Gli artigli di Lugburz

La fanteria più dura e implacabile della Terra di Mezzo.
Così amano definirsi i grossi Uruk della Guardia Nera. Selezionati tra i migliori combattenti degli eserciti di Mordor , solo uno su dieci sopravvive al lungo addestramento, ottenendo il privilegio di fregiarsi apertamente dei simboli della Torre Oscura. La loro visione sul campo di battaglia riempie i nemici di cupo terrore. Ranghi serrati di guerrieri in armatura nera che avanzano nel silenzio più assoluto, cadenzando il passo al suono sordo dei tamburi da guerra. Il Grande Occhio rozzamente dipinto sugli enormi scudi fasciati di ferro incrina il coraggio di qualsiasi avversario, poiché i favoriti di Sauron, il signore del mondo, non conoscono sconfitta, né pietà per i Suoi nemici.

"Formate un muro di scudi, cani!"Al secco ordine del Capitano, il manipolo di Guardie Nere serra le fila, e si prepara a sostenere un'altra carica.
La battaglia sta prendendo una brutta piega. Quello che sembrava solo uno sparuto gruppo di soldati, una preda facile, si era rivelato essere l'esca di un'imboscata ben organizzata. I Gondoriani erano sbucati da tutte le parti, e li soverchiavano con la mera forza del numero. I piccoli Snaga, armati di rozze lance e senza le robuste armature degli altri Uruk, sono stati massacrati dalle frecce che arcieri ben nascosti scoccavano con letale precisione.
I superstiti si stringono attorno al loro capitano, pronti a vendere cara la pelle.
"Feccia Tark! Venite ad assaggiare il ferro di Udûn!"
Gli uomini di Gondor si lanciano sul nemico con un urlo possente, le armature e le lame scintillanti nella luce del tramonto si muovono sul pianoro come una marea di fuoco, pronta a spazzare via qualunque cosa si trovi davanti. Lo schianto è impressionante, ma gli Uruk non cedono di un passo. Alla furia vendicativa degli Uomini oppongono la loro fredda determinazione. La carneficina è impressionante. Gli umani vengono massacrati a decine, ma anche i ranghi dei servi di Sauron si assottigliano...
Il sole è ormai tramontato, e la battaglia infuria ancora. Con le cotte di maglia a brandelli, sanguinanti e stanchi, i pochi orchi rimasti sanno di essere spacciati, ma non demordono e continuano a lottare come bestie feroci, decisi ad uccidere fino all'ultimo respiro. Spronati dal loro comandante i soldati di Minas Tirith si preparano all'ultimo assalto, quando un grido inumano fa vibrare l'aria, penetrando come un pugnale di ghiaccio i cuori degli uomini presenti, che si fermano all'unisono, raggelati da un terrore primordiale. Una tetra figura si fa avanti dalle ombre, in sella ad un nero destriero. Regge nella mano destra un bastone scheletrico, e il solo guardarlo colma gli animi dei presenti di cupa disperazione. Alle sue spalle torme di figure ingobbite sciamano verso il luogo dello scontro. Orchi del Morannon ricoperti di ferro, e persino un massiccio capo Olog-Hai accorrono al muto ordine del cavaliere nero, pronti a buttarsi nella mischia.

Krut, capitano della Guardia Nera, sta pensando che questo dev'essere proprio il suo giorno fortunato. Ora che il Nazgûl é arrivato con i rinforzi non ci sarà scampo per gli umani. Si sfila il pesante elmo cornuto, e un attimo prima che la furia delle armate di Barad Dûr si abbatta sulle linee nemiche lancia il suo grido di trionfo :"La morte é su di voi! Per l'Oscuro Signore!"