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Bg per torneo di Gda - Il Cigno Nero -ULTIMA PARTE

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01 Dec 2011 14:00 - 05 Dec 2011 15:04 #8070 by lontra
Posto la bozza della prima parte del mio bg, quando sarà completo farò un articolo (messo che sia degno)


Il metallo brillava debolmente alla calda luce del braciere. I riflessi del fuoco seguivano le morbide linee della placca pettorale, i segmenti dei gambali e degli stivali d'acciaio, perdendosi nello scuro emblema dell'elmo, un cigno nero con le ali spiegate. Sir Gavril aveva numerosi epiteti, il Disarcionatore, il Grazioso, ma da anni era oramai conosciuto come il Cigno Nero. Proprio l'animale simbolo di Dol Amroth appariva nella sua araldica e veniva ostentato con orgoglio dai soldati che militavano sotto i suoi ordini. Gavril spiccava tra gli altri cavalieri proprio come avrebbe fatto il suo scuro volatile. I cavalieri di Dol Amroth erano noti per la loro avvenenza, la loro raffinatezza, i loro modi cavallereschi in battaglia; il volto di Gavril era deturpato da cicatrici, una profonda ferita percorreva il suo volto, l'occhio destro era coperto da una benda. In battaglia era facile trovarlo alla testa dei suoi uomini, non disdegnando di combattere a piedi con ascia e scudo. Allo stesso modo utilizzava tattiche di battaglia che gli avevano guadagnato il timore dei nemici ma anche il bigotto riprovazione degli alleati. Non stendeva i suoi piani seguendo l'onore, ma piuttosto l'efficienza. Il suo coraggio, la sua abilità e la sua fedeltà lo avevano portato ad essere il braccio destro del potente Imrahil, o meglio “le orecchie e gli occhi” del Principe di Dol Amroth. Il Cigno Nero guidava le azioni avanguardia ed esplorazione, compiva incursioni in profondità, tutte azioni che garantivano poca gloria.
Con l'aiuto del suo scudiero iniziò a indossare l'armatura, la lunga operazione gli consentiva di preparasi mentalmente su ciò che lo avrebbe atteso. Da mesi le terre del Principe subivano continue incursioni dai Popoli del Sud, scomparendo prima di poter subire la giusta vendetta di Gondor. Finalmente dopo mesi di inseguimenti infruttuosi si profilava all'orizzonte la possibilità di affrontare in battaglia il nemico.
Terminata la vestizione Gavril congedò lo scudiero, era sua abitudine pregare le antiche divinità prima di scendere in campo. Il silenzio della tenda era rotto dal rumore di centinaia di piedi in movimento, il sommesso nitrire dei cavalli, il raschiare delle cote sul filo delle armi, i richiami tra compagni d'arme, le rauche grida dei superiori.
Una sottile lama di luce penetrava nel buio della tenda, il Cigno Nero sollevò il lembo di tessuto e uscì alla luce del sole. Gruppi di picchieri erano intenti al controllo delle lunghe aste di frassino; la fanteria pesante del veterano Jan de Brun il Canuto già brandiva le proprie armi: massicce asce, lunghe partigiane e solide lance nelle mani dei possenti guerrieri rappresentavano una letale promessa di morte per i nemici.
Le tende dei cavalieri di Dol Amroth erano già state abbandonate dai loro proprietari, intenti a seguire le fasi di bardatura delle loro montature da battaglia.
I guerrieri di Minas Tirith erano assiepati attorno ai giovani figli del Soprintendente, due facce della stessa medaglia, il riflessivo Faramir e l'irrento ma carismatico Boromir. Sui loro volti era evidente la tensione, erano giovani e praticamente privi di esperienza. Denethor aveva inviato una misteriosa figura a seguire i suoi figli, un anziano uomo vestito di grigio. Nonostante l'età aveva movimenti rapidi e il suo sguardo trasmetteva una forza inattesa. Più che un precettore sembrava una guida per i due fratelli, che si rivolgevano a lui con grande deferenza. Anche i sergenti più anziani del contingente gondoriano sapevano poche sul vecchio in grigio, chi diceva fosse un antico re venuto dall'est, chi uno stregone proveniente dall'ovest, chi un grande studioso che vagava per la Terra di Mezzo alla ricerca di saggezza. Gavril era convinto che il campo di battaglia non fosse il luogo adatto per un vecchio, ma in questo caso le sue certezze venivano messe a dura prova.
Stava perdendo troppo tempo in inutili pensieri, non era un suo problema se il vecchio voleva morire con la spada in pugno.
Si diresse verso il campo recintato dove erano tenuti gli splendidi destrieri da battaglia. Il suo stallone nero nitrì con ferocia alla vista del suo padrone. Egaroth, un animale dal pessimo carattere, ma terribilmente fedele. Nella battaglia di Passo Spina Gavril era stato disarcionato, sarebbe morto infilzato da una rugginosa lancia se il suo stallone non avesse morso sul volto il suo avversario. La visione dell'uomo sfigurato aveva convinto gli altri briganti alla fuga. Purtroppo l'irruenza della sua montatura impediva agli stallieri di procedere alla bardatura, solo la presenza del Cigno Nero consentiva di effettuare l'operazione in relativa tranquillità.
I suoi uomini erano già pronti, mentre la fanteria già varcava il cancello dell'accampamento fortificato. Raccolse la lancia da cavalleria dalle mani del suo scudiero e raggiunse la colonna di armati.
