Lo scorso 25 settembre 2010 si è svolto ad Altopascio (Lu), nell’agriturismo Ponziani, il 4° Torneo dell’Anello, evento finale della Lega 2009-2010.

E’ stato inanzitutto un bel ritrovo ed ha visto la partecipazione di 20 "baldi giovani" oltre al nutrito seguito di mogli, amici e bambini.

La classifica dell’evento, come anche della Lega, la potete vedere nella sezione Lega del Sito, ma lo scopo di questo articolo invece è di svelare i BG (BackGround) e gli "Army" dei partecipanti.

 

La maggior parte , se non tutti, sono utenti del forum dell’anello come vedete dalla successiva foto di gruppo.

Foto di Gruppo Altopascio 2010

In piedi da sx:

Terry O’ Queen, Ilùvatar, gambit, Ale, loktarogal, babadillo, Martur, Mason e figlio, Van, Albione, ganjalf0, Eorl

Seduti da sx:

razide, Fede, Elvenknight, unicorn80,"babadillino", Tomgalad, Mordorjack, SEO, Giblin e !TAMA!

L’unico sdraiato (chissà com’è J):

Gillarawain del Leviatano

Qui di segutito elencherò i BG + liste del Bene e del Male in base alla classifica ottenuta al Torneo:

 

1° Bene - Gillarawain del Leviatano (Marcello Beccati) – 45 modelli

 

UN AIUTO INSPERATO

La salva di frecce era giunta tanto inaspettata quando insperata.

I dardi avevano falciato impietosamente i primi orchi che, rigettati al di là delle mura, sciamavano sui Campi del Pellenor.

Il cuore di Beregond capitano della Guardia della Cittadella, unico leader ancora in grado di guidare gli uomini di Minas Tirith nel primo anello della Citta Bianca, un attimo prima stava per cedere alla disperazione, mentre ora pulsava forte nel petto, forte di una speranza appena ritrovata.

Ma chi? Chi in questa ora buia giungeva in soccorso di Minas Tirith? Chi oltre a queste esigue forze stava falcidiando le creature dell'Oscuro?

Il suo sguardo, titubante, cercava intorno a se una risposta, scorrendo lentamente le forze in campo.

Alle sue spalle, appostati su balconi, ballatoi, tetti e dietro ogni possibile riparo, ed una decina dei formidabili arcieri della Cittadella, che battevano incessantemente le retrovie della feccia orchesca.

Di fronte, nel sin ora vano tentativo di rigettare le maligne creature al di fuori della citta, stavano mezza dozzina di armigeri di Minas Tirith ed una decina di Guardie del Cortile della Fontana, giunte dalla ultima cerchia quale estremo tentativo di arginare il nemico.

Oltre la porta del primo anello giungevano scalpiti di cavalieri, presumibilmente gli ultimi di Minas Tirith, che si affrettavano nel venir a dar man forte, ma certo tale salva di frecce non poteva giungere da cavalieri armati di sole lance.

Rivoltando lo sguardo verso la mischia notava con stupore che una figura appariva controluce sulla soglia della breccia aperta da Grond.

Una figura in arcione su di un cavallo con bardature Rohirrim! Quindi rohan era riuscita a spezzare l'assedio ed arrivare sin sotto le mura della citta.

Ma mentre tale pensiero riempiva mente e cuore di Beregond, il riflesso dato dal sole lento scompariva e mostrava al Capitano, che incredulo sgranava ancor piu gli occhi, l'identità degli inattesi soccorsi.

Raminghi! I lineamenti duri, le vesti rudi ed il regale portamento non davano adito a dubbi alcuni. Dalle terre, un tempo chiamate Arnor, erano quindi giunti i Raminghi, i custodi del perduto regno.

Mentre ove Grond aveva abbattuto il portone, una decina di Raminghi seguiti da un paio, o poco piu, di Dunedain, riuscivano a guadagnar terreno giungendo in soccorso delle truppe assediate.

Ma non solo Raminghi, anche Legolas Verdefoglia, l'elfo, era giunto a soccorrerli e la sua figura, tanto esile quanto rassicurante, ora torreggiava sui resti del Bronzeo portone.

Beregond, rigenerato da tale visione, stava riacquistando forza e vigore e, sospinto dalla nuova speranza riaccesa nel suo cuore da quel insperato aiuto, si lanciava nella mischia ed un ultimo concitato pensiero riempiva la sua mente: speranza!.

Ora Minas Tirith non era piu persa, come sin a poco prima credeva.Una nuova forza animava gli assediati che ora, lentamente ma inesorabilmente, rigettavano le oscure creature fuori dalle mura della Bianca Città.

La Compagnia

01 Legolas con mantello elfico

La Grigia Compagnia

02 Dunedain

01 Ramingo del Nord a Cavallo

10 Raminghi di Arnor

La torre di Ecthellion

01 Beregond

10 Guardie della Cittadella con arco

04 Cavalieri di Minas Tirith

09 Guardie della Fontana con scudo

02 Guardie della Fontana

05 Guerrieri di Minas Tirith con lancia e scudo

 

2° Bene - unicorn80 (Marco Bresciani) - 51 modelli

Le sale di Thranduil

01 Legolas con mantello elfico

16 Elfi Silvani con arco

32 Elfi Silvani con lancia

01 Elfo Silvano con lancia e pugnale da lancio

Erebor

01 Gimli

 

3° Bene - babadillo (Luca Budicin) - 26 miniature

L'AUDACIA DI RE ELESSAR

Quarta Era della Terra di Mezzo.

Da qualche tempo Re Elessar è uso compiere un giro di pattuglia in prima persona … le sue uscite si spingono nell’Ithilien e fino alla base delle montagne di quella che fu la Terra di Mordor.

Nonostante la disfatta del Nemico, infatti, Orchi e altre empie creature, seppur allo sbando, vivono ancora in quelle foreste e su quelle montagne … e basta poco … un orco più grande e feroce degli altri … alcune bande si uniscono, prendono coraggio, e iniziano a razziare prima fattorie isolate e talvolta perfino i villaggi!

A disperderli in genere non ci vuole molto … un intervento deciso è sufficiente … ma quando le bande sono particolarmente violente, la presenza del Re rassicura la popolazione ed incute timore … gli orchi ricordano bene le imprese del vecchio ramingo … e conoscono ciò che può fare Anduril anche al più coriaceo di loro!

Re Elessar ha preso l’abitudine di muoversi con le migliori truppe della Torre Bianca … la sua elite! Nessun Re o Sovrintendente dei tempi antichi ha mai utilizzato queste truppe al di fuori delle bianche mura, ma il Re sa bene quel che fa … il loro miglior equipaggiamento fa sì di poter utilizzare un drappello di pochi guerrieri al posto di un contingente più grande … Minas Tirith dopo la vittoria su Sauron non conta molti guerrieri.

