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Il 5° Torneo Pugliese

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02 May 2012 19:54 - 13 Jul 2012 17:16 #26061 by pinovipera
Il 5° Torneo Pugliese was created by pinovipera
Il gruppo di gioco pugliese “Amrundor” è lieto di presentare il:
5° Torneo di ISDA in Puglia

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Quinto incontro dei giocatori pugliesi di ISDA


Il 12 Maggio presso il negozio “Centro Hobby” di Bari si disputerà il quinto incontro pugliese ufficioso di ISDA. I partecipanti si sfideranno utilizzando liste a 750 punti e scenari dei nuovi Supplementi ISDA. Inoltre, a incontro effettuato, ognuno posterà un BR con immagini dei vari scontri che ci sono stati. Chi vuole può anche scrivere un BG della propria armata e inserirlo prima della descrizione delle partite.

Per maggiori informazioni sulle modalità di svolgimento del torneo, vi invitiamo a consultare la sezione Puglia del Sito dell'Anello (Home Rules per tornei in Puglia).

I partecipanti per ora sono pinovipera, voronwe, il duo dei terribili.broth e terras.
Il tutto avrà luogo al “Centro Hobby” in via Amendola 147 F, a Bari a partire dalle 15:15.

Il torneo è presente anche nella "Sala del Trono" sul sito Games Workshop.

Inoltre sono previsti i seguenti riconoscimenti:
Vincitore del torneo
Miglior generale del male
Miglior generale del bene
Miniatura dipinta
Armata Dipinta
Armata caratteristica (BG + modelli caratteristici)


Qualora ci siano altri giocatori pugliesi che vogliano assistere al match o partecipare al torneo, sono i benvenuti.

Iscrivetevi al Canale Youtube di pinovipera: www.youtube.com/user/pinovipera
Iscrivetevi alla pagina Facebook di pinovipera: www.facebook.com/pages/La-vipera-sul-Tubo/146909605472672
Unitevi al gruppo di gioco Pugliese Amrundor! www.sitodellanello.altervista.org/joomla...=27&id=175&Itemid=82
Visitate il mio sito e il mio blog di miniature :) viperarts.altervista.org/index.html viperarts.altervista.org/blog/
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Last edit: 13 Jul 2012 17:16 by pinovipera.

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09 May 2012 13:34 - 10 May 2012 14:53 #26491 by terribili broth
Replied by terribili broth on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
e allora, visto che nessuno vuole farsi avanti :P , i Terribili vi porgono le loro liste!!

Terribile Giorgio

Capitano Uruk + sc + arm.pes

1 uruk + scudo
4 berserk
4 orchi scudo + lancia
2 uruk + picca


Capitano Uruk + sc + arm.pes

1 uruk + scudo
4 berserk
4 orchi scudo + lancia
2 uruk + picca


Ugluk

2 berserk
3 uruk + scudo
4 orchi + scudo + lancia
2 uruk+ picca


Vrasku

5 balestre


Mahur

5 predoni di mahur(o come si chiamano :P ) + scudo


749 punti - 48 modelli
Leader Capitano uruk sperando nella difesa 7!! :(


Terribile Marco (...il BG è in fase di elaborazione ;))

Shagrat + scudo
5 morannon + scudo
5 morannon + lancia + scudo

Tamburino
5 morannon + scudo
5 morannon + lancia + scudo

Gorbag + scudo
4 morannon + scudo
2 morannon + lancia + scudo
1 orco + lancia + scudo

Mumak + armi
6 haradrim + arco
6 haradrim nudi

750 punti - 44 modelli
leader: Shagrat

le bande potrebbero ricevere modifiche prima del torneo...

e ora attendiamo trepidanti le vostre!! ;)
Last edit: 10 May 2012 14:53 by terribili broth.

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09 May 2012 14:08 - 09 May 2012 14:37 #26494 by Voronwe
Replied by Voronwe on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Ecco la mia con il BG ancora in lavorazione:
IN DIFESA DI EDHELLOND

DOL AMROTH
Principe Imrahil di Dol Amroth (a cavallo con lancia da cavalleria e scudo)
2 Cavalieri di Dol Amroth a cavallo con lancia e scudo
4 Cavalieri di Dol Amroth a piedi con scudo
3 Armigeri di Dol Amroth con picca
GUARNIGIONE DI EDHELLOND
Ilverin “Cuorpiccino” Cap. di Dol Amroth (a cavallo con scudo e lancia da cavalleria)
2 Cavalieri di Dol Amroth a cavallo con lancia e scudo
4 Cavalieri di Dol Amroth a piedi con scudo
3 Armigeri di Dol Amroth con picca
ELFI DI EDHELLOND
Duilin Capitano degli Elfi Silvani di Edhellond (arco, lama e mantello elfici)
3 Elfi Silvani con arco
3 Elfi Silvani con lancia
1 Elfi Silvani con pugnali da lancio
2 Elfi Silvani
ELFI DI EDHELLOND
Vardil Capitano dei Galadhrim (con armatura e scudo)
Dairon Sentinella elfica della Torretta Fluviale (con arco e mantello elfico)
3 Elfi Silvani con arco
3 Elfi Silvani con lancia
1 Elfi Silvani con pugnali da lancio
2 Elfi Silvani
Generale: Principe Imrahil di Dol Amroth.
Pezzi: 41. Punti: 750.

FONDATORE del gruppo di gioco AMRUNDOR.

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Last edit: 09 May 2012 14:37 by Voronwe.

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09 May 2012 15:00 - 14 May 2012 19:23 #26498 by pinovipera
Replied by pinovipera on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
aspettando le liste dei nuovi arrivati, posto la mia e un primo abbozzo del BG (va perfezionato in alcune cose, ma il senso resta quello ;) )


Re del khand carro
Tamburino + 3 dragoni catafratti + 5 khandish e 2 khandish arco
Capitano esterling cav bar scudo
6 dragoni neri + 6 picchieri
Re degli stregoni 1 10 1
3 uruk di mordor scudo + 6 orchi scudo lancia + 3 guardie nere
Capitano orchetto scudo
2 cavalcawarg scudo + 5 battitori + 2 orchi lancia + 2 uruk di mordor scudo
750 punti – 50 modelli – 7 possanza – 7 archi - Generale: Re degli Stregoni
DO UT DES

Un sole freddo rischiarava a malapena il mattino carico di nubi. Una tempesta era in arrivo, lo si vedeva all’orizzonte. Da un po’ di tempo circolavano strane notizie ad Est, notizie che parlavano di vendetta, di resa dei conti e di dominio dell’oscurità. Da molti anni nel Rhun e nel Khand le minacce occidentali erano state debellate; ma, se nel Rhun l’adorazione dell’Occhio ancora persisteva, le satrapie del Khand avevano da tempo abbandonato ogni proposito espansivo verso Ovest per dedicarsi al commercio. I traffici dei Variaghi collegavano tre grandi aree: Rhun, Mordor e Harad. La posizione favorevole del Khand aveva permesso agli schivi abitanti di queste regioni di prosperare e di stabilire un vero e proprio monopolio delle rotte commerciali, non senza l’uso controllato della forza. Adesso però l’Occidente tornava a farsi sentire e le voci giravano rapidissimamente lungo i tragitti delle carovane. Per questo motivo il Consiglio dei Satrapi aveva deciso di incontrare i capi del Rhun per affrontare con gli Esterling una discussione da tempo accantonata: con chi schierarsi?
Gli emissari dei satrapi meridionali giunsero alla riunione poco prima che questa avesse inizio. Nel palazzo del Consiglio c’erano già il capo dell’assemblea e alcuni rappresentati delle satrapie più ad Est; con loro erano convenuti i generali degli Esterling, ma fu subito evidente l’assenza dei due capi supremi del Rhun: non v’era traccia né di Amdur, Signore delle Lame e supremo sovrano degli Esterling, né di Khamul, il Generale Spettro, potentissimo referente di Mordor nelle terre del Rhun. Quest’ultimo era stato uno dei potenti Signori dell’Est prima che l’Ombra tornasse a farsi presente presso Bosco Atro, era stato uno dei combattenti di Dol Guldur e aveva assistito alla caduta del Necromante per opera del Bianco Consiglio. Ma ora il suo Sire Sauron era tornato più potente che mai, pronto ad assoggettare tutti al suo potere. Per questo motivo Khamul si era recato ad Ovest per assistere Sauron nei preparativi della Guerra dell’Anello. Dopo i soliti convenevoli di rito, si entrò nel vivo della discussione, ma nessuno aveva il coraggio di parlare apertamente, nell’aria si sentiva puzza di inganni e in poco tempo furono in molti a schierarsi fermamente sulle proprie posizioni: tutti volevano garanzie sul commercio, sul prestigio e sul rispetto dell’onore del proprio clan. Data la situazione di stallo, uno dei generali dell’Est decise di intervenire.
“Il mio nome è Ardurtal, Generale dei Dragoni Neri. Porto con me il messaggio dell’Oscuro Sire, giunto a noi Esterling tramite il messaggero che tutti voi conoscete come Khamul, lo Spettro. La Grande Battaglia è alle porte, nulla potrà opporsi alla grande minaccia di Mordor, di Rhun e di Harad. Chiunque deciderà di unirsi al potere di Sauron, riceverà doni e prestigio al termine della Guerra dell’Anello. Per sancire definitivamente il patto di alleanza fra Mordor e l’Est, tra due giorni a partire da ora, in territorio neutrale, nel punto in cui confinano Mordor, Rhun e Khand, il più potente dei Nove Spettri dell’Anello in persona incontrerà i rappresentanti degli stati orientali.”
Un grande silenzio avvolse la sala dell’assemblea e un brivido gelido attraversò la schiena di tutti i guerrieri riuniti nel Consiglio: il più potente dei Nazgul, Il Re degli Stregoni di Angmar, Il Flagello degli Uomini sarebbe giunto nei loro territori, e di certo non per trattare ma per ricevere assensi. Inoltre ad aver parlato era il Capo Supremo dei Dragoni Neri, la misteriosa setta che venerava l’Oscuro Sire fin dai tempi Antichi, prima della sua caduta ad opera di Isildur: questo era un chiaro segnale della assoluta fedeltà richiesta in guerra. La seduta fu sciolta in breve tempo e tutti ritornarono alle proprie dimore con l’animo colmo di indecisione.