L'accampamento era stato posizionato sopra una serie di colline i cui pendii digradavano con una leggera pendenza verso il pianoro. Uscendo dalle fortificazioni provvisorie la colonna si incamminò sullo stretto sentiero sterrato che conduceva con ampie curve verso il fondovalle. Il vento portava i suoni stranieri degli haradrim, urla, incitamenti, versi di animali. Dalla sua posizione privilegiata il Cigno Nero poteva vedere con chiarezza i bivacchi dei nemici, tende color panna, stendardi multicolore: serpente rosso in campo blu, daga verde in campo bianco e rosso, ma su tutti svettava  uno strano pittogramma rosso in campo nero. Mentre osservava l'attività degli avversari il Cigno Nero venne raggiunto dal grigio Viandante.“Anche tu hai notato quell'oscuro vessillo” un' affermazione non una domanda, “ma ne comprendi il significato?”.Gavril rimase sorpreso, raramente l'anziano parlava e ancor più raramente qualcuno osava rivolgersi al Cigno in maniera così diretta.“E' solo un altro inutile pezzo di stoffa, è il metallo delle loro lame che temo, non i loro stendardi.”“Non lo temi perchè non lo conosci. Strana cultura la tua, sono certo che il tuo scudiero sappia riconoscere quel particolare vessillo, non è vero Aximar?”Lo scudiero, rampollo di una delle più nobili famiglie gondoriane, era tanto abile nelle sue mansioni quanto timido.“Aximar non temere la mia ira, sappiamo entrambi che da giovane non perdevo tempo nelle sale dei sapienti” anche se avesse voluto Gavril non ne avrebbe avuto il tempo, proveniente da una famiglia povera di mezzi aveva iniziato molto giovane ad affrontare nobili più ricchi ma meno abili nei tornei, ne aveva fatto le spese anche l'allora giovanissimo Imrahil. Fu proprio il padre del Principe ad ingaggiare Gavril come maestro d'armi del castello di Dol Amroth e fedele braccio destro del figlio.“E' l'Occhio, l'Occhio dell'Oscuro Signore!”, il volto del ragazzo esprimeva un autentico terrore.“L'Occhio di Barad-dur che tutto scorge si è svegliato,  tale è il suo potere che gli uomini osano ostentare il suo blasfemo simbolo”, il Grigio viandante sottolineò le sue parole indicando il pianoro con il suo bordone.Che sciocco, persino un illetterato come lui doveva essere in grado di riconoscere quell'icona del male. L'Oscuro era scomparso da secoli, eppure quello straccio dipinto sembrava aver dato agli uomini del Sud il coraggio di affrontare in battaglia le potenti armate gondoriane.“Si pentiranno presto della loro scelta, non basterà un vessillo a proteggerli dalle nostre armi”“Attento Gavril, non dobbiamo temere il vessillo, ma ciò che rappresenta. Neanche gli uomini del Sud sono abbastanza stolti da inneggiare all'Oscuro se non avessero ricevuto un pegno tangibile del suo appoggio”.“Tra loro non vedo nulla di inconsueto. Fanteria leggera, numerosi arcieri, cavalleria di disturbo. Un esercito non adatto ad uno scontro campale e tanto meno su un terreno come questo” Gavril indicò la vallata che portava al pianoro, “Osserva Viandante, i lati della vallata sono in leggera pendenza e solo uno stretto passaggio in piano. Se ci vorranno attaccare lo faranno in salita, completamente esposti alle cariche della nostra cavalleria. Non sono attrezzati per reggere uno scontro frontale con una fanteria pesante disciplinata, se vorranno colpire dovranno farlo senza poter contare sulla loro mobilità.” Forse non aveva riconosciuto un vecchio vessillo, ma in ambito militare non aveva rivali. “Ci atterremo al piano che ho esposto nel consiglio di guerra, non mi risulta che qualcuno abbia sollevato dubbi o perplessità”.Gavril si sentì trapassare dal penetrante sguardo dell'anziano, un'antica consapevolezza era celata in quello sguardo “Non dubito del tuo piano. Dubito di ciò che ci mostrano i nostri occhi e temo ciò che è celato ad essi”.“So come condurre un esercito, ho notato che tutto sembra essere troppo favorevole per essere vero, ma ho inviato degli esploratori per assicurarmi che non ci siano sorprese, non possiamo rimandare...”“Infatti non rimanderemo, è il momento opportuno, ti chiedo solo di essere pronto quando giungerà l'imprevisto”.“Lo sarò, lo sono sempre stato”, Gavril allontanò il suo stallone dal Grigio e si rivolse al comandante della fanteria pesante “Maorn disponetevi su quattro file e avanzate al passo, picchieri nelle ultime due file, tieni gli uomini di Gondor sul tuo fianco sinistro, ma lascia i miei cavalieri appiedati di riserva, io sarò tra loro”. Nel piano originale i cavalieri avrebbero dovuto tenere il centro della formazione di fanti, sarebbero stati il fulcro del sistema difensivo, ma un'improvviso presentimento gli consigliava di tenerli in riserva, troppe volte il suo istinto lo aveva salvato, era certo che anche in questa occasione lo avrebbe fatto.Maorn si stupì degli ordini, Gavril era solito guidare i combattimenti in prima fila, non certo restare nelle retrovie, ma si diresse verso i suoi uomini senza obiettare, la prima fila sarebbe stata nelle sue mani.Lentamente i passi cadenzati degli uomini d'arme risuonarono nella vallata, sul lato sinistro la cavalleria pesante di Dol Amroth circondava Boromir, l'altro rampollo era attorniato dai suoi cavalieri di Minas Tirith, la loro sicurezza era in ottime mani.Da sinistra a destra si stava snodando un enorme serpente di metallo multicolore, il bianco e azzurro  delle gualdrappe della cavalleria pesante, il grigio e nero dei guerrieri di Minas Tirith, di nuovo il bianco e azzurro delle casacche dei fanti pesanti, infine il grigio e nero dei cavalieri di Gondor. Al centro nelle retrovie Gavril, si pose dietro i suoi cavalieri appiedati. Scelti tra i figli cadetti della nobiltà delle coste di Gondor avevano combattuto con lui in numerosi scontri. Avevano lo stesso equipaggiamento dei loro compagni a cavallo, ma si erano addestrati nell'uso delle armi a piedi. Serviva coraggio nel cavalcare verso una linea nemica, ma ne serviva ancora di più nell'attendere fermi nei ranghi la carica del nemico. I suoi cavalieri non avevano mai ceduto, erano i suoi Cigni Neri.
“Quale onore! Sir Gavril il Grazioso è tra noi.... Continua
Last edit: 05 Dec 2011 15:04 by lontra.