E in questa fredda mattina di autunno, Aragorn si sorprende a fischiettare una vecchia canzone di Bilbo mentre avanza nella brughiera con i suoi uomini … ma i suoi sensi sono sempre affilati come la sua lama … è un nonnulla … il silenzio del bosco … un silenzio troppo opprimente …

Il Re reagisce ancor prima di vedere i nemici … e quando un’accozzaglia male armata, e assortita anche peggio, esce urlando dal sottobosco contorto, i suoi uomini hanno già stretto le fila intorno a Merenir, il capitano che li guida!

Il Re sta già spronando il suo destriero bardato, seguito da un drappello di rudi cavalieri con le lance abbassate! Per Gondor!

La Torre di Ecthelion

01 Aragorn Re Elessar con cavallo bardato

01 Capitano di MT con scudo

06 Guardie della Fontana con scudo

06 Guardie della Cittadella con arco/lancia

06 Cavalieri di MT con scudo

06 Guerrieri di MT con scudo/lancia

 

4° Bene - ganjalf0 (Maciej Wytrychowski) – 46 modelli

Anno 3019 della terza era.

Marzo

Tutti i popoli e le razze libere della Terra di Mezzo si stanno radunando in vari punti della terra, per dimostrare ancora una volta alle forze del Male che tutti gli esseri viventi sono nati liberi, e questo diritto non è trascurabile.

Le forze del male colpiranno duramente le due razze piu potenti sulla terra, gli uomini sotto la bianca citta di Minas Tirith, mentre gli elfi nelle periferie delle foreste di Lorien e Bosco Atro.

Sauron, nominando generale Khamul l'Esterling delle creature votate al male di Dol Guldor,gli affida il gravoso compito di stroncare le ultime difese elfiche che restano nella terra di mezzo per assicurare alla propria gente un sicuro viaggio, fino alle incantate montagne di Valinor.

Ma gli elfi non sono i soli a difendere questi luoghi impervi e dimenticati,tra il limitare delle vali scavate dall Anduin nei millenni, vi sono ancora degli stanzionamenti militari del popolo di Rohan, proprio nelle antiche dimore dei padrii del loro Popolo.(Eorl e i suoi figli) disposte dal re in carica, per rendere i viaggiatori e gli scambi nella terre vicine sicuri,.

I coraggiosi cavalieri Rohirrim di uno di questi stanziamenti , al limitare della foresta di Bosco Atro ha salvato un gruppo di Raminghi catturati dal potere di Dol Guldor.Durante la loro prigionia fatta di torture e privazioni,hanno scoperto fortuitamente i piani del nemico in quelle zone.

Attaccare un avamposto elfico alla volta, tenendo impegnati gli altri con attacchi mordi e fuggi di piccoli gruppi di predoni.

Rumil,L'elfo a comando della guardia di Caras Galadhon e dei confini di Lorien, con una scorta formata dall elite piu forte che si possa immaginare,sta avanzando nella selva massacrando i pochi predoni rimasti, che impediscono gli aiuti tra i vari avamposti elfici, ma non ha intuito che si tratta di una trappola del nemico.

Spinti da un ancestrale legame tra le due razze i rohirrim radunano un Eored che contiene i piu abili Cavalieri della zona, discendenti da Eorl in persona che difese quelle terre secoli addietro, insieme ai raminghi liberati, cavalcano verso i confini della foresta di Lorien, abbandonando i terreni che hanno giurato di proteggere, ma per proteggere qualcosa di piu importante di questo.

Lothlorien

01 Rumil

11 Galadhrim scudo / lancia

07 Guardie Galadhrim

10 Galadrim archi elfici

04 Elfi silvani

02 Elfi silvani lancia

Grigia compagnia

01 Elegost (Ramingo nord cavallo)

04 Raminghi Arnor lancia

La Schiera di Thèoden

01 Staffetta cavallo

05 Figli di Eorl

 

5° Bene - Tomgalad (Tommaso Zerbi) - 60 modelli

Anno 3017 della terza era

Era l’ottavo anno di ricerche per Gandalf e Aragorn il ramingo, quando finalmente presso le Paludi Morte trovarono l’oggetto della loro ricerca: la creatura Gollum, appena liberata dalle prigioni di Barad-Dur. Venne portato a Bosco Atro, dove gli elfi lo avrebbero custodito sotto le sicure fronde della reggia di Thranduil. Gandalf interrogò a più riprese il prigioniero e venne a così a conoscenza di tutta la storia sua e dell’Unico Anello. Prima di partire lo stregone raccomandò a Legolas: "state sempre con lui, non lasciatelo un attimo solo, è più furbo di quanto voi possiate immaginare. Tuttavia il suo cuore non è del tutto marcio, c’è ancora del buono in Smeagol". Gli elfi non sono noti per la loro crudeltà, e con il passare del tempo si impietosirono nel vedere la creatura raggomitolata a gridare e piangere in una grigia prigione. Così decisero di dare al prigioniero dei momenti di libertà all’aperto. Gollum si comportò bene per mesi, tanto che le guardie che lo accompagnavano lo lasciavano salire sugli alberi e stare ore a lanciarsi di ramo in ramo. Il sorriso era tornato sul volto della creatura. Di giorno in giorno Legolas si convinceva sempre più che Smeagol stesse avendo la meglio su Gollum, e sempre più spesso il principe di Bosco Atro accompagnava le guardie per cercare di instaurare un dialogo con il prigioniero.

Agosto dell’anno 3018

Un giorno d’estate Gollum rifiutò di scendere dalla cima di un albero e i guardiani aspettarono fino a notte che la creatura scendesse. Legolas era impaziente, la creatura non si era mai comportata in quel modo, inoltre c’era qualcosa di strano nell’aria. Era una notte senza luna e senza stelle.

Gli orchetti attaccarono all’improvviso e con una furia inusuale. Erano più dei silvani di guardia, però venivano dalle montagne e indugiavano tra i fitti alberi, mentre gli elfi conoscevano a memoria ogni radice del Bosco. Legolas riuscì così a gestire le difese nonostante il buio della notte e l’inferiorità numerica, i nemici vennero respinti. Ma qualcosa non quadrava, era stata una strage inutile di orchi, un attacco insensato, che non avrebbe potuto scalfire le difese del Reame dei Silvani. Un atroce dubbio pervase la mente di Legolas. Di corsa tornò all’albero sul quale era salito Gollum. Non vi trovò alcuna guardia - tutte rapite o trucidate -. Il prigioniero era fuggito. Gli orchi avevano raggiunto il loro obiettivo. In un modo o nell’altro avevano avvisato Gollum di farsi trovare in quella precisa sera in quel preciso luogo.

