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La ragione è grigia

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23 Jun 2016 14:52 #110417 by Turin
La ragione è grigia was created by Turin
Il buio era insopportabile, aggrediva la flebile luce del bastone come un branco di lupi caccia una preda. Nonostante ciò, il bastone resisteva e così il suo portatore, io, Gandalf, il grigio pellegrino.
Mi seccava tremendamente ammetterlo, ma più mi avventuravo in quella nera foresta e più mi convincevo che il mi sospetto fosse fondato: un grande male risiedeva a Bosco Atro e non si trattava di un semplice Uruloi. Quel buio era profondo ben oltre ogni umana concezione: esso fagocitava la luce che lo circondava, trasformando la vita in vuoto.
Fin dal primo momento in cui avevo messo piede in quell’orrenda terra mi era parso che occhi mi seguissero, piccoli occhi malvagi, appostati nel nero della foresta. Occhi che spiavano e riferivano con solerzia; non avevo alcun dubbio che fossero servi del nemico, ma non me ne curavo. La mia cerca era molto più importante che uccidere qualche bestia corrotta: dovevo avere prova certa del male che risedeva a Dol Gundur.
L’ultima riunione del Bianco Consiglio era stata alquanto frustrante: il mio discorso sul pericolo che Dol Gundur rappresentava era stato liquidato da Saruman con un semplice “Sarà uno dei nove”.
A nulla erano valse le mie argomentazioni, Saruman aveva fatto orecchie da mercante e aveva concluso “Gandalf, mio caro, devi passarmi il contatto che hai nella Contea per la tua Erba Pipa”.
Ero quindi immediatamente ripartito verso Dol Gundur per raccogliere prove, fermandomi per poco tempo presso Radagast il bruno, il quale aveva drammaticamente confermato il mio timore.
“Le Grandi Aquile sono decisamente nervose lungo quel tratto” aveva detto “E non vogliono scendere a più di 60 piedi dal suolo”.
Mi ero quindi armato del mio dovere da Istare e della mia proverbiale testardaggine, per inoltrarmi in un fetido bosco nero; che schifo.
Il mio primo incontro malefico non si era attardato ed anzi mi aveva costretto ad una rapida mimetizzazione: un enorme ragno mi era passato a pochi metri di distanza, seguito da migliaia di piccoli figli, uno spettacolo tanto disgustoso quanto terribile.
Il fetore di quell’essere era tanto profondo che non riuscii a riprendermi in tempo per identificare un’orribile ombra alata che mi passò velocemente sopra la testa.
Merda, merda, merda. Era tutto quello che riuscivo a pensare e a pestare a quanto pare. Questo ulteriore indizio segnalava la presenza di massicci campi di orchi nelle vicinanze, una presenza che non si tardò a palesare.
Una grossa palla di fuoco sbucò fuori sulla mia destra: colto di sorpresa la devia con il bastone, non senza un grande sforzo.
Un’orrida risata riecheggiò allora tra gli alberi. “Chi osa sfidare la fiamma dell’Ovest?” tuonai verso il vuoto e la risata cessò di colpo. Come risposta un nugolo di orchi sciamò dai rami.
Dovevo fuggire! Alzai il bastone ed invocai un incantesimo di luce che lasciò storditi tutti i miei assalitori e mi permise di fuggire sempre più all’interno della foresta.
Nella mia corsa a perdifiato arrivai in una radura aperta e fui colto da un improvviso e profondo orrore: una nera e gigantesca fortezza mi si parava d’innanzi, fornita di crudeli torri e perfidi bastioni. Il suo maligno costruttore l'aveva intrisa delle grida delle atroci sofferenze alle quali le mura avevano assistito: avevo trovato Dol Gundur.
Trovai per caso un vecchio canale di scolo con sbarre arrugginite facili da far saltare. La malsana melma in cui m'immersi nn poteva definirsi fortuna, ma era pur sempre meglio che bussare educatamente alla porta d'ingresso.
Ero finalmente dentro.
Mi inoltrai dentro una grande galleria che mi si parava d’innanzi e che sembrava portare alla fortezza centrale; procedetti cauto, sapendo che gli orchi pattugliavano quegli antri bui.
Fu proprio la mancanza di tali pattugliamenti che mi mise in allarme: in 2700 anni di lotta contro il male, mai avevo veduto un antro principale non sorvegliato. Avanzavo sempre più lentamente, guardandomi circospetto, pronto a colpire al minimo rumore.
Mi girai di scatto quando sul mio lato destro avvertii uno scricchiolio metallico; mi avvicinai verso la parete e trovai un’orrenda armatura nera, probabilmente un equipaggiamento di uno dei nove.