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01 Dec 2011 15:30 #8077 by Voronwe
UAU! Bellissimo... Complimenti!
Già immagino il Cigno Nero e sui scagnozzi con uno schema pittorico inconsueto ed affascinante. Una descrizione minuziosa e precisa dei momenti di preparazione alla battaglia.
PS Un piccolo errore di battitura: "irruento" e non "irrento" quando presenti Boromir.

FONDATORE del gruppo di gioco AMRUNDOR.

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  • lontra
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01 Dec 2011 16:28 - 01 Dec 2011 16:34 #8081 by lontra
Ci saranno tanti errori, l'ho scritto con l'iPod.. È già tanto se riesco a leggere ciò che scrivo.. Oltretutto il programma di correzione mi variava i nomi. Grazie mille per l'indicazione, mi domando perché irrento non sia stato modificato in automatico.. Vabbè!


Ps: ci sono altri errori ma li ho già modificati sul file doc, tra cui il nome del capo dei fanti, da Jan ad un certo punto sono passato a Maorn.. Tornerà ad essere Jan! :)
Last edit: 01 Dec 2011 16:34 by lontra.

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01 Dec 2011 16:55 #8082 by Felarof
bellissimo background! non vedo l'ora di leggere la fine!! :cheer:

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  • ElCanter
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01 Dec 2011 20:21 #8136 by ElCanter
già con questo ti sei già assicurato il miglior bg (punto di vista mio ovviamente ;)), figuriamoci col resto!

fossi in te metterei qualche a capo in più per dare un po' di respiro alla lettura.
per quanto riguarda la storia, non credo che Denethor abbia inviato intenzionalmente Gandalf in guerra coi sui figli, ma vabbè ci può stare.

complimenti!

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  • AleBomber97
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01 Dec 2011 21:17 #8146 by AleBomber97
Replied by AleBomber97 on topic Re: Bg per torneo di Gda - Il Cigno Nero - I parte
CHe bello!!! Molto bravo mi ha preso molto questa piccola lettura :D

Ma questo Cigno Nero è totalmente di tua invenzione o ne accenna qualcosa Tolkien?

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  • lontra
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02 Dec 2011 07:03 #8170 by lontra
Il Cigno Nero è una mia invenzione, probabilmente a qualcuno può venire in mente sir brinden tully delle cronache del ghiaccio e del fuoco

ElCanter wrote: già con questo ti sei già assicurato il miglior bg (punto di vista mio ovviamente ;)), figuriamoci col resto!

fossi in te metterei qualche a capo in più per dare un po' di respiro alla lettura.
per quanto riguarda la storia, non credo che Denethor abbia inviato intenzionalmente Gandalf in guerra coi sui figli, ma vabbè ci può stare.

complimenti!


È solo una bozza, sull'ipod è difficile rendersi conto di formattazione e della lunghezza del periodo, peccato che a Milano non ci sia il premio Bg :)

Piuttosto sul Gandalf io rappresento il punto di vista di Gavril, non sappiamo in verità perché Gandalf sia lì, non lo sanno neanche i vari personaggi, però calandomi nelle vesti del mio protagonista ho pensato che un vecchio, chiaramente potente ma non nobile, non potesse essere altro che un precettore. È una scelta molto ponderata. Forse dovrei inserire una figura che guidi il contingente gondoriano, magari un nobile veterano, ma a quel punto avrei un'altra copia del Cigno Nero.
Grazie per le indicazioni e per aver avuto la pazienza di leggere quel mattone :)
Purtroppo è scritto nei ritagli di tempo, penso che per la prossima settimana sarà finito.