Due giorni dopo erano state allestite delle tende in una piana che conduce a Nord nel Rhun, a Ovest a Mordor e a Sud nel Khand: un territorio neutrale per un’alleanza poco diplomatica. Le nubi che da giorni si erano addensate ad Est, improvvisamente si fecero più cupe, il cielo era scuro e tetro, non un solo raggio di sole penetrava la fitta cortina di nuvole. Tutti avevano ben compreso che dietro tutto questo c’era la mano del Re degli Stregoni. Fuori dall’accampamento erano riuniti Ardurtal e i suoi Dragoni Neri: un gruppo di catafratti al seguito di un tamburo da guerra ricordavano a tutti che ci sarebbero state molte marce forzate prima di arrivare in prossimità delle regioni nemiche. Il resto dei Dragoni impugnava gli scudi come se la battaglia stesse per scatenarsi da un momento all’altro, ma non battevano ciglio: impassibili tenevano lo sguardo fisso nel vuoto, come se sapessero il punto esatto da cui sarebbe spuntato il Nazgul. E difatti all’orizzonte, dietro il lieve pendio del colle su cui si trovava l’accampamento, un’ombra più scura delle altre si balenò e al suo seguito c’era un nutrito gruppo di scorta. Non appena furono giunti al cospetto degli Esterling, gli orchi e gli uruk sopraggiunti col Re degli Stregoni si disposero per far avanzare questi e un orco completamente rivestito da una sudicia ma resistente armatura. E questi parlò:
“Agrashak, Capitano degli Orchi del Gorgoroth, vi comunica che Mordor è lieta di aver stretto alleanza con voi. A tutti saranno garantiti onore e rispetto in battaglia, compreso il prestigio che ne deriverà, se vi batterete fieramente.”
“Per l’Occhio!” L’urlo improvviso dei Dragoni Neri face trasalire i presenti, persino i conterranei dell’Est non avevano mai udito parlare i temibili Dragoni, tanto che circolavano voci sul fatto che venisse loro amputata la lingua, per evitare che parlassero se catturati dal nemico. Il Re degli Stregoni si rivolse verso il Capo degli orchi, e senza parlare parve comunicargli ciò che doveva riferire.
“Il mio Signore, Re dei Nove Immortali, chiede di parlare coi due capi supremi presenti all’assemblea. Si facciano avanti il Generale dei Dragoni Neri e il Re del Khand.” Ardurtal scese dal suo nero destriero e si fece avanti, ma il Signore delle Satrapie tardava a farsi avanti. Dallo stesso punto in cui era giunto il seguito del Nazgul poco prima, apparve un fulgido carro rosso e oro: era proprio il Re che sopraggiungeva sulla propria auriga.

“Il Luogotenente di Barad-dur non dovrebbe lasciare che sia un suo sottoposto a parlare per lui: non siamo forse degni di trattare con il più fidato servo di Sauron? Come rappresentante della volontà del Khand, vi dico che le vostre sono solo belle parole, le satrapie non hanno bisogno di onore perché siamo già fieri guerrieri, non hanno bisogno di potere perché dominiamo incontrastati nelle nostre terre, non hanno bisogno di gloria perché i nostri avi ce la garantiscono a sufficienza e noi non la cerchiamo! Cosa ha dunque da offrirci l’Occhio di reale, concreto?”
Agrashak stava per intervenire, ma il Nazgul lo fermò e si decise a parlare. La sua voce era greve e roca, ma anche gracchiante e sibilante allo stesso tempo. Il cuore di tutti i presenti si fermò per ascoltare.
“Cosssssa voleeeeeete?”
“Ricchezza. Vogliamo che nessuno intervenga nel decidere come noi Variaghi dovremmo amministrare il nostro paese, non saremo schiavi di nessuno e conserveremo il monopolio dei commerci con Mordor, col Rhun e con l’Harad.”
“SSSSSaggio uomo! Cossssssssì sssssssssia!”
“Mio Signore, giuro di esserti fedele fino alla fine di questa battaglia e oltre, qualora le condizioni del nostro patto vengano rispettate. Ma non aspettarti fedeltà in caso di sconfitta. Il Khand scenderà in Guerra con tutti voi.”
Quando il Nazgul se ne fu andato, il Re del Khand e Amdurtal si parlarono per accordarsi sulla strategia migliore per attaccare i nemici. Pochi si accorsero che più il Re degli Stregoni si allontanava, più il sole tornava a farsi vedere da dietro le scure nubi che avvolgevano il cielo. I primi preparativi per la battaglia erano imminenti: Mordor, Khand e Rhun si apprestavano a schiacciare i Popoli Liberi della Terra di Mezzo.


ps: giorgio se non leggo male manca l'indicazione del generale per la tua lista... gli aggiustamenti delle bande fateli entro venerdì sera ;) aspettiamo anche la lista di terras poi ci vediamo per qualche valutazione preliminare sul topic nella sezione Puglia ;)

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Last edit: 14 May 2012 19:23 by pinovipera.

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09 May 2012 19:02 - 10 May 2012 11:59 #26518 by terras
Replied by terras on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
ciao ragazzi!
è con emozione che presento la mia prima lista per "il 5 torneo pugliese di amrundor"!

esercito del bene

ESERCITO DI DOL AMROTH E GONDOR

LEADER: IL PRINCIPE IMRHAIL

N.1 ) Dol Amroth cavalleria:

-Principe Imrahil

- N.5 Cavalieri di Dol Amroth a cavallo

- N.3 armigeri di Dol Amroth

- N.3 cavalieri di Dol Amroth a piedi


N.2) Gondor :

- Capitano di minas tirith +scudo

- N.6 guardie della fontana +scudo

- N.6 guerrieri di Minas Tirith (lancia)

N.3) Gondor :

- Capitano minas tirith+ scudo

- 6 guerrieri di minas + scudo

- 6 guardie della cittadella + lancia



N.4) gondor:

- Beregond

- 2 cittadella + arco

- 8 raminghi (arco)

totale 48 modelli

chiedo di poter avere un altro giorno per scrivere il BG , non l'ho mai fatto :)
Last edit: 10 May 2012 11:59 by terras.

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  • Amrod
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10 May 2012 22:35 - 11 May 2012 13:26 #26585 by Amrod
Replied by Amrod on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Salve a tutti! Sono Marco, l'ultimo arrivato in questo gruppo e finalmente ho completato la mia lista. Per quanto riguarda il BG (anche se ho capito cos'è mi sfugge il nome completo :cheer: ) credo di scriverlo domani ma per il momento almeno c'è la mia prima lista, per il mio primo torneo! Che emozione! Spero possa andare bene... Ecco a voi:

Banda 1
Rumil +scudo + armatura 75
3 Guardie della Corte dei Galadhrim 36
4 Galadhrim con scudo 36
2 Galadhrim lancia scudo 20

Banda 2
Haldir + mantello elfico 80 (GENERALE)
6 Arcieri Galadhrim 60
2 Elfi Silvani con lancia 16
2 Elfi Silvani 14

Banda 3
Cavaliere della Torre Bianca CAPITANO 55
3 Guardie del Cortile della Fontana scudo 33
3 Guerrieri di minas tirith con scudo 24
6 Guerrieri di Minas Tirith con scudo+ lancia 54

Banda 4
Èomer, Maresciallo del Riddermark + scudo + cavallo CAPITANO 90
3 Figli di Eorl 66
7 Cavalieri di Rohan 91 (2 con arco)

TOTALE: 45 Guerrieri/750 Punti

Fatemi sapere cosa ne pensate!
Last edit: 11 May 2012 13:26 by pinovipera.

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11 May 2012 13:29 #26617 by pinovipera
Replied by pinovipera on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Le liste ci sono ;) per chi vuole vincere il premio armata caratteristica ricordo che il BG va postato prima, in modo da poterlo leggere tutti e assegnare il premio poi al torneo; per finire ricordo a tutti di compilare una scheda dettagliata della lista che scenderà in campo: indicate costo in punti dei guerrieri e delle bande, equipaggiamento dettagliato dei guerrieri, eventuali regole speciali (almeno il nome della regola) e incantesimi :)

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11 May 2012 13:34 #26619 by Voronwe
Replied by Voronwe on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Sto cercando di finire il BG... spero di terminare stasera, tutt'al più domani mattina.
La scheda della mia armata è invece già pronta.