Invano gli elfi cercarono la creatura per il resto della notte. Era abilissima a non lasciare tracce e il buio non aiutava certamente gli elfi stanchi dopo il recente scontro.

Legolas era stato giocato, ma più che ingannato si sentiva deluso per il fallimento dei suoi tentativi di convertire Gollum.

Quella notte di agosto Legolas giurò che avrebbe trovato l’occasione per riscattare il suo fallimento. Di lì a breve l’elfo sarebbe partito per la casa di Elrond, dove si sarebbe unito alla Compagnia dell’Anello e avrebbe trovato il modo di riscattarsi.

Le Sale di Thranduil

01 Legolas con mantello elfico

24 Guerrieri Elfi Silvani con lancia degli Elfi Silvani

16 Guerrieri Elfi Silvani

09 Guerrieri Elfi Silvani con arco elfico e lancia degli Elfi Silvani

07 Guerrieri Elfi Silvani con arco elfico

02 Guerrieri Elfi Silvani con mantello elfico e arco elfico

01 Guerriero Elfo Silvano con mantello elfico, arco elfico e lancia degli Elfi Silvani

 

6° Bene - .SEO. (Matteo Carnelli) - 48 modelli

I POPOLI DEL BENE

Vari sono i generi di creature che vivono nella Terra di Mezzo, divisi da sempre fra coloro che servono l’Oscuro Signore e coloro che gli si oppongono. Alcune razze, come gli uomini, cercano l’espansione territoriale e la potenza del proprio popolo e sono destinate a dominare il mondo, nel susseguirsi di generazioni di mortali; altre, in armonia con la natura, vivono nascoste e sparse sulla Terra di Mezzo, noncuranti delle vicende che li circondano e della guerra.

Fra le gloriose creature non sottomesse da Sauron si ricordano le maestose Aquile e i silenziosi Ent, ma sono quattro le principali razze che si ergono contro il Signore di Mordor: gli immortali Elfi, i pacifici Hobbit, i testardi Nani e i valorosi Uomini. Queste quattro razze hanno tutte avuto un ruolo fondamentale nella Guerra dell’Anello e sono inserite nell’armata che ho portato a questo torneo: una sorta di rappresentativa dei Popoli Liberi.

Analizzando nel dettaglio la composizione dell’armata, il gruppo comando e punto di riferimento per la truppa, sono i due gemelli Elfi Elladan ed Elrohir, abilissimi e inseparabili fratelli guerrieri. I due eroi di Gramburrone hanno combattuto al fianco di Aragorn, seguendolo nei sentieri di Duncolle per poi arrivare con le Navi Nere a prender parte alla battaglia dei Campi del Pelennor.

A formare la prima linea di impatto col nemico, c’è la rappresentanza dei popoli nanici, composta da sole Guardie di Khazad, le temute guardie personali dei grandi re di Moria, primo fra tutti Durin.

Esse sono supportate da una seconda fila di Uomini: i caduti guerrieri dell’antico Regno di Arnor, sconfitto dall’Occhio nella battaglia di Fornost.

La compagnia di arcieri dell’esercito è formata da un manipolo di Hobbit, i guardia frontiera della Contea. Sono più portati alla cucina e al fumo di erba pipa, ma anche con l’arco ci sanno fare, soprattutto se si attaccano le loro terre.

Gramburrone

02 Elladan e Elrohir a cavallo

Khazad-Dum

01 Capitano nano

14 Guardie di Khazad

Arnor

01 Dunedain con lancia

20 Guerrieri di Arnor

10 arcieri Hobbit

 

7° Bene - Martur (Marco Turco) – 5 modelli

IL BIANCO CONSIGLIO - L'ASSALTO A DOL GULDUR

Il caldo era soffocante, gli insetti ronzanti un tormento senza fine…ma quello che più atterriva l’anima era l’assenza quasi totale di luce, come se i raggi del sole si rifiutassero di penetrare le fronde oscure degli alberi millenari dell’antica foresta di Eryn Galen…o meglio, quello che ne rimaneva….

Bosco Atro, così era chiamata adesso la selva, un tempo fonte di vita…ora rifugio di tutto ciò che c’è di corrotto…

L’aria densa non faceva che focalizzare i sensi sull’odore di putredine...e morte…

Questo era il pensiero fisso di Erestor, mentre avanzava a fatica sul terreno sconnesso dalle radici e, dai grugniti e dalle smorfie, l’elfo di Granburrone era quasi sicuro che lo stesso pensiero stesse martellando la mente dei suoi compagni.

"Abbiamo una missione troppo a lungo rimandata da portare a termine"….l’implicito ordine a proseguire senza indugio lo colse di sorpresa.

Ma non furono parole trasportate dal vento…la voce imperiosa comparve semplicemente dentro la sua testa.

Lo smarrimento durò solo un battito di ciglia…il Primo Consigliere di Elrond già sapeva di chi era quel pensiero che così facilmente aveva invaso il dominio della sua mente di immortale.

La Dama di Lórien era un passo dietro di lui e i loro sguardi si incrociarono per un istante quando la Signora dei Galadhrim lo superò senza rallentare il passo.

Quello sguardo dava la stessa sensazione di una mano immersa nelle acque gelide di un lago di montagna…pochi riuscivano a sostenerlo senza sottrarsi all’istante a quella prova di volontà.

Ma Dama Galadriel aveva ragione. La sua sola presenza era sufficiente a mettere in evidenza quanto fosse grave la loro missione….la Signora non lasciava mai il suo regno di Lothlòrien se non in casi di estremo pericolo.

Ancora ricordava le parole cariche di tensione del Grigio Pellegrino al Bianco Consiglio…"l’oscurità che opprime Bosco Atro altri non è che la volontà di Sauron! Da Dol Guldur, lungi dall’essere stato sconfitto, Egli domina quanto lo circonda, seminando terrore e morte attraverso i suoi servi….ed ogni giorno il suo potere cresce….non può ancora manifestarsi in forma fisica, ma anche così è un avversario formidabile….dobbiamo agire! e in fretta! ogni giorno di ritardo rende l’impresa più disperata!".

"ATTENTI! CI ATTACCANO! AHHHH".

Con movimenti lenti e coordinati decine e decine di zampe mossero altrettanti corpi verso le vittime ignare.

Occhi rossi, brillanti di una malevole intelligenza primordiale, appena visibili al di sotto del fitto sottobosco, fissavano con bramosia le prede in avvicinamento.

Zanne arcuate grondanti veleno giallastro scattavano senza controllo, pregustando l’imminente banchetto che di lì a poco avrebbero consumato con avidità.

Come un solo essere gigantesco le molteplici creature, progenie di Ungoliant, scattarono all’unisono fuori dalle basse fonde, spiccando velocemente la corsa, grazie alle loro numerose gambe, verso il loro prossimo pasto.

