È appena sorto il sole, Bihir e Felestas sono di guardia alla stanza del re.
-questo sonno mi sta uccidendo, se il re non si sveglia sarei tentato a schiacciare un pisolino- sospira Bihir piegandosi sulle ginocchia e appoggiandosi alla lunga lancia che porta nella mano destra: -non sopporto il turno notturno, non c’è alcuna possibilità di far riconoscere il proprio valore!
Un minuto di silenzio segue l’esclamazione: -il signor Arveleg da quando è salito al trono non fa che pensare al come rallentare l’imminente assedio di Angmar, io voglio mostrare la mia abilità nel combattimento!
-è un bravo re, se cerca di resistere è solo perché un attacco contro il re stregone sarebbe un inutile suicidio– risponde il compagno.
-si ma…
in quell’istante la porta si apre e il re Arveleg esce dalla sua stanza –salve ragazzi, seguitemi!–
presi alla sprovvista i due inseguono il loro re che con passo veloce si dirige verso i piani inferiori.
-oggi è una giornata speciale– esclama Arveleg: -seguitemi senza fare domande.


Bihir e Felestas sono sorpresi dal tono serio del loro re, non lo avevano mai sentito così deciso nello svolgere qualcosa. In passato è sempre stato indeciso nel da farsi: dalla morte del padre Argeleb tutta la sua sicurezza era scomparsa. Fino a oggi: oggi nella sua voce c’è una decisione strabiliante. Per un paio di minuti seguono il loro re in silenzio scambiandosi solo qualche occhiata perplessa. Salite tutte le scale che portano alla cima della torre più alta il re si gira verso di loro: -io starò qui dentro per parecchio tempo, non fate entrare nessuno! Questo è il mio ordine– al ché entra nella stanza e chiude la porta dietro di sé. Le due guardie si guardano perplesse e guardano la porta della stanza dinanzi a loro.
-ora mi ricordo: questa è la stanza nella quale è custodita la pietra del potere. Mi chiedo a cosa servirà!- esclama Bihir.
-il nome di quella pietra era… aspetta… an si… mi pare si chiami palantír, la leggenda narra che queste pietre del potere furono donate ai nostri antenati dagli elfi dell’ovest, al di là dell’oceano-

Dopo qualche ora Arveleg esce dalla stanza con un sorrisetto sulle labbra. Con fare spedito si dirige verso le scale che portano ai piani inferiori quando Bihir e Felestas si oppongono al suo cammino: -vogliamo spiegazioni!- dicono in coro: -che sta succedendo?
-bene, ora vi spiego- risponde il re: -ma prima bisogna mettere in allerta i soldati, pensaci tu Bihir; e tu Felestas vai a preparare i vostri cavalli-
Le due guardie, non pronte alla fermezza di spirito con la quale il loro re gli aveva parlato eseguono gli ordini senza obbiezioni.
-vi voglio trovare alla sala di comando appena conclusi i vostri compiti!

La mattina passa in un andirivieni alla quale Bihir e Felestas speravano di non partecipare. Conclusi i lavori si incontrano e si dirigono verso la sala di comando, aprono la porta e ci trovano Arveleg seduto su una sedia ad attenderli con un oggetto sferico coperto da un pezzo di stoffa tra le gambe.
-Bene ora che siete qui posso spiegarvi un po’ di cose- esclama il re: -Amon Sûl è una fortezza molto ben protetta e sorvegliata, ma dinanzi a noi c’è un esercito così immenso che neanche la più potente tra le nostre armate potrebbe fermare. Angmar si sta muovendo insieme alle armate del Rhudaur e questa fortezza è la sua prossima meta. Io ho guardato nel palantír e ho previsto le sue mosse, questa fortezza è spacciata! Tenteremo di fermarli, ma per voi ho un compito speciale.
Un brivido percorre la schiena dei due soldati: -noi resteremo al suo fianco!- gridano i soldati.
-si, è quello che vorrei anch’io, ma ho bisogno di affidare questo importante compito a qualcuno e voi siete gli unici di cui io mi possa veramente fidare- esclama con tono fermo: -vi affiderò il palantír, dovrete portarlo a Fornost, la capitale del nostro regno, non dovete fare fermate e avvertite ogni cittadino che incontrate dell’imminente arrivo del Re Stregone.
-ma signore noi non…- accenna Felestas.
-non voglio sentire scuse! Andate appena siete pronti!- grida il re.
Le due guardie si congedano con un inchino e prima di andarsene gli viene consegnato il palantír da Arveleg. Non scambiano parola per tutto il tragitto.
Arrivano alle stalle e stanno per montare a cavallo quando da dietro arriva un gruppetto di 3 soldati. E prima che Bihir e Felestas riescano ad aprire bocca e trovare una qualsiasi scusa, i soldati sguainano la spada e caricano le due guardie.
Non preparati a questo, Bihir e Felestas arretrano e puntano le lance. Il primo soldato fende un colpo verso Bihir ma con agilità lui arretra con un balzo e fa sbilanciare in avanti il suo avversario. Questo cade atterra con un tonfo ma subito il secondo soldato lo salta con un balzo e con un abile colpo di spada ferisce Bihir al braccio sinistro. Nel frattempo l’ultimo soldato è impegnato nel combattimento con Felestas ma molto velocemente ha la peggio, Felestas affonda con un colpo netto la sua lancia nel petto di questo ferendolo a morte.
Bihir è in difficoltà: con un braccio ferito non riesce a tenere a bada un soldato mentre l’altro ha avuto il tempo di rialzarsi e riprendere il combattimento. Ha le spalle al muro. “è finita!” pensa fra se e se; quando da dietro una spada trafigge il corpo di uno dei due soldati, mentre l’altro si accascia con una lancia che gli perfora la spalla destra.

-lo sapevo che dovevo tenervi d’occhio!- dice una voce familiare da dietro il corpo che si sta lentamente afflosciando: è Arveleg!
-i numenoreani neri si sono infiltrati anche qui dentro Amon Sûl, dovete partire immediatamente! Vi ho portato un piccolo regalo di addio, 5 soldati tra i miei più fidati: vi accompagneranno fino a Fornost.- esclama il re
-grazie sire!- esclamano i due in coro.
-vi auguro buona fortuna, voglio che compiate la vostra missione!-
-buona fortuna anche a lei, nostro re- e con un inchino partono insieme ai 5 soldati del re verso la strada che porta alla lontana fortezza di Fornost rimpiangendo la battaglia cui il loro re non ha potuto sottrarsi e che ora divampa nel cielo in una fiammata di morte e distruzione.

Il palantír è salvo ma a caro prezzo: la fortezza di Amon Sûl è caduta e la nazione non ha più un re. La fine della guerra del nord è quasi giunta, l’unica speranza è riposta nel gruppo di esploratori che si sono diretti a sud verso il lontano regno di Gondor per invocare aiutocontro Angmar...