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  • terribili broth
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12 May 2012 07:00 #26663 by terribili broth
Replied by terribili broth on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
ho passato una notte insonne!! ma sono più che contento del risultato :lol:
...spero vi piaccia!!

Ormai tutto era stato pianificato.
Quello che si sarebbe dispiegato dinanzi agli occhi della Città Bianca sarebbe stato impressionante, qualcosa che non si poteva neanche immaginare nella peggiore delle ipotesi o sognare nel più nero incubo.

Le porte di Minas Morgul erano state aperte ed un esercito imponente marciava verso l’antica capitale di Gondor: Osgiliath. Ma si erano aperte anche altre porte. Lì, dove gli Ered Lithui si incontrano con la catena dei Morgai, dinanzi alle Paludi Morte era stato spalancato il Morannon. Sotto gli occhi delle guardie che rimanevano a sorvegliare il Nero Cancello di Mordor, un contingente di orchi del Morannon iniziava il suo cammino di guerra. A guidare l’intero corpo c’era un giovane generale, un uruk di Mordor dalla folta chioma bianchiccia che rassomigliava in maniera sconvolgente ad un altro capitano che combatteva tra le fila dell’Oscuro Signore: Shagrat di Cirith Ungol. La somiglianza era così forte che molti tra i suoi orchi lo avevano soprannominato “Shagrat” ma stavano molto attenti affinchè Gabrog, questo era il suo vero nome, non se ne accorgesse: terribile sarebbe stata la sua reazione davanti a tanto osare e il colpevole avrebbe maledetto quello stupido soprannome sussurrato troppo forte!Crudeltà e spietatezza erano sullo stesso piatto della bilancia tanto in Gabrog quanto in Shagrat di Cirith Ungol.

Ma questa è un’altra storia.
Si marciava a passo sostenuto in direzione Sud – Ovest alla volta di Cair Andros. L’isola, che era sorta all’interno del letto dell’Anduin, era stata fortificata dai progenitori degli Uomini di Gondor ed era una piccola roccaforte difesa alla meno peggio. Sire Denethor, in quei giorni poi, non poteva certamente privarsi di uomini che siano essi stati forti e impavidi, o codardi ed inesperti. Tutti i pensieri e gli sforzi del Sovrintendente di Gondor erano concetrati sull’enorme massa di orchi che avanzava verso il Pelennor e minacciava Osgiliath e il fiume Anduin.
Quello che preoccupava di più e faceva raggelare il cuore dei più forti era però il Capitano Nero.
Egli guidava l’avanzata di quella massa di scarafaggi e pochi osavano attendere o anche solo affrontare la notizia del suo arrivo: si diceva che anche tra le fila dei suoi orchi si trema dinanzi al suo cospetto e nessuno esiterebbe a uccidersi se egli lo avesse ordinato.

Anche il contingente guidato da Gabrog era sotto gli ordini del Signore dei Nazgul e le direttive erano precise.
Conquistare Cair Andros rapidamente e convergere verso il fianco sinistro del Monte Mindolluin, quello più vicino al fiume Erui. Gabrog spronava i suoi con grida feroci: «Sbrigatevi bastardi!! Ci aspetta un lavoro di mannaia!!» e mentre inveiva contro loro gli sputava sopra con tutta la saliva che aveva in gola. « Una parola di avvertimento per voi aspiranti macellai: quando saremo in quello sputo di isola voglio fare tutto con rapidità, ma ricordatevi che voi, luride caccole insulse avete un debito con me, un debito personale…ognuno di voi mi dovrà 100 teste di uomini. E io le voglio quelle teste!! Donne, bambini, vecchi , giovani, non m’importa nulla!! Voglio vedere i vostri saccocci pieni di teste mozzate!! Mi avete sentito?? ». Il vociare dubbioso degli orchi alle parole del loro generale tacque davanti allo sguardo spiritato di Gabrog. Il tamburino ricominciò a tuonare i suoi colpi sul cuoio e ricominciarono a marciare incalzati nell’animo dal loro nuovo debito.

Le ombre del Fato circondavano Minas Tirith e l’assedio stava per iniziare.
Gli uomini che erano sopra le mura avevano fatto appena in tempo a vedere la ritirata delle ultime compagnie che ripiegavano disordinatamente da Osgiliath verso la Città. Anche quella difesa era crollata e ora ruscelli di fiamme rosse iniziavano ad avanzare con l’arrivo della sera. Schiere di orchi con in mano fiaccole e i selvaggi Sudroni a cavallo puntarono l’esercito in ritirata e avrebbero avuto la meglio se non fosse stato per la carica dei cavalieri-cigno di Dol Amroth con in testa il loro Principe e Mithrandir. Al termine di questa sortita, una volta rientrati i superstiti, il cancello fu sprangato e la notte che arrivò fu piena di paure e incertezze per quello che sarebbe stato. Grandi macchine iniziarono ad arrivare dinanzi alle mura della Bianca Città e trincee venivano scavate in continuazione dagli orchi. E quando i proiettili lanciati infuocarono le prime abitazioni, gli uomini dovettero affannarsi per domare gli incendi. Poi questo lancio s’interruppe. E ne iniziò uno nuovo. Meno dannoso ma ancora più orribile.
Teste. Centinaia e centinaia di teste di tutti i caduti a Osgiliath, sul Rammas o nei campi circostanti.

Cair Andros cadde in poco più di due ore e i sacchi degli orchi furono ovviamente riempite a dovere.
Gabrog aveva ottenuto ciò che voleva.
Ma il suo “bottino” fu lasciato ai serventi delle enormi catapulte che avevano iniziato a bombardare Minas Tirith.
Ciò che ora gli premeva più di tutto era di arrivare al più presto nel punto prefissato dal Capitano Nero. Lì si sarebbero dovuti incontrare con il capitano Esteròas che guidava una banda di Uomini dell’Harad sul suo mumakil. Parte degli olifanti furono impiegati per trainare imponenti torri sulle quali gli orchi sarebbero stati caricati per poter raggiungere la sommità delle mura della città assediata. Questo era il compito che sarebbe spettato a Gabrog e i suoi.
Ma il capitano Esteròas era in ritardo e questo “Shagrat” non lo sopportava. Spazientito dall’attesa, impaurito al solo pensiero di dover dare delle motivazioni al Negromante per l’inadempienza degli ordini, camminava frettoloso da una parte all’altra della piana dove si erano fermati. Stava sudando freddo e iniziò a maneggiare furiosamente la sua spada come se avesse davanti il capitano Haradrim. Gabrog non poteva attendere troppo ancora. Le prime torri d’assedio erano già partite all’assalto e lui soffriva di dover rimanere distante per così a lungo da tutto quel gran menare. Così prese il suo sottoposto, il capitano Targash Gorbag e lo inviò a cercare, con pochi orchi, questo dannato Haradrim.
Si passò lentamente da un cupo giorno di terrore ad una notte oscura e disperata.
I tamburi rullavano forti e spaventosi. Miriadi di incendi devastavano le prime cerchie di mura, migliaia di proiettili colpivano violentemente le costruzioni gondoriane, ma il cancello della Città non mollava.
Così sul campo di battaglia fece ingresso Grond: un ariete dalle dimensioni incredibili che era stato iniziato a forgiare nelle fucine di Mordor da molto tempo. Trainato da grosse bestie e circondato da orchi, dietro di esso camminavano Troll di montagna che avrebbero dovuto maneggiare l’ariete per sfondare il grande e possente cancello.
Quello fu l’inizio di un’agonia che gli uomini di Minas Tirith non avrebbero mai immaginato a cui mai e poi mai avrebbero voluto assistere. Ma l’esito della battaglia era ancora incerto anche perché la resistenza dei cavalieri di Dol Amroth era massiccia e molti orchetti venivano rigettati indietro dai più valorosi uomini.

Gabrog finalmente vide quello che tanto bramava.
Una bestia imperiosa e selvaggia puntava la sua lunga proboscide verso il loro punto di sosta, con piccoli passi pesanti per via della gigantesca torre che trasportava. Il primo a scendere dal mumak fu Targash Gorbag con i suoi orchi: portava notizie urgenti al suo generale. « Gli abbiamo trovati sul limitare di un bosco qui vicino, mentre erano intenti in una siesta!!» gracidò con la sua voce rauca e adirata, e poi continuando: « Si sono dovuti inventare un attacco di un gruppo di raminghi, molti morti, erano stanchi…blaaaaa!! Tutte grasse bugie!! Noi non abbiamo trovato nessun segno di scontro…sarà sicuramente una storiella che questi stupidi uomini si sono inventati!!» sputando per terra con fare dispregiativo. Quando Esteròas scese dalla sua cavalcatura mostruosa con fare tranquillo, la reazione di Gabrog fu commisurata: gettò a terra con una furia inaudita la sua spada e si diresse verso l’haradrim. Uno schiaffone di rovescio fece cadere il capitano e tutti i suoi uomini si ammutolirono. Gli orchi esultarono solo per poco poiché vennero fulminati dall’ennesimo sguardo truce del loro generale. Poi, con lo stesso sguardo, il sangue negli occhi grossi e orrendi, si voltò verso il capitano ancora a terra: « Dalle vostre parti, nelle lande desolate e incivili del Sud, si usano questi modi con i propri superiori??» urlandogli con una voce rossa e vibrante. Il malcapitato cercava le forze per rialzarsi, ma venne tirato su da due orchi e posto dinanzi a Gabrog. «Ho già perso abbastanza tempo per uno stupido sottosviluppato come te, quindi prendi in mano le redini di questa tua bestiolina e portaci su quelle stramaledette mura!!» prendendo fiato dopo che gli ebbe alitato tutta l’ira che aveva accumulato mentre l’aspettava «..quando tutto questo gran bel putiferio sarà finito, quando questa città avrà gettato l’ultima goccia di sangue che c’è nell’ultimo uomo che sta lassù in quella fottutissima torre, IO, il generale Gabrog, scenderò qui per cercarti e farò i conti con te!! Ricordati che quando uno ha un debito con me, uomo o orco che sia, ricordati che IO PRETENDO IL MIO CONTO!! E sono già immensamente felice per quello che tu mi devi e che IO, puoi starne certo, mi prenderò!!».
Un ghigno sadico accarezza il volto del generale e il piccolo capitanuccio haradrim gelato da capo a piedi ritorna sul suo mumakil per adempiere gli ordini del suo superiore.
Il suo futuro è stato già scritto. Firmato: generale Gobrag detto Shagrat.