Stavo già per inveire contro la saggezza di Saruman, quando l’armatura aprì gli occhi! Occhi neri, profondamente malvagi, ma privi di vita. Sorpreso indietreggiai d’istinto e feci bene, in quanto la spada dell’armatura nera falciò il posto in cui poco prima si trovava la mia testa.
Ingaggiai quindi un violentò combattimento contro l’automa dominato da una volontà oscura. Le sorti dello sconto erano in bilico, così decisi di sfoderare un incantesimo che spezzasse lo spettro, ma fui improvvisamente privato di ogni mio potere: un incantesimo molto potente mi aveva colpito e, essendo impegnato nel furioso combattimento, non ero in grado di reagire a pieno.
Le forze mi stavano per abbandonare del tutto quando un essere tozzo e massiccio travolse il mio assalitore. Capii immediatamente di dover sfruttare il diversivo, mi liberai dall’incantesimo e iniziai a guerreggiare contro il Male che m’aveva colpito.
“Palesati traditore dell’Ovest, infido leccapiedi dell’antico male, nemico della libertà” urlai, conscio di chi stavo sfidando. Un’ombra viola si palesò allora davanti a me; poteva assumere mille forme, ma ovunque avrei riconosciuto Sauron l’ingannatore.
Quanto mi secca aver sempre ragione.
Con il potere di Narya e la mente libera dal combattimento, riuscii, seppure a prezzo di grosse fatiche, ad indebolire il mio avversario. Stavo quasi per finirlo, quando l’automa mi attaccò alle spalle, permettendo a Sauron la fuga. Appena Sauron svanì, l’automa tornò ad essere quello che era sempre stato: un’armatura malefica e priva di vita.
Stanco, frustrato, ma soddisfatto della mia scoperta, mi avvicinai al mio misterioso salvatore, accorgendomi con dolore che egli era rimasto ferito a morte.
Si trattavo di un nano con occhi spaventati e piatti. Essi portavono sofferenze indicibile sia nel corpo che nella mente, tali da farmi ritenere un bene la sua definitiva dipartita dal mondo. Cercai quindi di confortarlo come potevo e di fargli cessare ogni dolore. Grazie alle mie cure potè godere di un'ultima parola prima di spirare. Mai avrei potuto immaginare cosa avrebbe detto.
“Mi chiamo Thain II della stirpe di Durin, erede della montagna solitaria” sospirò con dolore e fatica e poi aggiunse “La mia bella montagna…Maledetto! Maledetto!”.
Capii che la mente del povero Thrain era irrimediabilmente compromessa al pari del suo corpo spezzato, ma capii anche che aveva un’ultima volontà prima di morire.
Mi avvicinai alla sua bocca morente e raccolsi le sue ultime parole, prima di scappare da quell’orribile luogo. Ebbene sì avevo ragione, Sauron era tornato a Dol Gundur. Avevo compiuto la mia missione.
Ora ne iniziavo una nuova, niente soste per il Grigio Errante
Dovevo trovare Thorin Scudodiquercia.

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  • ALBIONE
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25 Jun 2016 22:18 #110467 by ALBIONE
Replied by ALBIONE on topic La ragione è grigia
Bravo Tom!
Si vede che ci sai fare a "scrivere"! :lol:

POTERE HOBBIT!

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  • Sulladan
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25 Jun 2016 23:18 #110471 by Sulladan
Replied by Sulladan on topic La ragione è grigia
Bravo bello!

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  • Turin
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28 Jun 2016 13:59 #110497 by Turin
Replied by Turin on topic La ragione è grigia
Grazie ragazzi :)

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  • Legolas Verdefoglia
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  • "Moriresti prima di vibrare il colpo"
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28 Jun 2016 15:26 #110499 by Legolas Verdefoglia
Replied by Legolas Verdefoglia on topic La ragione è grigia
Bella storia. Spero che ne pubblicherai altre in futuro! :)

"Sono stato imitato così bene che ho sentito persone che copiavano i miei errori." Jimi Hendrix

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  • The_Witch_Prince
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28 Jun 2016 18:47 #110501 by The_Witch_Prince
Replied by The_Witch_Prince on topic La ragione è grigia
Mi è piaciuto molto!

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