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02 Dec 2011 11:25 #8190 by ElCanter
intendevo che con un bel bg è quasi assicurato il premio per l'armata caratteristica.

Per quanto riguarda Gandalf ho capito ora che me l'hai spiegato, magari potresti evitare di dire che l'ha inviato Denethor, può essere benissimo che abbia voluto accompagnare Faramir (nel Sda erano molto legati), ma sua figura nel testo sta beissimo ;)

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  • Lord of the West
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02 Dec 2011 14:28 #8202 by Lord of the West
Replied by Lord of the West on topic Re: Bg per torneo di Gda - Il Cigno Nero - I parte
Davvero succulento e curato.. ora però voglio il seguito :P

Ónen i-Estel Edain

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  • lontra
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05 Dec 2011 15:02 #8445 by lontra
“Quale onore, Sir Gavril il Grazioso è tra noi”, con un accenno di inchino uno dei cavalieri si rivolse al Cigno Nero. Aveva un occhio bendato, ma la menomazione non lo rendeva meno avvenente: folti capelli scuri incorniciavano un volto dai lineamenti nobili.
“Wilhelm perchè non ti inchini a quei nobili signori venuti dal Sud? Sono certo che apprezzeranno il gesto e magari faranno buon uso della tua bellezza.”
“Preferisco infilzarne qualcuno con la mia lama, in fondo..”
La frase fu coperta dal basso suono dei corni d'osso, la cacofonia investì le truppe gondoriane. Immediatamente tutti gli occhi si rivolsero verso il fondo valle, la moltitudine di uomini sembrava voler coprire come un manto l'intera superficie della vallata. I nemici erano circa tre o quattro volte superiori in numero alle truppe del Cigno.
La fanteria pesante era già in posizione, pronta a sostenere l'urto. La cavalleria era disposta in posizione leggermente arretrata rispetto la linea di fanti, poteva sembrare un errore lasciare i fianchi scoperti, ma era un rischio calcolato. Dalla loro posizione privilegiata, i cavalieri che circondavano Gavril potevano vedere perfettamente lo scenario dello scontro.
La moltitudine caotica si fermò a circa un migliaio di piedi, un nutrito gruppo di arcieri avanzò dai ranghi. L'aria si riempì di un sordo boato, seguito dall'acuto sibilo delle frecce in caduta. Pochissimi dardi colpirono i bersagli e senza la forza necessaria per passare le corazze. Non si trovavano nelle calde pianure desertiche del Sud, il dislivello e l'umidità dell'aria avevano indebolito la trazione degli archi, rovinandone la gittata e la precisione.
Gli arcieri avanzarono ancora, tentando un nuovo tiro. Questa volta gli scudi e le corazze risuonarono per la grandinata di colpi, qualche rauco grido di dolore si sollevò nell'aria. Ma tra le fila ordinate di uomini non si aprirono varchi.
Lo scarso successo del tiro rese furiosa la massa di guerrieri, che si lanciò in una folle corsa sul pendio. La fretta di raggiungere lo scontro fisico era tale che i ranghi travolsero i loro stessi arcieri.
I fanti gondoriani attendevano in silenzio la carica del nemico, a 100 piedi di distanza Gavril fece un cenno al suo portaordini, una singola argentina nota si sollevò dalla tromba dell'attendente. All'unisono i fanti del Canuto sollevarono le armi, creando un'impenetrabile barriera di lame, al loro fianco i guerrieri di Minas Tirith sollevarono gli scudi neri, innalzando una foresta di alberi bianchi, simbolo del regno. Lo scontro fu fragoroso ma l'impeto del nemico era stato attenuato dalla lunga corsa e dalla salita.
Nel corpo a corpo l'equipaggiamento pesante donava una netta superiorità ai gondoriani. In breve tempo gli esausti sudroni allentarono la pressione, numerosi corpi avvolti in tessuti colorati giacevano ai piedi della fanteria pesante.
Mentre la mischia procedeva con violenza, scattò lo scontato piano del nemico. Due ali di cavalleggeri assaltarono le ali dello schieramento di fanteria. Due sottili ma solide linee di picchieri entrarono in azione. Mescolati alle ali di fanteria erano rimasti celati al nemico fino all'ultimo secondo. La cavalleria nemica andò ad infrangersi contro le pesanti aste di frassino delle picche.  Il muro di lance in breve tempo schiacciò i cavalieri contro i ripidi versanti della valle. Alcuni sudroni appiedati provavano ad infiltrarsi nel muro di picche strisciando sul terreno e pugnalando alle gambe i fanti, ma erano pochi e venivano prontamente eliminati.
Il Cigno Nero chiamò una seconda volta l'attendente, la tromba squillò. Le ali di cavalleria entrarono in azione; vessilli argentati con l'albero di Gondor erano alla testa delle due schiere, le possenti zampe dei destrieri sollevavano zolle di terreno mentre passavano dal trotto alla carica. A poche decine di passi dalla confusa massa dei cavalleggeri sudroni furono abbassate le lance da cavalleria, l'impatto fu terrificante. I piccoli cavalli del sud furono letteralmente scaraventati a terra, le forze di Gondor penetrarono in profondità nelle linee nemiche, incalzando un nemico ormai  vicino alla rotta.
Fu a quel punto che un canto si innalzò dalle linee nemiche. Un canto non strutturato, una confusa ma armoniosa ripetizione di parole in qualche lingua da tempo dimenticata, nello stesso tempo dolorosa da ascoltare ma affascinante.
Al centro dello schieramento degli uomini del sud avanzava l'osceno stendardo dell'Occhio. Sotto di esso stava un giovane ragazzo, i suoi tratti di una bellezza sconosciuta ad occhio umano. Era la sua bocca ad innalzare il canto, lo seguiva un coro di figure celate da scure stoffe.