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12 May 2012 08:11 - 12 May 2012 08:13 #26670 by Voronwe
Replied by Voronwe on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Ecco anche il mio BG. Pure io ho fatto le ore piccole per finirlo...

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IN DIFESA DI EDHELLOND


“È trascorso lungo tempo da quando la gente di Nimrodel ha abbandonato i boschi del Lorien, eppure risulta ancora evidente che non tutti sono salpati per l’Occidente dal porto di Amroth”.
“Così si dice nelle tradizioni della mia terra” rispose il Principe.

IL RITORNO DEL RE, IX - L’ultima discussione.

Anno 3017 T.E.- 12 Lótessë

Il tiepido Sole del tardo pomeriggio mitigato dalla fresca brezza marina riscaldava amabilmente il giovane Ramandur. Appostato sul parapetto della Torretta Marina stava completando stancamente il suo turno di guardia cominciato circa sei ore prima.
Si trovava ad Edhellond da quasi sei settimane e, fra qualche giorno, avrebbe potuto far ritorno in città dopo il consueto periodo di guardia che, ogni anno, la Compagnia d’arme di cui faceva parte assicurava al porto elfico posto sotto la protezione del regno di Gondor.

Non erano in molti quelli che a Dol Amroth conoscevano l’esistenza di questo rifugio custodito come un segreto ad una cinquantina miglia di distanza e probabilmente ancor meno erano quelli a conoscenza del fatto che l’approdo elfico era sotto la protezione di Gondor. Le tradizioni che si narravano e si tramandavano a Dol Amroth insegnavano come la Città-Fortezza della Dor en Ernil, “la Terra del Principe”, traesse il suo nome da Amroth, un elfo del Lorien perdutosi nel mare in burrasca nel tentativo di raggiungere l’ultima nave elfica che trasportava la sua amata Nimrodel in partenza da Edhellond. Ed era proprio quello stanziamento elfico fondato da alcuni Elfi Sindarin in ere passate che la piccola guarnigione di Dol Amroth proteggeva su ordine del Principe e di Gondor.

Attorno al piccolo cantiere navale immerso nei boschi in cui gli elfi costruivano le loro navi si trovavano le loro dimore alla confluenza dei due fiumi, il Morthond e il Ringlò e per lo più erano localizzate sulla riva a nord della confluenza. Non erano in tanti gli elfi che vivevano su queste sponde, sei o sette famiglie, per lo più pescatori, che offrivano la loro arte nel costruire imbarcazioni a tutti quelli della loro stirpe che, provenendo dal reame di Lothlorien e scendendo lungo l’Anduin, desideravano lasciare la Terra di Mezzo facendo vela verso l’Occidente.
Sulla riva a sud si trovavano invece la piccola caserma dei Cavalieri di Dol Amroth e la casa del Custode del Porto ed infine la Torretta Marina a fare da avamposto di controllo sul mare.
Alla confluenza dei due fiumi, poco più a nord, si trovava invece la Torretta Fluviale che controllava le zone dell’entroterra ed era compito delle sentinelle elfiche occuparsene. Non si trattava di vere strutture difensive ma più che altro di edifici di avvistamento il cui scopo era quello di preservare la riservatezza e la sicurezza di quel luogo. Due ponti in prossimità della Torretta Fluviale e uno in prossimità della foce assicuravano i collegamenti fra le diverse sponde.
La caserma conteneva una piccola guarnigione composta da quindici Cavalieri di Dol Amroth e trenta armigeri che si alternavano nei compiti di ronde ed appostamenti ed erano, in tutto e per tutto, ospitati dagli elfi che provvedevano al loro sostentamento.

Il garrito dei gabbiani che si faceva più insistente a quell’ora, con il sole che cominciava a scendere all’orizzonte, diventava un suono melanconico in completa armonia con la natura del luogo.
Ramandur si sentiva quasi ammaliato dal verso di questi uccelli e di tanto in tanto si perdeva nel seguire il loro volo. Per la maggior parte dei suoi commilitoni il periodo di stanza ad Edhellond era visto come una specie di esilio.
Seppur ben ospitati dagli elfi e nonostante non ci fossero molti preoccupazione di cui tener conto, essi non vedevano l’ora di tornare alla vita frenetica della città. Ramandur, invece, traeva energia e serenità dal soggiorno in quel luogo ameno. Spesso, la sera attorno ad un fuoco, si trovava ad ascoltare i racconti senza età degli elfi, per quanto, queste luminose ma melanconiche creature fossero molto schive e facessero di tutto per ridurre al minimo i contatti con gli uomini.

Ad un tratto, mentre guardava un gabbiano scendere in picchiata verso la sua preda, un’ombra umana si stagliò in lontananza davanti ai suoi occhi: in prossimità del piccolo capo Nimrodel un uomo sembrava allontanarsi a piedi dall’altro lato dello spuntone roccioso e, cosa ancor più strana, sembrava essere un armigero. Non c’era motivo di spingersi così in là sulla riva e tantomeno in quella direzione che non portava da nessuna parte.
“Emron! Vedi anche tu quello che vedo io?” disse rivolgendosi all’armigero che lo assisteva nel turno di guardia. “Uno dei nostri si sta allontanando sulla riva dietro il promontorio”.
“Certo, Ramandur. E la cosa è davvero strana” rispose l’armigero.
“Tra poco tornerò in caserma e ne parlerò con sire Ilverin” riprese Ramandur.
Ilverin, detto “Cuorpiccino” per l’assoluta mancanza di pietà verso il nemico, era il Custode del Porto. Era un capitano molto conosciuto a Dol Amroth perché era il braccio destro del Principe stesso e suo fidato consigliere e, nonostante tutti conoscessero il suo titolo, nessuno sapeva rispondere a cosa si riferisse visto che il Capitano non si vedeva mai in giro al Porto di Dol Amroth.
Era un altro il porto che custodiva essendo nativo di quelle zone e, tra i Cavalieri, si diceva che anche nel suo sangue, come in quello delle famiglie nobili di Dol Amroth, scorresse sangue elfico.

Subito dopo il cambio della guardia alla Torretta Marina, Ramandur si diresse verso la caserma. Il passo celere e frettoloso faceva il pari con il suo stato d’ansia e d’inquietudine che stranamente l’aveva preso dopo l’avvistamento dell’armigero.
Ilverin era seduto nell’ufficio del Custode e stava riorganizzando i turni di guardia quando Ramandur entrando, lo salutò con rispetto. “Salve Capitano!” esordì il Cavaliere, “Avrei bisogno di parlarti di una stranezza che ho visto poco fa durante il mio turno alla Torretta.”
“Ben trovato, Ramandur. Deve essere qualcosa di grave se ti sei catapultato qui in fretta e furia”.
“Non so,” riprese Ramandur “potrebbe anche essere un mio errore ma il mio cuore mi dice di no. Abbiamo visto un armigero dirigersi dietro il promontorio sulla spiaggia. Qualcuno ti ha chiesto licenza di allontanarsi?
L’esperto capitano smise di scrivere e accigliando il suo sguardo, si insospettì. “No” rispose “Nessuno ha chiesto licenza e non siamo qui in vacanza. A meno di importanti ragioni nessuno deve allontanarsi dalla caserma. Dobbiamo indagare su chi manca all’appello e prendere provvidimenti”.
Prontamente, Cuorpiccino richiamò l’armigero che lo assisteva e gli comandò di organizzare entro mezz’ora un’adunata generale nella piazzetta antistante la caserma. Con l’imbrunire che ormai avanzava, alla luce del crepuscolo e di qualche fioca torcia tutti si ritrovarono in riga all’ingresso della caserma. Anche Duilin il Capitano delle Sentinelle Elfiche di Edhellond e un’altra sentinella di nome Dairon erano presenti accanto ad Ilverin. Un altro Elfo armato di tutto punto era con loro: Vardil si chiamava ed era giunto la sera prima con un nutrito gruppo di Elfi Silvani in attesa di far vela verso l’Occidente. Evidentemente, la sua permanenza nella Terra di Mezzo non era ancora giunta alla fine e altre fatiche l’attendevano su quelle sponde.
Non ci volle molto per capire chi mancava: si trattava di Baradon, un armigero sulla trentina, originario della costa a sud di Dol Amroth. Un tipo burbero e sempre scontroso, con il quale pochi preferivano star di guardia.
Aveva finito il suo turno in mattinata e poi più nessuno l’aveva visto.
I capitani elfici apparivano piuttosto preoccupati. Ilverin gridò a gran voce: “Molto grave è l’insubordinazione di cui Baradon si è reso colpevole. Se qualcuno ha da dire qualcosa in merito, parli adesso e la sua posizione ne verrà alleggerita”. Nessuno fiatò e il Custode del Porto comandò il “rompete le righe” per tornare nell’ufficio con i tre elfi e chiedendo a Ramandur di accompagnarli.


