Il terrore di Bazùl-BG Tutti VS Tutti Final 2018

Gharif imprecò selvaggiamente, maledicendo la sua sfortuna. La tempesta aveva sorpreso lui e la sua pattuglia sulla strada del ritorno verso l'accampamento. Aveva deciso d'istinto di far deviare il piccolo drappello verso la protezione offerta da un gruppo di rocce frastagliate, alle estreme pendici delle montagne rosse di Bazùl. Un luogo nefasto, stando elle leggende del suo popolo, ma preferiva convivere con il timore di antiche supertizioni piuttosto che andare incontro a morte certa restando allo scoperto. Le tempeste di sabbia in quella stagione potevano raggiungere violenze inaudite, e le schegge di sabbia trasportate dal blaast erano in grado di scorticare vivo un uomo. Lui e i suoi uomini si erano addentrati in una piccola gola che avevano notato solamente avvicinandosi, si erano poi ranicchiati contro le pareti a strapiombo, coprendosi la bocca e gli occhi con i mantelli oer evitare di soffocare al sopraggiungere della tempesta. Quando arrivò la prima ondata diventò tutto buio, e un brivido gelido risalì la schiena di Gharif. Nonostante fossero in una zona riparata, lo spostamento d'aria lo fece quasi cadere a terra, e l'ululare del vento era quasi insostenibile. Il tutto durò non più di qualche minuto, ma quando finalmente la forza delle raffiche si attenuò e infine si spense, sembravano passate ore. Scrollandosi di dosso la polvere e scoprendosi il capo, il guerriero si accorse con orrore e incredulità di essere rimasto solo. Tutto quello che rimaneva dei suoi cinque uomini erano un haik sporco di sangue e l'arco spezzato del suo esploratore.
"Un bel dilemma, vero?". Una voce profonda e autorevole lo fece voltare di scatto. Due occhi blu, intensi come il cielo notturno, lo fissavano con famelico interesse. L'enorme drago carminio continuò in tono amabile "Voltati e osserva". Anche se pronunciate come un invito, le parole risuonarono nella testa di Gharif come una necessità ineluttabile. Se anche avessse voluto, non avrebbe potuto resistere alla volontà della creatura. Obbedendo al comando si voltò, giusto in tempo per vedere emergere dal terreno delle orrende creature a otto zampe, con il corpo più grande di quello di un cane, zanne acuminate e bavose e gli stessi implacabili occhi di zaffiro del drago, che proseguì con il suo discorso. "Sono i miei servitori. Hanno preso loro i tuoi uomini. E poi mi hanno condotto da te". Il guerriero haradrim si inginocchiò e mormorò con voce spezzata:" Perchè sono stato risparmiato?".
Il drago sollevò lungo collo elegante e gorgogliò qualcosa che avrebbe potuto passare per una risata. "Io sono Hector, il terrore di Bazùl, e non mangio carne morta." La creatura scattò all'attaco di Gharif, e le tenebre si chiusero su di lui.

Bel racconto! L'ho letto con vero piacere! Complimenti!

Grazie!

Bravo Samil! Ma la scelta del nome Hector è casuale?

Assolutamente casuale