Urla disperate lo trascinarono al presente da ricordi che non si possono dimenticare, giusto in tempo per vedere, con occhi pieni di orrore, sbucare dalla foresta contorta una miriade di corpi rigonfi, dalle zampe pelose e le mandibole scattanti, che con rapidità ineguagliabile piombarono addosso all’impreparato gruppo di elfi silvani….

Solo Tharanduil, come sempre pronto di riflessi, non venne colto di sorpresa e con movimento fluido ed aggraziato estrasse, dalla faretra regale di foglie ricamate in oro, una freccia dalla punta acuminata, scoccandola con precisione mortale con il lungo arco elfico.

Lo scontro era appena cominciato e già si trovavano in difficoltà.

Mentre lanciava, verso le grottesche creature delle dimensioni di un cavallo, uno dietro l’altro i suoi pugnali Noldorin, Erestor non poté fare a meno di cercare in quel caos di urla, ombre e sangue la signora di Lothlòrien…

E lo spettacolo che vide lo lasciò a bocca aperta.

Una luce accecante avvolse la Dama bianca, ingigantendone l’aggraziata figura.

Come terrorizzate da quella presenza soprannaturale le creature a otto zampe si fermarono di colpo, disorientate.

Grazie a quel diversivo i Sindarin, circondati ed in inferiorità numerica, ritrovarono la determinazione di opporsi ai servi di Sauron.

Ma un ruggito possente, da gelare il sangue nelle vene, mise in guardia il Primo Consigliere…

Il Male era lungi dall’essere sconfitto.

Una massa gigantesca, di muscoli poderosi, fauci e artigli affilati come rasoi si stava facendo largo tra gli elfi, lasciandosi dietro una scia di corpi martoriati, sangue e lance spezzate, seguito a breve distanza da un branco di warg selvaggi, lanciati in carica con le zanne ricurve assetate di sangue.

La terra corrotta tramava sotto i colpi pesanti di quel capobranco dalle mille cicatrici, che si stava aprendo la strada verso Dama Galadriel con la pura forza di cui la natura lo aveva dotato…

Erestor capì all’istante che non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungere la Signora dei Galadhrim prima della Bestia di Sauron…

Socchiudendo gli occhi vide come in un sogno la voragine umida delle fauci spalancate del mostro mentre spiccava il balzo verso la gola dell’impotente Sindarin…solo per vederlo, un istante prima del contatto, sbalzato via come un ramo spezzato, come se si fosse schiantato contro una barriera invisibile…

Spostando di poco lo sguardo vide l’artefice di quel miracolo…

Saruman il Bianco, Capo del Bianco Consiglio, si trovava al limitare del campo di battaglia con ancora sollevato il bastone del potere.

Mentre osservava affascinato il potente mago, vide comparire ai suoi lati la scorta d’onore di elfi Noldor in armatura pesante e affilate lame elfiche, guidati per l’occasione da Glorfindel in persona.

La voce di Curunir e il Signore dell’Ovest, con indosso l’armatura di Gondolin, erano giunti al momento opportuno.

L’esito dello scontro era tutto da decidere.

Gramburrone

01 Glorfindel Signore dell’Ovest a cavallo

01 Erestor con mantello elfico

Lothlorien

01 Galadriel Signora dei Galadhrim

I Maghi

01 Saruman il Bianco

Le Sale di Tharanduil

01 Tharanduil

 

8° - Eorl (Marco Barucca) – 42 modelli

EREBOR ANNO 2988 DELLA TERZA ERA

Gimli stava ormai terminando di preparare il suo equipaggiamento per la grande avventura che sarebbe iniziata il giorno dopo; l’indomani infatti sarebbe partito con suo cugino Balin e quasi una legione di nani, per una lunga spedizione che l’avrebbe tenuto lontano da casa per diversi mesi. Si sarebbero prima diretti a est verso i Colli Ferrosi per poi deviare a sud parallelamente al bosco Atro, allo scopo di eliminare strada facendo tutti i presidi e gli avamposti che gli Esterling, sempre più sfrontati, stavano costruendo nella regione. Questo comunque non sarebbe stato che l’inizio, infatti in prossimità del Dagorlad avrebbero cambiato direzione dirigendosi a nord-ovest verso il Campo di Celebrant e poi i Campi Iridati, chiaramente con la speranza di menar le mani con qualche gruppo guerriero orco, troppo sprovveduto da non fuggire davanti a una Legione della Montagna Solitaria. Avrebbero poi costeggiato le Montagne Nebbiose, saggiando le difese dei Goblin in prossimità dell’antica Khazad-Dum, per poi seguire le Montagne Grigie per rientrare a Erebor.

Nonostante le premesse del viaggio l’animo di Gimli era diviso, se infatti da un lato era esaltato all’idea delle sfide che avrebbero affrontato, dall’altro era profondamente rattristato per il presentimento che quella forse sarebbe stata l’ultima avventura con suo cugino. Balin infatti, infervorato dal recente ritrovamento dell’Ascia di Durin, aveva deciso di dirigersi l’anno seguente sulle Montagne Nebbiose e tentare la riconquista di Khazad-Dum. Oltre alle sue personali guardie di Ferro e Khazad, che non esitarono neanche un attimo, dichiararono la loro volontà di seguirlo numerosi nani, soprattutto tra i più giovani. Era per questo che aveva preparato la spedizione esplorativa, in modo di amalgamare il gruppo e di far fare esperienza ai più giovani che si sarebbero trovati a stretto contatto con i veterani. Chiaramente aveva chiesto anche a Gimli di unirsi all’impresa di Khazad-Dum in modo che, liberando l’atavica patria dei nani, i loro nomi sarebbero stati ricordati tra la gente di Durin per i millenni avvenire. Gimli in cuor suo, pur avendo un grande desiderio di unirsi al cugino, sentiva che il suo destino nella terra di mezzo sarebbe stato un altro, anche se in quel momento non avrebbe saputo dire quale. Tuttavia piangendo e abbracciandolo disse a Balin che nulla al modo gli avrebbe impedito di accompagnarlo nella lunga ricognizione e che sicuramente in futuro sarebbe andato a trovare il Re di Khazad-Dum nella sua dimora.

Erebor

01 Balin (con ascia di Durin)

01 Gimli

06 Guardie di Ferro

11 Guardie Khazad

04 Guerrieri con ascia

08 Guerrieri con scudo

10 Guerrieri con arco

01 esploratore con asce da lancio

 

9° Bene - loktarogal (Flavio Carrobbio) – 47 modelli

I GEMELLINI A LOTHLORIEN

Tra le razze presenti nella Terra di Mezzo, quella degli Elfi è la più antica, saggia e abile. Quando si uniscono sotto lo stendardo di un unico signore, diventano inarrestabili.