“Questa faccenda non mi piace per nulla” esordì Duilin “e se la preveggenza della mia stirpe non si riveli fallace, suggerisco di avvertire il Principe in città. Ho il timore che serviranno dei rinforzi; tradimento ed imboscate sono le armi del Nemico e dobbiamo farci trovare pronti”.
Ilverin sospirò ansiosamente e scosse il capo fissando l’ondeggiante fiamma della lampada che illuminava la stanza: “Se davvero il tradimento è giunto anche a Dol Amroth, il Nemico ha davvero allungato la sua Mano e più nessun luogo è sicuro”. Poi, alzando lo sguardo, disse: “ E sia. Seguirò il vostro consiglio visto che rari e preziosi sono i consigli dei Luminosi”. Rivolgendosi verso Ramandur, disse: “Fa’ sellare un cavallo e parti per Dol Amroth. Avverti dell’accaduto il Principe in persona e nessun altro, e comunicagli le perplessità degli Elfi; rinforzi deve far giungere al più presto perché temiamo un’imboscata. Nel frattempo dovremo organizzare al meglio le ronde e gli appostamenti, tenendo gli occhi bene aperti”.
Vardil, rimasto in silenzio fino ad allora, intervenne rincuorando il capitano: “Non temere, Ilverin, organizzerò io le difese in attesa dei rinforzi. Nella terra di Lorien seguivo Haldir ai confini del Reame Boscoso e l’esperienza in tali situazioni non mi manca. A meno che non sia già troppo tardi, nessuno si avvicinerà ad Edhellond”.
“Ti ringrazio, Vardil” rispose Cuorpiccino “In quest’occasione potrebbero servire tutte le forze di cui disponiamo, anche quelle dei docili pescatori elfici.”

Ramandur, non attese alcuna conferma da parte del Capitano e si diresse ad ampie falcate verso le stalle. Diede ordine all’armigero di sellare uno snello cavallo grigio, come consuetudine dei Cavalieri Cigno, senza però la bardatura per alleggerirne il peso durante viaggio.
Dopo una mezz’ora scarsa dalla riunione, egli pronto per partire. Aveva indossato un armatura leggera con un mantello grigio e un elmetto in cuoio. Aveva con sé una spada e due pugnali. Non molte miglia distava la città e la strada, seppure nascosta abilmente nei boschi che prosperavano a poca distanza dalla costa, era agevole e ben tenuta. Avrebbe impiegato poco meno di due ore nel raggiungere Dol Amroth ed egli era un abile cavallerizzo.
Poco dopo che il giovane cavaliere aveva imboccato la strada all’interno del Bosco, Edhellond fu scossa dall’allarme. Il corno della Torretta Marina suonò tre volte. All’orizzonte, sul mare scuro in cui luccicavano soltanto le luci delle stelle e i riflessi di una spenta luna calante, due piccoli puntini luminosi e fiammeggianti si avvicinavano verso la costa. Mai prima d’ora nessuno corsaro di Umbar aveva osato spingersi così a Nord. Perché di corsari si trattava, su piccole imbarcazioni che, senza alcun aiuto di un traditore, non avrebbero mai potuto arrivare fin lì.
Anche Ramandur avverti l’allarme ed un brivido gli percorse la schiena ma la sua unica reazione fu quella di spronare ancor più il rapido destriero verso Dol Amroth. Era quello il suo compito ed ora sapeva con certezza che doveva ritornare ad Edhellond con i rinforzi.

Le due navi corsare si fermarono ad un centinaio di metri dalla spiaggia. Le scialuppe calarono; erano quattro per ogni nave e, ad un primo calcolo approssimativo, un centinaio di uomini sarebbero scesi a terra per attaccare il porto. Lo sbarco avvenne dopo una decina di minuti in prossimità di Capo Nimrodel, proprio dove l’ormai certo traditore Baradon era stato avvistato l’ultima volta.
Le difese dovevano reggere. I rinforzi, se fossero giunti, non sarebbero stati lì prima di quattro ore. La Torretta Marina era stata presidiata da una ventina di esperti arcieri elfici guidati da Duilin.
Una buona linea di difesa era organizzata sulla spiaggia guidata da Vardil con sette cavalieri Cigno, tutti gli armigeri e diversi elfi che, seppur equipaggiati con armature leggere, avevano dalla loro l’elfica maestria e l’orgoglio di chi difende la propria terra. Protetti dall’oscurità, gli altri sette cavalieri di Dol Amroth era appostati nelle retrovie, alle spalle della Torretta, in sella ai loro possenti destrieri ed armati di tutto punto, pronti a cogliere di sorpresa gli invasori nemici.
Ilverin stesso era con loro in groppa al suo grigio destriero e al momento opportuno avrebbe comandato la carica.

Lo sbarco fu rapido ma mal organizzato. I Corsari non erano famosi per la loro disciplina e si lanciarono disordinatamente verso la Torretta.
Dal buio emersero le letali frecce elfiche che fecero crollare sulla sabbia i primi temerari invasori. Non si aspettavano delle difese organizzate e pensavano che nessuno li attendesse. Evidentemente qualcosa non era andato come doveva andare nei loro piani.
“Maledetti archi elfici!!!” gridò il Nostromo dei Corsari. “Stiamo compatti!!! Tutti giù! Fate avanzare le balestre!!”
I balestrieri corsari erano, invece, un gruppo di guerrieri ben addestrati e più pesantemente protetti. Solevano appoggiarsi ad uno scudo per prendere la mira e scoccare i loro potenti dardi. Gli altri corsari si nascosero per bene tra le grandi rocce che affioravano sulla spiaggia.
“Quello stupido di un cigno ci aveva assicurato che li avremmo colti di sorpresa… maledizione!” sbottò il Nostromo. Rivolgendosi ad un gruppo di guerrieri ordinò: “Dobbiamo avanzare con cautela. Abbiamo il numero dalla nostra, sempre che quell’uccellastro non si sia sbagliato. Cerchiamo di proteggerci dietro quelle imbarcazioni”.
I corsari ora si muovevano a scatti nel tentativo di avvicinarci alla Torretta. Alcune imbarcazioni della guarnigione erano sulla riva. Fornivano malauguratamente un ottimo riparo per gli invasori che cercavano di esporsi il meno possibile al tiro dei difensori. Anche Vardil che organizzava le difese di fanteria di Edhellond stava facendo avanzare lentamente il piccolo contingente. Cercava di tenere il gruppo compatto, dovendo affrontare un nemico numericamente superiore.
Frecce e dardi sibilavano da un lato all’altro ma, dopo la sorpresa iniziale, la battaglia stava vivendo un fase di stasi snervante. I gruppetti si muovevano da un punto all’altro come se giocassero tra di loro. Di tanto in tanto qualcuno cadeva al suolo trafitto da una freccia.
“Sarà una notte di sangue…” sospirò Duilin che dalla Torre aveva una visione delle cose più nitida. “Sono troppo più numerosi dei nostri e presto potremmo trovarci accerchiati da questi invasori come fanno i gatti col topo. Mirate alle balestre, dobbiamo evitare perdite prima del contatto diretto. Siamo noi, arcieri protetti dalla Torretta, l’unico vantaggio di cui disponiamo in queste fasi iniziali”.
Vardil cercava di prendere tempo. Faceva spostare il contingente, diviso in due o tre tronconi, da un punto all’altro della spiaggia cercando di sfruttare al meglio il tiro amico alle spalle ora avanzando, ora arretrando. La sua strategia era quella di sfoltire il più possibile il nemico con le frecce e di attirarlo nei pressi della Torretta dove, un punto più sgombro poteva far scattare la carica dei cavalieri. Guidati da Ilverin, seppur pochi, sarebbero intervenuti ad un segnale preciso cercando di travolgere i corsari con le pesanti lance da cavalleria.
Era tuttavia una strategia pericolosa perché spesso un gruppetto si doveva esporre alle temibili balestre nemiche e qualcuno era già caduto ferito o trafitto a morte.
Passarono più di due ore in questo tragico “balletto della morte”. Il Nostromo aveva guadagnato terreno (o almeno era quello che pensava): Vardil, in realtà, stava riuscendo nel suo intento di portare nella trappola i corsari. Si rivolse ad Elmir, un anziano Cavaliere Cigno: “Stiamo attenti, i corsari ci stanno cascando, ma sono ancora troppi per poterli sbaragliare; se non giungeranno rinforzi da Dol Amroth, difficilmente riusciremo a spuntarla”.
Elmir si strinse nelle spalle e replicò: “Mai avrei pensato di imbracciare le armi in un posto così tranquillo. Mi sono sempre domandato che senso avesse proteggere un porto elfico che mi sembrava insignificante. Ora mi rendo conto che le paure non erano infondate… davvero il Nemico ci assedia in ogni dove!”