L'aria sembrava tremare per la potenza della melodia, il tempo scorrere lentamente.
Poco prima l'intera linea dei predoni stava vacillando, pronta ad una ritirata rovinosa; ora invece erano le linee gondoriane ad indietreggiare. Tutto attorno al blasfemo vessillo le ombre degli uomini del Sud sembravano prendere vita, grottesche forme umanoidi sorgevano dall'oscurità. Alte almeno otto piedi, avevano delle membra muscolose e massicce, enormi fasci di muscoli si muovevano sotto la loro pelle scura. Brandendo pesanti mazze d'osso e di pietra si lanciarono contro la fanteria gondoriana, travolgendo tutto al loro passaggio.
La canzone diretta dal giovane lentamente generava altri mostri simili, ma Gavril comprese con orrore che solo un arciere molto abile avrebbe potuto colpirlo, ma lui non aveva arcieri nel suo esercito.
Il centro dello schieramento stava letteralmente cedendo sotto i pesanti colpi dei giganteschi umanoidi. Gavril si lanciò in carica seguito dai suoi cavalieri. Alla sua destra apparve il Grigio Viandante, nonostante l'età riusciva ad essere più veloce dei pesanti cavalieri in armatura. Nella sinistra teneva il suo bastone da viaggio, nella destra brandiva una lunga spada che sembrava emanare una tenue luce azzurra.
L'anziano raggiunse con enorme anticipo la linea del fronte, uno dei mostri cercò di colpirlo con una mazza pesante almeno quanto Gavril in tenuta da battaglia, eppure il Viandante bloccò senza sforzo il colpo con il suo bordone e con un rapido fendente troncò di netto il braccio all'altezza del polso. Senza sforzo la lama aveva tagliato carne ed ossa.
Wilhelm indicò a Gavril il vecchio “Una giornata ricca di sorprese, il vecchio è un guerriero”. Anche in una carica mortale il veterano aveva voglia di scherzare.
“E allora sbrighiamoci prima che il vecchio uccida tutti i mostri”, così dicendo il Cigno Nero sollevò l'urlo di battaglia seguito da tutti i suoi uomini “Dol Amroth per Gondor”.
Aiutato da Wilhelm si avventò contro il primo umanoide, con abilità riuscì a schivare i goffi colpi e poi a colpire i tendini del ginocchio. Wilhem nel frattempo impegnava frontalmente il nemico. Il Cigno approfittò della disattenzione per colpire il volto dell'avversario. Fortunosamente la lama penetrò nel collo tranciando muscoli e carne. I due compagni abbandonarono al suo destino il morente bestione.
Immediatamente altri mostri comparvero davanti ai cavalieri. La battaglia si stava trasformando in un'enorme mischia: cavalli, mostri, fanti si accalcavano gli uni agli altri cercando di uccidersi. L'aria era pregna della puzza di sudore, sangue, urina, grida di morte e di trionfo si accavallavano, ma su tutto dominava l'ossessiva armonia. Gavril era consapevole che se voleva ottenere una vittoria doveva uccidere il misterioso cantante. Scruto il campo alla ricerca del vessillo, lo individuò su una specie di leggero rialzo del terreno, al di sotto il giovane continuava a cantare. Per gli dei, un bersaglio così facile, eppure irraggiungibile.
Ma forse gli dei lo stavano ascoltando, con la coda dell'occhio notò nelle retrovie nemiche l'argenteo vessillo del soprintendente. Boromir scese dal cavallo con in un pugno un lungo arco di tasso. Gavril ringraziò mentalmente tutte le divinità, nel suo esercito c'erano due arcieri, i figli del soprintendente.
Il giovane prese indisturbato la mira e scaglio il dardo, il Cigno Nero aveva la visuale coperta da un'incombente mostro, ma seppe che la freccia aveva raggiunto il bersaglio, infatti l'armonia mutò di colpo in un discordante ululato di dolore.
Il colossale avversario menò fendenti nell'intento di schiacciare al suolo il prode comandante. Un fante di Gondor venne raggiunto da un colpo, lo scudo volò in frantumi e l'uomo venne sollevato dal terreno come una bambola di pezza.
La situazione era drammatica, ovunque le forze gondoriane erano sulla difensiva, ma prive di uno schieramento non potevano far valere la loro disciplina. Gavril doveva impedire che lo scontro continuasse ad essere una mischia. Richiamò con ampi cenni del braccio il suo attendente, il trombettiere corse immediatamente verso Gavril, dopo pochi passi venne colpito al ventre dalla lancia di un sudrone. Il Cigno Nero raggiunse l'uccisore e lo decapitò di netto, con lo scudo colpì un secondo avversario, mandandolo a terra e colpendolo al volto con il bordo del suo scudo frantumando le ossa facciali. Venne immediatamente affiancato dal suo scudiero che fino a quel momento gli aveva coperto le spalle; non indossava più l'elmo e una corta daga era piantata nella giuntura tra il pettorale e la spalliera. Il giovane si chinò raccogliendo la tromba dalle mani dell'agonizzante trombettiere Senza bisogno di indicazioni suonò tre note prolungate, il segnale di ripiegare.
Gli alfieri iniziarono a retrocedere e gli uomini cercavano di raccogliersi attorno ad essi in ordine, lentamente ma inesorabilmente i gondoriani stavano ordinando i ranghi, cercando di presentare un fronte unito contro il nemico.
I pochi cavalieri che non avevano perso la montatura si radunarono attorno a Faramir che li incitò in una carica suicida. Gavril guardò con orrore la confusa avanzata delle sue ultime forze di cavalleria, il giovane folle alla ricerca di un'onorevole morte stava decretando la fine delle poche possibilità di salvezza per i suoi uomini.