Gli elfi sono una razza morente, il cui tempo della dominazione è da lungo perduto. Essi non hanno più un re, non da quando Gil-galad perì combattendo Sauron verso la fine della Seconda Era. I loro regni sono divisi e la loro gente sta attraversando il mare verso ovest per ritornare nella propria patria spirituale.

Il consiglio tenutosi dopo la Guerra dell'Anello nei boschi di Lorien, ha discusso su come annientare la minaccia che a poco a poco si sta espandendo da Ovest. Le miniere di Moria erano popolate dai nani e anche se non ebbero un ottimo rapporto, le ostilità spesso erano placate con qualche punizione per entrambi i litiganti. Però dopo che i goblin hanno invaso questa montagna ci sono delle piccole guerre tra i due rivali, finendo sempre con qualche morto. Ultimamente gli attacchi divennero sempre più frequenti e ostili e l'esercito che disturba i popoli delle foreste sono sempre più grandi, ergo il consiglio ha deciso di placare in maniera definitiva questa storia perché continuare era improponibile.

Il consiglio decise di eseguire un attacco su vasta scala mandando a capo dell'esercito dei Galadrim il migliore capitano di Lothlorien: Rumil, fratello di Haldir,e in suo soccorso giungono i due gemelli : Elledan ed Elrohir a capo di un contingente di Elfi silvani.

Formato l'esercito decidono di imporre i loro due obbiettivi, eliminare la minaccia dei goblin nelle miniere di Moria e di aiutare nel progetto per la distruzione dell'Unico Anello per portare la pace e la felicità in tutta la terra di mezzo..

Finché l'Unico Anello esiste, gli Elfi avranno un ruolo da inscenare nella guerra che verrà. Chissà se questi prodi Eroi riusciranno a placare la forza oscura che si annida nella Terra di Mezzo...

Grigia Compagnia

02 Gemellini Full a cavallo

Lothlorien

01 Rumil

10 Arcieri Silvani

07 Galadhrim con scudo

09 Galadhrim con lancia

07 Elfi Silvani

08 Elfi Silvani con lancia

03 Guardie della Corte dei Galadhrim

 

10° Bene - Federico Zotti – 43 modelli

UN GIORNO DI GLORIA E SANGUE

Dai diari personali di Orthond di Gondor, comandante della IV Compagnia del Pelennor.

Minas Tirith, III Era, 14 Marzo 3019.

"Abbiamo combattuto tutto il giorno contro le orde di Sauron che hanno posto l’assedio alla nostra bianca città dopo aver razziato il Pelennor.

Di quella magnifica piana rimangono ormai solo le macerie delle fattorie saccheggiate e i campi orrendamente calpestati dai luridi piedi degli orchi.

Ora abbiamo un attimo di tregua, quanto basta per medicare i feriti e riorganizzare le nostre fila in attesa del prossimo scontro.

A tarda notte una enorme macchina è stata trascinata fino al grande cancello e il condottiero nero si è avvicinato spargendo un’aura di terrore…"

Minas Tirith, III Era, 15 Marzo 3019.

"E’ giunta la nostra fine! Il grande cancello, che credevamo indistruttibile, giace a terra divelto e contorto, distrutto dal maleficio di Angmar e dai potenti colpi di un ariete mostruoso.

L’oscurità si fa opprimente e l’animo cede, ma dobbiamo combattere nelle strade del primo livello della città per salvare la nostra gente.

Tutte le guardie accorrono ed innalzano un muro di lance e scudi su cui si infrangono le orde malefiche di Sauron. Un’altra ondata la segue, ed un'altra ancora… e ancora… E’ stato solo un attimo, la marea nera sale inarrestabile.

Ma non tutto è perduto: all’alba è giunto un suono di corno, seguito da innumerevoli altri ed i guerrieri del Calenardhon in sella ai loro destrieri hanno travolto il nemico mandandolo in rotta.

Rianimati nello spirito se non nel corpo, abbiamo caricato seguendo Forlong, il Grasso di Lossarnach, una vera forza della natura; ma il nostro impeto si è presto infranto contro le rinnovate fila del nemico che da Osgiliath ha fatto arrivare truppe fresche.

Sembrava tutto perduto quando abbiamo visto le navi nere dei corsari giungere a Harlond ma la sorpresa è stata grande quando si è dispiegato un vessillo blu con intarsiato l’albero bianco di Gondor e la corona reale e le sette stelle che brillavano accecanti alla luce del mattino: il Re è tornato!

Con lui le genti del Lebennin ed alti guerrieri grigio vestiti. Tra loro spiccavano per nobiltà, e fierezza, e maestria, coloro che seppi poi essere i figli di Elrond, il sire elfico, giunti per combattere al nostro fianco.

E abbiamo combattuto per tutto il giorno, quando il braccio o lo spirito cedevano la vista dello stendardo infondeva rinnovate forze.

Alla fine il nemico è stato completamente sbaragliato, non senza amare e numerose perdite tra le nostre genti. Tra tutti, vidi cadere Forlong di Lossarnach circondato dai nemici …"

Grigia Compagnia

02 Gemellini Full a cavallo

La Torre di Echtelion

01 Beregond

06 Cavalierie di MT Scudo

10 Guardie della Fontana Scudo

01 Guardia della Fontana

11 Guerrieri MT con Lancia / Scudo

06 Raminghi di Gondor

06 Raminghi di Gondor con Lancia

 

1° Male - Van (Paolo Richelli) - 50 modelli

ANGMAR

L’ultima neve del freddo inverno cominciava ormai a sciogliersi, ma l’avanzata era ancora difficoltosa.

I goblin procedevano compatti e disordinati celati dalla fitta nebbia. Le avanguardie su warg avevano individuato un nutrito gruppo di guerrieri di Arnor che si era smarrito in quelle lande desolate e il loro capitano, Zabog aveva deciso di tendere loro un’imboscata.

I cavalieri su warg avrebbero aggirato i nemici per raggiungerli da sud e spingerli nel luogo scelto per l’agguato.

Questo era un pendio scosceso dove in tempi antichi erano stati eretti tumuli per qualche antico eroe i cui animi erano però stati ridestati da qualche antico incantesimo e ora infestavano questi luoghi e raggelavano gli animi dei guerrieri che vi transitavano.

I goblin non erano in effetti abbastanza da schiacciare il nemico con la sola forza del numero, Zabog confidava infatti che gli spettri si sarebbero manifestati aiutandoli nel massacro.

Fu col giungere della sera che i warg attaccarono il campo nemico, dove i guerrieri di Arnor si stavano preparando a passare la notte in quelle terre inospitali.

Il piano funzionò alla perfezione, gli uomini scapparono verso l’unico varco che gli orchi gli avevano lasciato e si diressero inevitabilmente verso la landa dove i goblin si erano preparati a tendere loro l’imboscata.