Ilverin osservava da lontano le fasi iniziali della battaglia. Era in preda all’ansia e all’ardore di dover dare una mano ai suoi uomini ma doveva mantenere la calma. Intervenire ora non sarebbe servito a nulla. Il suo cavallo sbuffava nervosamente e scalpitava, quasi avesse inteso lo stato d’animo del suo cavaliere.
Un altro cavaliere di nome Emron gli rivolse la parola sottovoce chiedendogli: “Capitano, ma perché stanno attaccando Edhellond? Non c’è nulla di importante qui… oltre a poche case ed imbarcazioni di pescatori elfici!”
Ilverin scrutò l’orizzonte, sospirò e poi rispose: “Il Nemico si sta preparando alla Grande Guerra. Ormai è chiaro. Pochi giorni or sono, a Dol Amroth ho lungamente parlato col Principe Imrahil. Egli stesso è stato a Minas Tirith il mese scorso; ha parlato con Sire Denethor e Boromir di questioni politiche. Mordor e Rhun sono i loro timori.
Osgiliath, seppur in rovina è ancora un punto cruciale da difendere”.
Cuorpiccino fece una breve pausa e il suo sguardo divenne ancora più preoccupato. Poi aggiunse: “Ma Imrahil ha parlato anche con Faramir e con lo Stregone, Mithrandir. Proprio il Grigio Pellegrino l’ha messo in guardia… pare che grandi e nefasti eventi potrebbero scaturire tra non molto tempo. I Nove sono stati visti in marcia, sono alla ricerca di qualcosa e lo Stregone sa cos’è, ne sono sicuro… pare fosse molto preoccupato e frettoloso… Il terrore viaggia con loro per le strade! Umbar ed Harad non vanno dimenticati. Il Nemico si prepara alla distruzione totale e comincia contro coloro i quali lo combattono dalla Prima Era del Mondo, gli Elfi. Se Edhellond cade, una breccia si aprirà lungo l’Anduin e Gondor, Rohan e Lorien saranno meno sicure di oggi”.

Ancora un’ora trascorse dall’inizio delle ostilità. Ormai i corsari si erano avvicinati allo spiazzo davanti alla torretta. Ancora una cinquantina di metri e sarebbe scattato il segnale per la cavalleria.
Vardil era pronto a dare il segnale per Cuorpiccino. Sarebbero corsi in avanti sui lati per bloccare la fuga laterale degli invasori mentre frontalmente i pochi cavalieri avrebbero provato la carica.
Ma un altro segnale colse alla sprovvista i difensori e fece trasalire Ilverin. La Torretta Fluviale suonava l’allarme. Anche la riva nord era attaccata. Vardil si sentì gelare. Duilin rivolse il suo sguardo elfico verso le case elfiche ed urlò. Nemici giungevano anche dai boschi; ed erano corsari ed orchetti spuntati dal nulla. Non molti, ma quanti bastavano ad attaccare gli edifici civili degli elfi.
Ilverin non ci pensò un attimo. Chiamò a raccolta i sette cavalieri e passò il ponte sulla foce sul fiume. Doveva evitare che anche quelle sponde fossero attaccate. Qualcos’altro cresceva nel suo cuore di guerriero; un pensiero lo tormentava dall’inizio della battaglia: “Baradon, maledetto traditore! Ti scoverò e ti darò quel che ti meriti!”
Vardil, in preda all’orgoglio di chi ormai è consapevole di morire per la difesa della propria patria, si lanciò in un attacco frontale uscendo allo scoperto. Tutti lo seguirono sorretti da un indomito spirito battagliero.
I corsari furono inizialmente stupefatti da una tale follia. Rimasero alcuni istanti bloccati e furono attimi di morte per loro. Molti caddero trafitti dalle lame elfiche e dalle lunghe picche degli armigeri. Ma dopo un breve vantaggio iniziale, i cavalieri ormai lottavano accerchiati da tre o quattro corsari ognuno. Ogni tanto qualche precisa freccia elfica riusciva ad aiutare i propri amici abbattendo qualche invasore.
Se per un verso il gruppetto di invasori aveva colto di sorpresa la riva elfica, dall’altro verso la cavalleria era qualcosa che corsari ed orchetti non si aspettavano. Ilverin era maestro nelle cariche e, nonostante il terreno non ottimale, riusciva a tenere testa alla marmaglia nemica. E nel pieno della battaglia, tra gli alberi e i cespugli, tra il sangue e le lame lo vide: il traditore Baradon. Non stava combattendo, anzi, sembrava quasi un prigioniero ben controllato da un paio di neri orchetti delle Montagne. Senz’altro, qualsiasi fosse stata le sorti della battaglia, l’ingenuo armigero avrebbe fatto una brutta fine. Ma Cuorpiccino non poteva lasciare che altri gli donassero della morte.
Purtroppo non ci voleva un abile stratega per poter capire che la battaglia non poteva essere vinta dai difensori. Erano troppi e ben presto i primi corsari erano giunti per assalire la Torretta Marina.

Nel cuore della notte, però, un terzo segnale si sentì ad Edhellond. Era il suono della speranza per gli assediati. Dalla strada un corno si sentì suonare. Rumori e polvere giungevano all’orizzonte e presto si tramutarono in nitriti e grida di battaglia: “Per Dol Amroth! Per Gondor! Per il Principe!”
Duilin dall’alto della Torre li vide arrivare: cinquanta cavalieri Cigno con in testa proprio il Principe Imrahil.
A Vardil non sembrò vero che i rinforzi fossero già lì. Ma accerchiato da una decina di corsari non potè far altro che cadere trafitto. Elmir che gli era stato accanto fin dall’inizio, si erse a protezione del suo corpo e, non fossero giunti i rinforzi in quel momento, sarebbe morto anche lui con l’amico elfo. Da quel giorno l’anziano cavaliere abbandonò le armi e visse numerosi anni ad Edhellond nella pace, costruendo un tumulo per Vardil in quella che fu la sua ultima dimora nella Terra di Mezzo che si apprestava a lasciare ma che aveva difeso fino alla morte.

Ilverin riconobbe subito il contingente del suo signore ed amico e decise che Baradon poteva aspettare. Spronò il suo cavallo e, solo, ripercorse il ponte abbattendo altri quattro orchetti che tentavano di dar fuoco alle navi elfiche.
Gli invasori erano ora nel panico. L’attacco era ormai fallito e probabilmente pochi, se non nessuno, sarebbero tornati a casa. Le due navi si allontanavano abbandonando i propri commilitoni al loro triste destino. Presi in una morsa portentosa, tra frecce, cavalieri e lame i corsari furono sbaragliati. Alcuni, in preda al terrore, si lanciarono nelle onde per poter poi morire nelle profondità delle acque di Ulmo.
Nel caos della battaglia un’ombra scura avvolta in un mantello nero cercava ansiosamente di staccare i legacci di una scialuppa degli elfi. Era ormai sul punto di riuscirci, ma il mantello si impigliò in un sasso affiorante dall’acqua e l’uomo cadde riverso nel mare. Rialzandosi, si sentì smarrito finchè un freddo dolore non gli percorse il petto: tutto fu buio; il tamburo nel suo petto cominciò a battere in maniera strana e stretta finchè fu silenzio e il mare intorno a lui si tinse di rosso. Baradon, il traditore, era morto trafitto da una stessa balestra dei corsari e il mare accolse il suo corpo per non ridarlo mai più.
Imrahil ed Ilverin si incontrarono nel cuore della battaglia e, fianco a fianco, abbatterono gli ultimi ostinati invasori. Anche il giovane Ramandur era con loro. Nonostante il viaggio di andata, non ne aveva voluto sapere di rimanere in città. Era ripartito alla difesa di Edhellond insieme ai Cavalieri ed ora riabbracciava gli amici e gli elfi per salvare le vite dei quali era partito.
“Salute a te mio Principe ed amico!” Ilverin si rivolse verso Imrahil con il sorriso sulle labbra. “Come al solito giungi a togliermi d’impaccio. O meglio, arrivi giusto in tempo per prenderti la gloria delle armi!” Imrahil lo guardò prima minaccioso, poi proruppe in un sorriso di sollievo. “Cuorpiccino, a quanto pare non posso lasciarti solo per un po’ che ti cacci subito nei guai. Sono davvero tempi bui se un comandante deve essere l’ombra dei suoi ufficiali per poterli mantenere in vita!” Insieme scesero da cavallo e si diressero verso la caserma.
L’alba era prossima ormai. Il meritato riposo attendeva loro e soltanto il meritato ricordo potevano lasciare ai caduti della battaglia di quella notte a Edhellond.

FONDATORE del gruppo di gioco AMRUNDOR.

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Last edit: 12 May 2012 08:13 by Voronwe.