Ma il figlio minore del soprintendente non aveva in mente una carica frontale, si limitò a una semplice carica di alleggerimento nel punto più debole delle linee nemiche, evitando la zona presidiata dai giganteschi umanoidi. Non appena il nemico vide i cavalieri cercò scampo con la fuga, Faramir li ignorò e guidò nuovamente i cavalieri sui loro passi, coprendo la ritirata dei fanti.
Il Cigno Nero si stupì della freddezza del giovane e del suo acume tattico, questa semplice azione aveva distratto l'avanzata del nemico.
Aveva ragione Wilhelm, era davvero una giornata ricca di sorprese.
I fanti si erano raggruppati attorno ad una serie di muretti a secco, che non garantivano alcuna difesa ma sembravano rassicurare gli uomini. Nelle retrovie si era formato un capannello di guerrieri attorno allo stendardo personale di Jan il Canuto. L'anziano capitano giaceva a terra, privo del pettorale, la pelle del volto più bianca della sua candida barba, esangue per via della orrenda ferita al fianco destro.
L'alfiere si rivolse a Wilhelm sottovoce “uno dei mostri lo ha colpito sul fianco, eppure ha guidato lui la ritirata, quando abbiamo tolto la placca dell'armatura.. abbiamo visto.. era troppo tardi..”
Il Cigno Nero si inginocchiò nei pressi del caduto e gli tenne sollevata la testa, i morbidi capelli bianchi coronavano il volto sofferente.
“Gavril, ci siamo riusciti?”, la voce del combattente era così debole.
“Quasi amico amico mio, ora siamo su solide posizioni e non verrano più a disturbarci, gliele abbiamo suonate..”
“Bene, mio figlio?”
“E' sul lato destro a guidare i picchieri, ha lottato con coraggio e ha ucciso parecchi nemici, credo che per un po' potrai riposare e lasciare a lui il tuo posto”
“Bene” un sorriso comparve sulla vecchia faccia rugosa “bene, devo riposare” il veterano chiuse gli occhi per l'ultima volta. Gavril poggiò delicatamente sul terreno la testa del suo amico.
“Alfiere proteggi il suo corpo e solleva alto il suo stendardo, è stato un valoroso e a lui dobbiamo le nostre vite, tutti gli altri tornino in formazione e vendicatelo”.
Aximar si avvicinò al suo condottiero “Signore il nemico sta ricominciando solo ora a ricompattare le sue linee, credo che ci attaccheranno”.
“Lo credo anche io, dove sono i figli di Denethor?”
“Il minore è sul fianco destro con i cavalieri, il maggiore non lo ho più visto, forse è con il Viandante, anche lui sembra scomparso”.
“E Wilhelm?”
“Signore temo sia caduto, lo ho visto affrontare contemporaneamente due mostri, non credo..”
“E così già mi state preparando il funerale”, il cavaliere comparì alle spalle dello scudiero che immeditamente perse quel poco di baldanza che aveva recuperato durante il combattimento “non bastano certo due mostri a fermare il più coraggioso e abile guerriero della Terra di Mezzo.." improvvisamente si interruppe, scorgendo il corpo di Jan si rese conto di aver interrotto un momento solenne.
Il tempo per il cordoglio era già finito i corni d'osso ripresero a suonare.
"torniamo ai nostri posti, Wilhelm guida il fianco sinistro e prendi con te un trombettiere, se rischiamo l'accerchiamento lancia il segnale", detto questo il Cigno Nero si pose in prima linea.
I nemici stavano avanzando lentamente, i mostruosi esseri erano mescolati ai ranghi, il loro numero si era assottigliato ma restavano una temibile minaccia.
Pochi metri alla sua destra comparve il Viandante, gli uomini gli facevano spazio mentre si avvicinava a Gavril.
“Gavril devi attaccare.”Il comandante guardò il Grigio come se lo vedesse per la prima volta “Chi sei in realtà?”.“Non è importante chi sia, ma piuttosto il motivo che mi ha spinto ad essere qui al tuo fianco in questo momento” lo sguardo del vecchio si incupì e la voce divenne imperiosa “ti ripeto: devi attaccare”.“Guardati attorno” sussurrò Gavril “sono spaventati, tutto ciò che ancora gli impedisce di fuggire è quel misero muretto che pensano di difendere. Non riuscirei a farli avanzare neanche se lo volessi” il suo volto era segnato dalla fatica dello scontro “Avanzare ora è un suicidio. Meglio tenere la linea e cercare di logorare il nemico”.“Sappiamo entrambi che restando qui la nostra fine è segnata. Abbi fiducia Gavril, guida i tuoi uomini, le sorprese in questa giornata non sono finite” Il Viandante fissò intensamente Gavril. Il Cigno Nero si sentì pervadere da energie che non credeva di avere, la speranza sorse nel suo cuore.Scavalcò la bassa barriera di pietre, fece pochi passi verso il nemico e si rivolse ai suoi compagni.“Uomini di Gondor, perchè vi rintanate dietro un mucchietto di rocce mentre il nemico calpesta la nostra terra?” Il Cigno Nero rappresentava un figura splendida nel suo furore. L'intera superficie della sua armatura era coperta da scalfitture, concussioni. Il sangue rappreso e la polvere oscuravano la lucentezza del metallo. “Mentre voi vi nascondete gli uomini del Sud depredano i cadaveri dei nostri amici, fanno scempio dei vostri morti. A cosa vi servono le armature e le armi se preferite proteggervi con qualche sasso? Schieratevi al mio fianco ed aiutatemi a schiacciare i nostri nemici. Non ve lo chiedo come comandante ma come vostro compagno d'armi, unito a voi dal vincolo del sangue versato su questo suolo”.Proprio in quel momento un'ombra solcò il terreno, ingrandendosi fino a raggiungere dimensioni gigantesche, l'ombra superò Gavril che venne scosso dallo spostamento d'aria e dal rumore come di vele al vento. Un'aquila di dimensioni mostruose si posò su un affioramento roccioso a pochi passi dal Cigno Nero.L'enorme animale fissò il suo sguardo negli occhi di Gavril, il veterano vi lesse un'intelligenza fuori dal comune ma non ostilità. Quasi a sottolineare questo aspetto l'aquila chinò il suo collo quasi a riverire il veterano.Si diresse verso di essa, i giganteschi artigli avevano lasciato profondi solchi nella roccia, il becco lucidissimo prometteva morte, eppure Gavril non indugiò. Si fermò a pochi passi dall'aquila, questa voltò il collo e scrutò le fila dei soldati, Gavril avrebbe giurato che guardasse il Viandante. L'animale allungò il collo e abbassò la testa a pochi centimetri dal suo volto. Si tolse il guanto d'acciaio e allungò una mano, accarezzando il pelo della splendida aquila.Poi si rivolse nuovamente ai suoi uomini: “Anche gli esseri di questa terra giungono per scacciare il male, unitevi a noi!”