Non appena arrivarono in prossimità dei tumuli i goblin attaccarono correndo giù dal ripido pendio. Ormai gli uomini non potevano più tornare indietro, perché i warg li avevano raggiunti. Erano in trappola!

I soldati di Arnor erano però addestrati e coraggiosi, e non si persero d’animo. Sguainarono le loro spade e si prepararono a difendersi fieramente come si addiceva loro.

Ma fu proprio allora che le presenze maligne di quei luoghi si manifestarono: una figura eterea, simile a un uomo ma decisamente più spaventoso, apparve nel mezzo del campo di battaglia.

Immediatamente gli animi dei poveri uomini si sentirono a smarriti. Capivano che orami per loro non c’era più speranza. Con troppa leggerezza vi si erano avventurati, e ora inevitabilmente avrebbero trovato la morte nelle infernali terre di Angmar.

Angmar

01 Capitano Orco su warg con scudo

01 Capitano Orco su warg con scudo

01 Capitano Goblin con scudo

01 Fantasma

01 Sciame di Pipistrelli

11 Goblin con scudo

13 Goblin con lancia e scudo

05 Goblin con arco

08 Goblin con arco e lancia

08 Cavalcawarg con scudo

 

2° Male - Elvenknight (Francesco Zotti) - 42 modelli

L’esploratore elfo avanzava, ombra tra le ombre di Bosco Atro, avanguardia silenziosa della grossa compagine che Sire Thranduil aveva inviato sulle tracce di una banda di grossi orchi. Gli immondi piedi di quelle bestie non avrebbero più calcato le verdi radure del regno elfico.

Le tracce portavano verso sud ovest, verso Amon Lanc, un tempo verde collina ed ora sede della tetra fortezza di Dol Guldur. Era pericoloso, anche per un contingente numeroso come il loro, avvicinarsi troppo alla fortezza ricostruita dall’Oscuro Signore… ma c’era ancora tempo… avrebbero raggiunto gli orchi ben prima… un leggero sorriso increspò le labbra dell’elfo.

Il ragno osserva la scena, un lampo di malvagità pura nelle quattro paia di occhi, sentiva l’odore del nemico di sempre. Furtivo raggiunse altri suoi simili e dopo un silenzioso messaggio tornò a controllare l’avanzare dell’elfo.

Il tramonto stava ricoprendo di ombre malsane la roccaforte di Dol Guldur, nelle propaggini meridionali di Bosco Atro, ma un’attività febbrile si svolgeva nei cortili della tetra fortezza; un messaggio era giunto: gli esploratori avevano riportato l’avvistamento di una colonna di orecchie a punta che si dirigeva verso i neri bastioni.

Avrebbero pagato con la vita cotanta arroganza: i fidi vassalli dell’Oscuro Signore li avrebbero schiacciati sotto il loro tallone chiodato.

Reparti di robusti orchi, una marmaglia male organizzata eppur temibile, venivano inquadrati dallo schioccare delle fruste dei capitani; urla roche giungevano dal recinto dei lupi selvaggi mentre venivano preparati per la battaglia dai loro cavalieri, gli unici che potessero avvicinarsi!

I preparativi fervevano, presto si sarebbero mossi, mancava solo un dettaglio…

Un’ombra più scura della notte si dipanava dalla silenziosa figura mentre si concentrava per inviare il messaggio mentale a colei che mai dormiva, pronta ad attaccare chiunque tentasse di penetrare i suoi domini scagliandogli contro la moltitudine di figli che nel tempo aveva procreato.

Un grido agghiacciante, il messaggio era giunto, e l’ombra si mosse rivelando un’armatura coperta da un manto consunto che emanava un’aura di terrore puro.

I cancelli vennero aperti e le squadre di orchi si incolonnarono dietro la figura terrificante dirigendosi all’appuntamento stabilito dal messaggio mentale…la trappola mortale sarebbe scattata quella notte stessa…

TRAPPOLA MORTALE

I Nazgul

01 Signore delle Ombre

Dol Guldur

01 Regina Ragno

Barad-Dur

01 Tamburino

05 Cavalcawarg Scudo

12 Orco Morannon Scudo

07 Orco Morannon Scudo e Lancia

03 Orco Lancia e Scudo

11 Battitore Orco

 

3° Male – gambit76 (Alessandro Melone) – modelli

I FIGLI DI MORDOR

Nestor era chino sul fuoco al crepuscolo. Arrostiva un piccolo coniglio appena cacciato. Si era unito ai raminghi dell’Ithilien da poco tempo. La partenza del capitano Boromir lo aveva inquietato e così aveva deciso che nell’attesa del suo ritorno avrebbe servito suo fratello Faramir. Erano in quelle terre da settimane. A lui e alla sua compagnia era stato ordinato di sorvegliare un passo di montagna e Nestor in quei giorni aveva visto passare gente che non aveva mai visto prima. I Sudroni e gli Esterling…. E strani emissari che sembravano appartenere alle orde di pirati di Umbar.
Il capitano Madril lo chiamò distogliendolo da quei pensieri: "devi venire con me…. Massima segretezza…serve gente fidata". Si alzò senza ribattere e lo seguì. Madril lo condusse in una grotta dove li attendeva il capitano Faramir, che faceva la guardia ad un misterioso prigioniero incappucciato.
Faramir tolse il cappuccio al prigioniero. Era un orco. Il volto sfigurato e l’odore non lasciavano dubbi. "…lo abbiamo catturato poco fa… pattugliava i boschi insieme ad altri." Nestor era confuso "perché farlo prigioniero?"chiese.
Faramir non rispose. Madril arrivò con un secchio d’acqua gelida che gettò in faccia al prigioniero.
Questi ruggì e si lanciò verso Faramir ma la corda che lo teneva legato al muro si tese e l’orco cadde a terra dolorante.
Faramir gli puntò la spada alla gola e chiese:"tu vieni da Mordor, orco? Parla o morirai…"
L’orco rantolò, appoggiò la schiena al muro e, sempre tenendo gli occhi fissi sul suo carceriere rispose: "…si…" .
Faramir proseguì: "tutti quelli della tua compagnia sono morti. Li abbiamo bruciati e lasciati agli animali. Se non mi dici ciò che voglio sapere finirai come loro…" . L’orco fissò la punta della spada e poi di nuovo Faramir. E ringhiò…
" Dimmi perché Mordor sta radunando truppe da ogni dove…"
L’orco colse la paura nella voce di Faramir e accennò un sorriso…. "…l’occhio non dorme mai…. L’occhio è il nostro Signore. Mordor raduna tutti i suoi figli. Come ratti sbuchiamo dalla terra e dalle montagne. Non solo uomini del sud e dell’est… nossignore…." Nestor vide il viso di Faramir… gli occhi sbarrati e la fronte perlata di gelida paura.
"I fratelli del Morannon… del passo di Shelob… della Torre Nera…" tutti sotto un’unica bandiera.
E quando il cielo sarà abbastanza scuro raccoglieremo le nostre piccozze e i nostri forconi e riempiremo le nostre pancie di carne di uomo… mangeremo i vostri figli mentre le loro urla solleticheranno le nostre orecchie…"
Faramir sguainò la spada ed avanzò verso il prigioniero, pronto a zittirlo con un solo colpo di gelida lama. Nestor scattò bloccando il braccio del suo capitano. "No mio Signore, è un prigioniero disarmato. Non è necessario…" Faramir parve tornare in se, rasserenandosi. Ma nell’impeto del gesto si era avvicinato all’orco e questi balzò ululando contro di lui. Allontanò Nestor con un colpo secco e si avvinghiò a Faramir che cadde a terra stretto braccia e gambe dalla creatura disperata… che ora lo strangolava con la stessa corda che lo teneva legato al muro.
"…non c’è salvezza uomo…il tuo mondo cadrà…i figli di Mordor si abbatteranno contro le mura della tua città fino a sgretolarle…non importa quanti moriranno… gli uomini sono al tramonto della loro misera vita…."
Si interruppe all’improvviso. Madril aveva scagliato una freccia nell’occhio della creatura ed ora aiutava Faramir ad alzarsi. Nel contempo anche Nestor si riprendeva….
Faramir parlò con voce roca, massaggiandosi la gola. Impartiva ordini a Madril. "Rinforza i confini…. Raddoppia i turni di guardia… e organizza gli uomini per una serie di imboscate… dobbiamo fermarli…"
Madril fece un cenno ed uscì. Faramir rimase per prendere fiato. Nestor lo guardava attonito. " E io che faccio?" chiese. "Prega…" rispose Faramir…"ma in silenzio…non una parola con gli uomini… non voglio panico…"
Nestor uscì. L’aria gli sembrava sorprendentemente fresca e piacevole… ma nelle orecchie gli rimbombava ancora la voce dell'’orco. "…i figli di Mordor…" si sorprese a mormorare tra se.
Guardò in direzione del fuoco dove poco prima stava arrostendo la sua cena. Il suo coniglio appariva ora completamente annerito. "poco male" pensò ad alta voce mentre si sedeva e cominciava ad affilare la propria spada "…ho perso l’appetito…"