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12 May 2012 11:08 #26679 by Amrod
Replied by Amrod on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Sarò breve perché ho avuto poco tempo per farlo. Consideratelo, fumettisticamente

parlando, un "what if" una sorta di narrazione alternativa agli avvenimenti che

già sappiamo essere avvenuti. Questo mi serve per giustificare la presenza di

alcuni personaggi in determinati momenti :whistle: Comunque diamo libero sfogo

alla fantasia, ecco il BG del mio esercito! ;)

Era un pomeriggio come tanti, tipicamente primaverile potremmo dire. La luce

dorata del sole filtrava tra i rami di Lorien e illuminava i viali alberati. Su

uno di questi passeggiavano tranquillamente Aragorn figlio di Arathorn e Haldir,

Capitano di Lorien. La lunga amicizia che legava i due guerrieri era evidente

anche da lontano agli occhi di Rumil, fratello di Haldir, che sostava seduto su

una roccia vicino ad un albero. Rumil seguiva con lo sguardo le due figure,

quando ad un certo punto, dopo una vigorosa risata, interruppero il loro cammino

e, dopo essersi salutati reciprocamente con affetto e rispetto, presero due

strade diverse. Aragorn svoltò a sinistra, non prima di aver rivolto un piccolo

cenno di intesa verso Rumil, accennando un sorriso mentre Haldir tornò indietro

verso il fratello. "Quello che non capisco, fratello, è il legame che c'è tra

quell'uomo e noi." - disse Rumil quando Haldir fu vicino.
Il biondo elfo rispose ridendo e cinse un braccio attorno a una spalla del

fratello minore. "Vedi Rumil, quello che non conosci degli Uomini, o almeno di

parte di essi, è capace di gesti ammirevoli e a volte incomprensibili per noi."

Rumil continuò a dubitare delle parole del fratello, non tanto per mancanza di

fiducia bensì per una vera e totale mancanza di comprensione riguardo tale

amicizia.
"Adesso vieni con me" - proseguì Haldir. "Ecco nostro fratello Orophin, dovrebbe

avere qualcosa per te."
Orophin, il terzo componente del gruppo, giunse incontro ai due Elfi da un altro

viale con un oggetto in mano.
"Ma, quello è..." - disse Rumil stupito.
"Il tuo elmo si. Adornato per l'occasione con il colore che più si addice alla

furia della battaglia. Il rosso sangue degli orchetti." - rispose tranquillo

Haldir.
Orophin consegnò l'elmo nelle mani di Rumil e gli disse:"Fratello, spero che

questo elmo, oltre che a difenderti nella battaglia, possa ispirare tutti i

soldati al tuo comando e possa incutere terrore negli avversari. Ti aspettano

grandi cose fratello mio." Orophin concluse il suo breve discorso con un vigoroso

abbraccio e con la mano destra strinse forte la spalla sinistra di Rumil

guardandolo dritto negli occhi. "Fà che la scelta sia ricompensata

adeguatamente."
"Ma...la scelta? Di quale scelta state parlando?" - disse Rumil evidentemente

confuso.
"Saprai tutto a tempo debito. Adesso vai a prepararti, i cavalli sono pronti e i

nostri fratelli sono quasi pronti a partire." - disse Haldir serio e preciso.

L'eco delle parole di Rumil si perse quando Orophin lo prese con se, salutando

Haldir e allontanandosi nelle parte opposta rispetto al suo arrivo.
Qualche tempo dopo, Haldir era a cavallo, e diversi Galadhrim e Silvani

stazionavano vicino a lui in attesa di ordini. Quando Rumil arrivò, con armatura

e scudo tutti i soldati ebbero un sussulto. A guidarli in battaglia, fuori dai

confini di Lorien sarebbe stato Rumil! Quando l'Elfo posò delicatamente ma con

una maestria ed eleganza ineguagliabile, l'elmo sulla sua testa, il pennacchio

rosso sventolò furiosamente. Una sorta di premonizione delle azioni di Rumil in

battaglia. "Allora adesso sei pronto fratello mio?" - disse Haldir abbozzando un

sorriso.
"Sono pronto. Ammetto di aver riposto poca fiducia in tutto questo, essendo

all'oscuro di tutto. Una volta venuto a conoscenza di quello che ci aspetta, non

ho più avuto dubbi. Andiamo". - rispose serio Rumil.

Il motivo di questo improvviso cambiamento da parte di Rumil è da ricercarsi

nelle parole di Aragorn, che, dopo aver parlato con Haldir, spiegò direttamente a

Rumil il motivo della sua presenza a Lorien. Haldir era stato scelto come

comandante di un'armata speciale, una sorta di élite degli Elfi, che avrebbe

dovuto guidare un'ulteriore armata composta ancora da elementi ignoti.
La scelta di includere Rumil fu dettata dal fatto che il giovane elfo non aveva

ancora partecipato ad una battaglia vera e propria fuori dai confini di Lorien,

ma il suo valore era tale che, pur mettendolo a rischio, Haldir non poteva fare

altro che consigliarlo ad Aragorn.
E fu così che Orophin, rimasto di guardia, come sempre, ai confini di Lorien,

vide allontanarsi il gruppo, con Rumil accanto ad Haldir e con il pennacchio

rosso ancora svolazzante.

Quando dopo alcuni giorni di viaggio il gruppo giunse nel territorio di Rohan,

Rumil cominciò ad intuire cose stesse per accadere.
Haldir fermò il gruppo nei pressi dei Cancelli di Sarn Gebir, conosciuti

attualmente come gli Argonath. Rumil attendeva impaziente mentre Haldir sembrava

quasi disinteressato. "Arriveranno presto." - disse semplicemente.
Ad un certo punto, un fragoroso rumore di zoccoli che calpestavano l'erba e lo

scintillo delle armature, che riflettevano la luce del sole, fece capire agli

elfi che "stavano arrivando".
Eomer figlio di Eomund arrivò a cavallo di gran carriera guidando una banda di

cavalieri seri e disciplinati.
"Salute a te, Haldir di Lorien." - disse con rispetto Eomer.
"Sono contento di vederti Eomer." - rispose sorridendo Haldir.
Rumil si chiese come mai Haldir conoscesse quell'Uomo, alto, robusto e che

emanava una carica incredibile. Sembrava sul punto di combattere in quello stesso

momento.
"Lui è mio fratello Rumil, e guiderà la fanteria Elfica." - disse Haldir
"Il mio piacere nel fare la tua conoscenza è pari al mio rispetto per te Rumil,

fratello di Haldir" - disse Eomer in tono deciso.
Dopo questa frase Eomer tese la mano in direzione di Rumil, confuso per un

momento, ma subito rincuorato dal sincero sorriso di Eomer. I due si strinsero la

mano all'altezza dell'avambraccio e Rumil rispose al saluto:"Il piacere è mio."

Dopo qualche giorno di riposo il gruppo ripartì, alla volta di Cair Andros,

l'isola dalla lunga scia dove attendeva pazientemente l'ultimo componente

dell'esercito: Gondor!

Arrivati a Cair Andros, i tre comandanti, Eomer, Haldir e Rumil, furono

introdotti in una tenda dove parlarono di varie cose tra cui l'approvvigionamento
di alimenti da viaggio e oggetti necessari alla battaglia.
Infine furono condotti nella fortezza costruita sull'isola. Arrivarono in una

stanza che fungeva da stanza di attesa per gli ospiti. Rumil ebbe l'impressione

di essere sul punto di incontrare una figura piuttosto importante.
Quando le porte si aprirono, i due elfi e l'uomo di Rohan entrarono e videro una

imponente figura umana osservare i lavori sull'isola dalla finestra in fondo alla

sala.
Senza voltarsi la figura parlò:"Siate i benvenuti, Elfi di Lorien e così tu,

Eomer, figlio di Eomund e di Rohan. Le nostre comuni amicizie ci hanno portato

qui, in tempi bui, a fronteggiare nemici più grandi di noi, forse più numerosi,

ma sicuramente non migliori di noi. Siamo qui riuniti, come prima di noi i nostri

gloriosi antenati, per combattere insieme, così come avvenne nell'Ultima

Alleanza, noi siamo qui per creare, la Nuova Alleanza!. Destinata a grandi cose,

e destinata a vigilare costantemente sulla Terra di Mezzo, e a combattere minacce

altrimenti troppo forti e pericolose per i singoli gruppi che la compongono."
Rumil provò uno strano, particolare, senso di orgoglio e appartenenza a quel

gruppo, anche se non aveva mai partecipato prima d'ora a qualcosa del genere e

soprattutto aveva provato diffidenza verso gli Uomini o verso altre razze.
"Benvenuti, amici miei. Possiate voi Elfi apprezzare le azioni degli Uomini, così

come l'uomo possa capire e comprendere le idee e le gesta di altri uomini,

diversi forse nella mente, ma simili nella volontà e uguali nel cuore." -

continuò l'uomo.
"Io sono Helegadan, Cavaliere della Torre Bianca di Minas Tirith, giunto qui per

apportare il mio aiuto a questa alleanza e a mantenere alto il nome di Gondor

negli anni a venire." - concluse l'uomo girandosi verso i tre.
Nel compiere questa azione, Rumil notò il viso, dell'uomo, sicuramente provato da

mille battaglie ma denso di onore e saggezza, e cosa più importante, carico di

rispetto verso i suoi ospiti. Il cuore di Rumil si sciolse definitivamente e si

aprì nei confronti di questi uomini, pronti ad onorare antiche alleanze, pur di

preservare la Terra di Mezzo, animati dallo stesso ideale che guidava gli Elfi:

la pace e la distuzione del male!
Rumil fu inoltre colpito dagli occhi dell'uomo, un grigio penetrante che in

contrasto con il bianco della sclera, faceva apparire l'uomo come un blocco di

ghiaccio, freddo e risoluto. Rumil si augurava che quell'uomo fosse così anche in

battaglia.
E fu così, che il contingente di Minas Tirith, guidato da Helegadan si unì a

quella che poteva sembrare un'accozzaglia di soldati senza uno scopo, ma lo

spirito di giustizia e libertà che guidava i cuori di questi valorosi soldati

avrebbe trionfato su ogni cosa, guidandoli verso sicure e valorose imprese e

chissà verso quali risultati.