.I soldati scavalcarono la barriera e si riversarono nella vallata. L'aquila lanciò un altissimo richiamo e dall'alto i suoi simili risposero. In un attimo il cielo si riempì delle sagome delle aquile giganti.“Hai avuto fiducia, ti sei mostrato degno del loro aiuto”. Il Viandante aveva raggiunto Gavril e al suo fianco teneva per le briglie Egaroth, incredibilmente tranquillo.“Sei stato tu a donarci questi formidabili alleati.”“Io ho solo lanciato una richiesta di aiuto, è stata Fondwir a decidere di aiutarti”“L'aquila ha un nome?”“Ha molti nomi, per noi è Fondwir”Gavril montò su Egaroth, che nel frattempo aveva ritrovato il suo focoso carattere.Le forze di Gondor si lanciarono contro l'incombente massa dei nemici. Le due orde si scontrarono con un rumore assordante. I richiami delle aquile e le grida furibonde dei mostruosi giganti sovrastano il frastuono. I rapaci erano piombati sugli umanoidi, sfregiandone i volti, accecandoli con il becco, scavando profonde ferite con i loro artigli.I gondoriani galvanizzati stavano letteralmente falciano i ranghi nemici. Gavril dominava i nemici dall'alto di Egaroth, la sua lunga lama lacerava busti, mozzava arti e teste con una rapidità inumana, il Cigno Nero non si sentiva così vivo da anni. Un cavaliere ricoperto da monili d'oro cercò di fermare la sua sanguinosa avanzata, Egaroth colpì con violenza il piccolo cavallo del Sud e Gavril approfittò dello stupore del cavaliere avversario per ferirlo a morte. Due guerrieri ugualmente coperti d'oro cercano di disarcionarlo, Egaroth morse uno dei due e schiacciò l'altro sotto i suoi zoccoli. Attorno al Cigno Nero si formò il vuoto, gli uomini iniziarono a gettare le armi e a correre cercando al salvezza.L'intero fronte nemico stava cedendo, una folla caotica iniziò a riversarsi verso il fondovalle, inseguita dai resti della cavalleria gondoriana e dalle aquile. La battaglia era vinta.L'inseguimento durò pochissimo, il giorno volgeva alla fine e le truppe erano stanche.L'aquila Fondwir planò lentamente sopra il Cigno Nero fissandolo per un'ultima volta prima di prendere quota e scomparire nel cielo seguita dai suoi simili.Il comandante ordinò di rientrare al campo, l'indomani avrebbero pensato ai caduti.Rientrò nella sua tenda, lasciando che gli uomini festeggiassero la vittoria e ricordassero i compagni caduti. Tolta la sua armatura si sedette presso il tavolino da campo, prese pergamena e inchiostro e iniziò lentamente a scrivere.“Non perdi tempo in festeggiamenti”. Il Viandante era riuscito ad entrare senza che lui se ne accorgesse.“E tu non perdi tempo a farti annunciare” Rispose seccatamente. “Purtroppo non c'è tempo da perdere. Dobbiamo richiedere rinforzi, non siamo operativi e se un'altra orda di quei mostri dovesse apparire sarebbe la fine. Devo informare il Principe Imrahil e il Soprintendente.”“Il Soprintendente sarà felice di conoscere le gesta dei suoi figli.”“Hanno combattuto bene, se non fosse stato per Boromir e il suo arco a quest'ora saremmo tutti morti, lo stesso vale per la carica di alleggerimento di Faramir. Sono due valorosi.”“Questa giornata ha visto molti atti di coraggio.”“Dovremmo ringraziare anche le aquile. I tuoi rapaci ci saranno di grande aiuto in futuro...”“Non sono mie, le aquile non appartengono ad alcuno” lo interruppe il Grigio con violenza. “Hanno difeso la loro terra, le loro montagne, ma non andranno oltre. Non sono cani ammaestrati, non sono il tuo destriero. Sono esseri liberi che seguono i loro pensieri”.“Non essere in collera con me Viandante, è il mio mestiere fare la guerra e se possibile sfruttare le opportunità. Tu resterai con i tuoi protetti o tornerai nella Città Bianca.”“Ti sbagli di nuovo”, rispose sorridendo, “non sono il precettore dei figli di Denthor.”“Chi sei allora?”“Potremmo dire che sono come le aquile. Ho molti nomi e sono libero di vagare raggiungendo i luoghi che più mi aggradano. Mi recherò a nord, lì ora è richiesta la mia presenza”.“Andrai a Rohan? Cosa può esserci di più urgente che cacciare questi sudroni dalle nostre terre?”“Sei curioso Gavril. Andrò a nord, molto più a nord. Gondor non è l'unica terra ad essere sotto attacco da parte dell'Oscuro Signore.” Il volto del Viandante s'incupì “Ricorda le mie parole Gavril, arriverà il momento di affrontare il tuo peggior nemico, poni fiducia nell'amico, non potrai affrontare quel momento da solo”.Gavril sorrise “Non sono mai solo Viandante, Egaroth sarà sempre con me!”Anche il Grigio sorrise “E' giunto il momento di andare, buone lettere Cigno Nero”“Ti auguro un cammino veloce  e sicuro Viandante e spero di rivederti in futuro”“Ci incontreremo in tempi difficili” detto questo il vecchio uscì dalla tenda e scomparì nella notte.Gavril tornò alle sue lettere. Doveva scrivere, questo sì che era un momento difficile!