 

4° Male - Alessandro Zotti - 44 modelli

 

VERSO LA VITTORIA

Il tramonto stava ricoprendo di ombre malsane la roccaforte di Minas Morgul. Eppure un’attività febbrile si svolgeva nei cortili della tetra fortezza in seguito all’ordine giunto da barad-dur insieme alle avanguardie dell’esercito che aveva conquistato e distrutto Cair-Andros: Attaccare la citta’ bianca ! Continuare l’attacco fino alla caduta della citta’.
L’oscuro signore di Angmar, una tetra presenza avvolta in un lacero manto nero, che ricordava un sudario, dalla sala interna del triste maniero dava istruzioni ai suoi fedeli vassalli: uno dei nove, signore dell’oscurita e delle ombre più fitte, e il feroce comandante Ghaz-Turk, giunto dal lontano Morannon e conquistatore di Cair-Andros, erano alla sua presenza per concertare le manovre dell’attacco.
Era giunto il momento che aspettava da anni, il momento in cui la marea delle legioni dell’Oscuro Signore avrebbe ricoperto le terre degli uomini… uomini che avevano già osato affrontarlo, che lo avevano indebolito ma non sconfitto. Non avevano ancora capito che lui era più forte di qualsiasi cosa, persino della morte ?!?
Ma avrebbero pagato con la vita cotanta arroganza: i suoi fidi li avrebbero schiacciati sotto il tallone degli orchi.
Reparti di robusti orchi del Morannon, una marmaglia ben organizzata e temibile temprata da molte battaglie, venivano inquadrati dallo schioccare delle fruste dei capitani mentre urla roche e ringhi terrificanti giungevano dal recinto dei lupi selvaggi mentre venivano preparati per la battaglia dai loro cavalieri!
Un grido agghiacciante e il Signore dell’Ombra si mosse rivelando un’armatura coperta da un manto consunto che emanava un’aura di terrore puro. Seguita dai comandanti dell’esercito usci’ nella spianata delle armi dell’antica fortezza.
I cancelli vennero aperti e, precedute dai sinistri reparti di cavalca lupi, le squadre di orchi si incolonnarono dietro la figura terrificante diretti verso la bianca citta’ !!

Dol Guldur
01 Regina Ragno

I Nazgul
01 Signore delle ombre a cavallo

Barad-Dur
01 Capitano Guardia Nera
04 Cavalcawarg Scudo
06 Guardie Nere
06 Orchi del Morannon Scudo
06 Orchi del Morannon Scudo e Lancia
07 Orchi Lancia e Scudo
12 Battitori Orchi

5° Male - Giblin91 (Lorenzo Casini) – Male 38 modelli

"IL SIGNORE OSCURO TI ATTENDE"

Un sibilo in un orecchio. Un fiato di morte. Gelido.

Aprì di colpo un occhio. Una sagoma nella sua tenda. Aprì anche l'altro e scattò a sedere.

"Signore, perdoni l'intrusione, ma...abbiamo... ecco... non so come dire... un problema forse?"

Amdur si alzò in piedi. Ignorò il suo sottoposto e andò in un angolo della sua tenda, dove c'era una bacinella d'acqua. Si sciacquò il volto e tornò ad osservare il suo uomo.

"Cosa intendi con "un problema"? È qualcosa che richiede la mia attenzione con tanta urgenza da svegliarmi?"

"Chiede di Lei, Signore" disse chinando il capo.

"Chi? Qualcuno chiede addirittura di"parlare" con me? Chi è costui?"

"Non sappiamo. Sembra... ma secondo noi non è umano... ci si gela il sangue solo a stare in sua presenza... quando parla... è orribile. Le truppe cominciano ad avere timore. Pensano non sia reale... pensano sia un presagio dimorte... dopo la sconfitta di ieri sono tutti scossi..."

"Ma è reale o no!? Un presagio, anche se di morte, non parla! Men che meno chiederebbe un udienza con me...!"

"Signore... se posso permettermi...non lo incontrate... stare in sua presenza... è come essere morti..."

Un lampo. Ricordo. Molto recente. Una sensazione di freddo e di morte. Quel sogno. Quella voce.

"Ditegli che sarò da lui a breve"

Gli ci volle un po' per prepararsi...non smetteva di ripensare a quella voce...

Quando uscì dalla tenda si accorse che era ancora notte. Il gelido vento del deserto lo assalì.Sottilissimi granelli di sabbia gli facevano prudere il volto.

