Amroth.
Fu alla fine del racconto che Belarod senti di nuovo scorrere nelle proprie vene il sangue dei suoi padri, il sangue di generazioni di fieri abitanti dei feudi occidentali di Gondor, e sentì nascere rabbia per il proprio villaggio distrutto, e la volontà di difendere e vendicare la sua terra devastata. Belarod si unì ai ranger, e dal momento che era un uomo alto e forte, questi gli donarono una grande spada a due mani che nessuno fra di loro riusciva a maneggiare con sufficiente agilità. Viaggiarono verso Dol Amroth, per mettersi al servizio del loro principe, e durante il loro viaggio posero numerose imboscate ai soldati del re che si vedevano sempre più numerosi sulle strade e nei campi.
Giunsero alla città dalle bianche scogliere preceduti dalla loro fama: si narrava di un gruppo di coraggiosi ranger della Valle della Radice Nera, che avevano salvato numerosi villaggi dagli attacchi dei soldati di Gondor, e di un feroce guerriero con un enorme spadone che viaggiava con loro, i soldati nemici ne erano talmente intimoriti che, quando i loro superiori non li sentivano, lo chiamavano il Mormegil. Dopo essersi riposati dal lungo viaggio, Belarod e i suoi compagni ricevettero l’onore di mettersi in marcia per la guerra al seguito del principe stesso, assieme al suo luogotenente Forlong, creduto a lungo morto durante la difesa di Minas TIrith, tornato invece per combattere al fianco di Imrahil. Era una mattina fredda e limpida e Belarod marciava con gli occhi fissi sul sole che nasceva.

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26 Oct 2020 13:07 #133568 by Gianse93
Nooo povero Gondor! Molto molto bello, complimenti!

Per Gondor! Per Gondor! Per Gondor!

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  • Piumotto
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26 Oct 2020 15:45 #133569 by Piumotto
Quando ci siamo visti:
"Bella lista! Ma come mai quell'unico clansman of lamedon?"
"Così, giusto perché mi avanzavano giusto 8 punti....."

..... e poi c'hai scritto un intero BG sullo scozzese a due mani :lol: fantastico!
Molto bello, Pio!

La morale è che alla fine è sempre colpa degli elfi boia!

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  • ElCanter
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  • Ringorn Iwiniyl
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26 Oct 2020 16:56 #133572 by ElCanter
Che bella penna e ottima inventiva! Per il prossimo vogliamo sapere com'è che è impazzito Elessar!

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26 Oct 2020 18:50 #133575 by Dikey
Il background è molto ben scritto, ma dato che sono pignolo oltre i limiti dell'umano, un paio di inesattezze:

- Forlong è stato ucciso nella Battaglia dei Campi del Pelennor, non è arrivato a conoscere Re Elessar
- I Sindar (elfi grigi) nella terza era erano già fusi con i Silvani (entrambi i gruppi erano del Clan dei Teleri) prima come Leader e poi diventando parte integrante del gruppo, abbracciando lo stile di vita dei silvani e, come loro, non avevano alcuna intenzione di abbandonare la terra di Mezzo. Gli elfi che lasciarono la terra di mezzo furono i Noldor, che pure avevano integrato al proprio interno alcuni Sindar. In generale, però, nella terza era non ci sono più "elfi grigi". In ogni caso è improbabile che la popolazione elfica fosse così numerosa da giustificare uno spostamento così massivo, visto il numero di elfi rimasti nella terra di Mezzo a quel punto.
- Se per delfino di Dol Amroth ci si riferisce al figlio ed erede di Imrahil, Elphir, questi aveva già dato a Imrahil un nipote ai tempi della Guerra dell'Anello. L'alleanza con Rohan era comunque assicurata dal fatto che la figlia minore di Imrahil diventò poi la moglie di Eomer.
-Lossarnach e Lamedon non sono terre costiere. Il Lossarnach però si affaccia sul grande fiume che in effetti gli da uno sbocco, anche se non diretto, non al mare.

Riflettendoci un attimo, Questo potrebbe essere il motivo per cui la gente non invia background quando giudico io...

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  • Stonehamster
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26 Oct 2020 21:08 #133577 by Stonehamster
Grande Pio bellissimo bg!!!!!
Alla prossima!!

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