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05 Dec 2011 17:32 #8456 by Felarof
Bellissimo Background! :ohmy:
L'ho letto tutto e merita veramente!
L'unica cosa che non capisco è il "ragazzo" che canta ed evoca gli umanoidi.. potresti gettare più luce su questo aspetto? :)
Per il resto il racconto è scritto molto bene e appassiona il lettore! Complimenti ;)

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  • lontra
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05 Dec 2011 19:02 #8470 by lontra

Felarof wrote: Bellissimo Background! :ohmy:
L'ho letto tutto e merita veramente!
L'unica cosa che non capisco è il "ragazzo" che canta ed evoca gli umanoidi.. potresti gettare più luce su questo aspetto? :)
Per il resto il racconto è scritto molto bene e appassiona il lettore! Complimenti ;)


Lascio al lettore la libertà di immaginare ciò che vuole.. non volevo essere pedante, alla fine questa specie di evocatore con il suo canto (anzi con il coro di voci) attrae dalle ombre degli umanoidi (mezzi troll??).. sono rimasto sul vago proprio per evitare descrizioni pseudo verosimili su un qualcosa di stregonesco.

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05 Dec 2011 20:53 #8484 by lig94
veramente mirabile!!! stupendo!
concordo con felarof ! parlaci anche del cantore ;)

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05 Dec 2011 21:11 #8485 by Felarof

lontra wrote:

Felarof wrote: Bellissimo Background! :ohmy:
L'ho letto tutto e merita veramente!
L'unica cosa che non capisco è il "ragazzo" che canta ed evoca gli umanoidi.. potresti gettare più luce su questo aspetto? :)
Per il resto il racconto è scritto molto bene e appassiona il lettore! Complimenti ;)


Lascio al lettore la libertà di immaginare ciò che vuole.. non volevo essere pedante, alla fine questa specie di evocatore con il suo canto (anzi con il coro di voci) attrae dalle ombre degli umanoidi (mezzi troll??).. sono rimasto sul vago proprio per evitare descrizioni pseudo verosimili su un qualcosa di stregonesco.


grazie ancora per questo splendido racconto! :)

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  • ElCanter
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05 Dec 2011 21:18 #8486 by ElCanter
che dire: combattimenti al rallentatore, discorso d'incitazione... MERAVIGLIOSO

ti sei ricordato di Gandalf, grazie ;)

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