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12 May 2012 11:55 #26682 by pinovipera
Replied by pinovipera on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
In bocca al warg a tutti ;)

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12 May 2012 21:59 #26704 by pinovipera
Replied by pinovipera on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Torneo molto molto bello! Essere in sei mi ha dato l'idea che qualcosa davvero si stia muovendo da noi per questo bellissimo gioco e si respirava l'aria di un torneo coi cosiddetti ;)

risultati:

1° Pinovipera 40 punti (Vincitore del torneo)
2° Voronwe 30 punti (vincitore dei premi Miniatura Dipinta e Generale del Bene)
3° terribile marco 25 (vincitore del premio Generale del Male)
4° terribile giorgio 20 (vincitore del premio armata dipinta)
5° amrod 5 punti
6° terras 0 punti

ancora da decidere il premio armata caratteristica perchè i BG non li abbiamo letti tutti :P complimenti ai nuovi arrivati, penalizzati solo dalla poca esperienza e complimenti al mumak di marco che ha ucciso in entrambe le partite Imrahil :D

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12 May 2012 22:24 #26705 by pinovipera
Replied by pinovipera on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Mi lancio velocemente nei miei BR visto che ho un po' di tempo...

Prima partita contro Amrod: PERLUSTRAZIONE

Partita ostica per lui (tre settimane fa aveva visto questa partita finire dopo ben 4 ore di gioco, quindi era già giustamente disperato) soprattutto perchè io avevo il tamburino esterling... uso un punto possanza per far entrare il re del khand con tamburino, dragoni e khandish, sperando di far entrare gli altri esterling al turno successivo: tiro e faccio triplo 1!!! perdo così due turni per fare entrare la falange dei dragoni; ma ad amrod non va meglio e l'unica banda di cavalleria entra al 4° turno dopo una lunga serie di 1... piccole scaramucce a centro campo tra i suoi galadrim e le mie guardie nere + uruk di mordor che inizialmente si concludono con un nulla di fatto. Intanto il tamburino si diverte a suonare e le bande esterling volano sul campo :D io faccio l'errore di lasciare il re scoperto per un turno e si becca una ferita salvata col fato... eomer invece decide di non bloccarmi e prova a darsi alla fuga, ma con scarsi successi: riusciamo a giocare 6 o 7 turni e alla fine nessun modello del bene esce dal tavolo... errori miei: aver perso due khandish facendoli saltare da un dirupo; errori di amrdor: non aver provato in nessun modo a bloccare l'uscita dei miei pezzi...

Seconda partita contro terras: POSIZIONE SOPRAELEVATA

partita molto bella, anche se terras ha fatto qualche errorino di inesperienza, ma per il resto se l'è giocata al massimo delle sue possibilità perchè ha avuto un po' di sfiga ai dadi... Inizialmente io piazzo due bande sulla collina e due sul mio fianco sinistro, terras piazza i dol amroth defilati per cercare di colpire da quel lato, una banda di falange fuori dalla collina e una banda sulla collina, poi mette gli arcieri sulla sua destra. Lo schieramento ha inciso molto perchè fa l'errore di mettere in prima fila i guerrieri di MT contro i Dragoni neri catafratti... imrahil, troppo defilato, non può colpire come dovrebbe e viene fermato per un paio di volte dal capitano esterling a cavallo. Gli arcieri (miei e suoi) se le suonano finchè possono: sfruttando uno spiraglio, mando un dragone nero verso i suoi arcieri e faccio filtrare un uruk con supporto, togliendogli la possibilità di tirare (pessima la prestazione di beregond). Sulla collina ci si picchia di brutto, ma i miei riescono ad avere ragione degli avversari (grazie alla maestria di dragoni neri, uruk e guardie nere). I dragoni neri mi hanno davvero colpito per la loro resistenza: i catafratti hanno ammazzato anche un bel po' di guardie del cortile. Il Re del khand ammazza di brutto i primi turni, poi perde un cac contro 5 avversari e muore per un tiro fato andato male... intanto il re degli stregoni non sa che fare e si mette a tirare incantesimi a casaccio :D :D :D giochiamo pochi turni (credo 4) ma davvero intensi... alla fine ho più del doppio del modelli sulla collina e faccio un altra vittoria maggiore aggiudicandomi questo 5° torneo :) errori miei: aver lasciato un po' scoperto il nazgul che per sua fortuna non ha subito attacchi dai Dol amroth (che hanno ammazzato di brutto in cac); errori suoi: non aver messo le fontane in prima fila e aver piazzato imrahil molto laterale per primo (però devo ammettere che terras ha avuto un po' di sfortuna in molti casi)

beh direi che può bastare :P domani dovrei riuscire a mettere qualche foto, soprattutto della prima partita, nella seconda ce ne siamo dimenticati :P

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14 May 2012 13:31 - 14 May 2012 13:33 #26754 by Voronwe
Replied by Voronwe on topic Re: Il 5° Torneo Pugliese
Anch'io mi lancio nel Battle Report delle mie due battaglie in attesa di corredarli con le foto:
1a BATTAGLIA VS "Giorgio il Terribile" SCENARIO: PERLUSTRAZIONE
Finalmente riusciamo a scontrarci nel Torneo. Ci assomigliamo come tattiche. Entrambi cerchiamo di non rischiare eccessivamente i pezzi che giochiamo, attendendo l'errore dell'avversario per punirlo... Forse per questo ci annulliamo un po' a vicenda e nessuno riesce a portare fuori dal tavolo qualche miniatura.
Giorgio vince la prima iniziativa e scegli il lato dove c'è un bel boschetto nell'angolo. Indubbiamente, avendo io schierato un folto gruppo di Silvani, quel lato avrebbe favorito me ma i dadi hanno scelto così.
Le bande non entrano tutte subito ma questo non influisce molto sulle sorti della battaglia. Giorgio mette sulla destra I Predoni di Mahur con il loro capo cercando subito una via di fuga "veloce" verso il bordo. Dallo stesso lato piazza i balestrieri. Dall'altro lato, nel bosco, schiera due bande con Ugluk e un Capitano Uruk mentre piazza il Generale nelle retrovie. La mia cavalleria di Dol Amroth con Ilverin ed Imrahil viene divisa in due tronconi ma poi la sposto tutta a sinistra temendo il tiro delle balestre. A fermare Mahur e predoni metto tre arcieri elfici, tre silvani nascosti dietro una collina e in posizione di tiro anche il Capitano degli Elfi e la Sentinella.
La Cavalleria arriva al'impatto presto ma dopo diversi turni (alcuni anche molto favorevoli) non riesce ad aprire per tempo un varco di fuga per la fanteria che gli è dietro. Nessuno dei miei riesce ad uscire in tempo utile da quel lato perchè finisco la possanza e gli uruk nelle retrovie riescono a fermare i fanti. Non appena espongo un cavaliere di DA alle balestre me lo fanno secco!!!
Dall'altro lato, stesso discorso a parti invertite: Capitano e sentinella sfoltiscono qualche balestre ed un paio di predoni. I rimanenti vengono bloccati dai Silvani e anche qui nessuno passa oltre.
Alla fine "VITTORIA MINORE" per me visti i tanti morti fatti grazie alla cavalleria, Ilverin ed Imrahil.

2a BATTAGLIA VS "Marco il Terribile" SCENARIO: POSIZIONE SOPRAELEVATA
L'apoteosi delle mazzate. L'esordio del Mumak. La morte di Imrahil. Che dire? Una partita di per sè memorabile. Sulla collina centrale i Dol Amroth e gli armigeri tengono dall'inizio alla fine. Nelle retrovie una ottima prova dei Silvani che, dopo aver letteralmente annientato la banda del tamburino, si lanciano sulla collina per poter piazzare più modelli amici nell'obiettivo. Anche il Capitano dei Galadhrim giunge sul colle a dar manforte ai Cavalieri Cigno e tenendo testa ad un Gorbag determinato.
Ma le mazzate "vere" sono altrove. La cavalleria si vota al martirio. Imrahil, Ilverin e i quattro cavalieri si buttano contro la banda del Generale Shagrat. Riescono a ferirlo e a renderlo debole per poi ammazzarlo. Ma il Mumak è nei paraggi. Due turni seri di Calpestamento asfaltano di tutto... cavalieri, orchetti, Imrahil, Ilverin. INCREDIBILE morte del Principe: viene ferito quattro volte; uso tutti e tre i punti fato e.... TRIPLO UNO!!! Morto stecchito. Davvero un pezzo che ti cambia la battaglia questo Mumak... senza contare il tiro degli Haradrim non fortunatissimo per Marco ma sempre temibile (e qualcosa feriscono).
Alla fine anche il Mumak arriva sul colle ma è troppo tardi: contando come 1 modello non riesce a capovolgere le sorti della battaglia e si tratta di una nuova "VITTORIA MINORE" per me visto che non riesco a fare il doppio dei punti dell'avversario.

FONDATORE del gruppo di gioco AMRUNDOR.

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Last edit: 14 May 2012 13:33 by Voronwe.

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