Quasi tutti i suoi uomini erano svegli. Mormoravano. Frasi.

Avevano Paura. Una paura quasi ancestrale.

Vedere i suoi uomini così gli attanagliò le viscere.

Si incamminò con cautela verso la tenda dove riceveva le ambascerie.

Quando vi giunse, lo pervase un'immensa voglia di vomitare. Iniziò a girargli la testa. Con un enorme sforzo riuscì a non svenire ed a rimanere in piedi.

Varcò la soglia.

C'era un uomo. Forse era un uomo. Ammantato di nero. Non aveva volto.

Quando entrò, si sentì osservato. Occhi che lo penetravano. Ma oltre ai suoi, non c'erano occhi in quella tenda.

"Il Signore Oscuro ti attende. Rispondi alla sua chiamata?"

Le gambe cedettero. La voce. Il sogno.

Per la prima volta davvero in vita sua, poteva dire di sapere cosa fosse la Paura.

Cadde in ginocchio. Vomitò. Quasi perse i sensi di nuovo.

"Chi sei...?" Biascicò a fatica.

Rimase a lungo in silenzio. Lui in piedi. Amdur in ginocchio. Nella sua lenta e soffocante agonia.

Senza sapere perché o come, una forza misteriosa, esterna al suo volere, lo sollevò.

Si muoveva con le sue gambe. Fece un paio di passi verso la creatura.

Le era di fronte. A pochi centimetri.

"Prova a uccidermi"

Libero da catene invisibili, e graziead un coraggio recondito in lui, fulmineo, rapido, sguainò la spada. Un lampo argentato e la punta si conficcò all'altezza dell'addome.

Quell'essere gli toccò la mano che impugnava la spada, ancora conficcata dentro di lui.

"Nessun uomo può uccidermi"

Amdur cominciò a piangere. Non voleva morire... non così.

"Cosa vuoi da noi...? Cosa vuoi da me...?"

"Questo è l'immenso potere del mio Signore, Sauron. Unisciti a noi. Vendica i morti di ieri. Lava il sangue con il sangue. Moriranno a migliaia se ci seguirai. E la ricompensa sarà grande"

Dietro di lui si aprirono magicamentedue bauli ricolmi di oro e preziosi. Quei bagliori luminosi s irispecchiavano negli occhi lucidi di Amdur.

"Va bene... Quando dobbiamo partire?"

"Domani verrete con me. Porterete solo pochi uomini come scorta. Il resto del vostro esercito ci raggiungerà in seguito"

"Dove andiamo...?"

"A Sud"

Alle prime luci dell'alba, un manipolo di uomini scelti partì dirigendosi verso Sud.

Non sapevano ancora chi fosse quell'essere incappucciato.

Avevano paura. Tutti.

Tutti tranne Amdur. Non aveva paura. L'oro l'aveva convinto.

L'oro lo avrebbe corroso.

Gli Esterling

01 Amdur

01 Cavaliere dragone

01 Sacerdote Esterling

08 Esterling scudo

15 Esterling scudio / picca

12 Esterling arco

I Nazgul

01 Nazgul (P2-V7-F1)

6° Male - Ilùvatar (Franco Casucci) - Male 38 modelli

CACCIA ALL'ARACNIDE

Intorno all’anno 1000 della Terza Era Sauron si rifugia con i suoi più fidati seguaci nella fortezza di Dol Guldur cercando di riprendersi e di riacquistare il suo potere dopo la batosta subita dall’Ultima Alleanza d’Elfi e Uomini.

In gran segreto la sua corte si espande e si cerca di riorganizzare una coalizione maligna degna di sferrare un nuovo attacco ai popoli liberi.

Dol Guldur è situato a sud di Bosco Atro, una foresta immensa famosa per la presenza di ragni giganti che rendono difficile a chiunque l’avventurarsi in quelle lande. Da qualche tempo inoltre è giunta voce al Necromante (così si faceva chiamare Sauron a quel tempo) che nei dintorni della sua corte si aggira un temibilissimo aracnide che pare abbia una notevole influenza sul nutrito gruppo di ragni giganti presente in quei luoghi.

Gli orchetti e tutte quante le truppe facenti capo all’Oscuro Signore hanno paura di addentrarsi nel fitto della boscaglia; solo nell’ultimo mese sono scomparsi quasi un centinaio di pelleverde e bisogna assolutamente far qualcosa per risolvere il problema e ripulire la foresta dalla Regina Ragno.

Il Necromante riesce con la sua magia a creare una sorta di protezione solo per il suo rifugio, purtroppo è ancora molto debole e non potendo uscire dal suo nascondiglio chiama a raccolta uno dei suoi più fidati Nazgul: Kamul, nella speranza che lo aiuti a sbarazzarsi di quell’infido aracnide.

Tale spettro dell’anello da qualche anno è stanziato ad Est tra una popolazione chiamata Esterling famosa per il suo sincero attaccamento e rispetto nei confronti di Sauron. Una volta che il messaggio gli viene recapitato Kamul si precipita al cospetto del suo padrone accompagnato da una nutrita compagnia dei suoi uomini migliori, addestrati a combattere contro qualsiasi cosa che si muova.

Provenendo dall’Est il contingente Esterling si addentra nella foresta di Bosco Atro con destinazione Dol Guldur, ma prima ancora che raggiungano la meta, vengono assaliti, durante la notte, da un gruppo di velenosissimi ragni che riescono ad uccidere più della metà degli uomini prima che il resto si svegli e riesca a respingere a fatica l’attacco dei mostruosi insetti.

Uno dei superstiti racconta a Kamul che durante la sortita ha visto che a guidare i ragni era presente un’enorme bestione che sull’addome aveva una specie di concrezione quasi a sembrare una corona, inoltre sembrava che tale bestia avesse una sorta di intelligenza superiore, visto che era stata la prima a ritirarsi dopo aver colpito duro e veloce, seguita quindi subito dal gruppo di insetti.

Tale bestiaccia era sicuramente a capo di tutto e per sventare la minaccia l’unico metodo era neutralizzare la Regina Ragno.

Il racconto del superstite su come erano andati i fatti aveva però talmente affascinato lo Spettro, che in lui crebbe l’idea che invece di ucciderla era doveroso fare un tentativo per portare verso il lato oscuro una furia del genere potendo quindi in seguito contare su di lei come alleato.

Bisognava subito raccogliere delle tracce per poi tentare di addomesticarla grazie a qualche potente incantesimo.

Kamul fece quindi inviare degli esploratori per poter determinare che direzione avesse preso e quando questi tornarono con delle informazioni si mise subito in volo con la sua creatura alata per dirigersi verso il suo nascondiglio.

Era una notte di luna piena e aggirandosi sopra la fitta boscaglia vide dei bagliori provenire dalla foresta, erano i riflessi che emanavano i numerosi occhi dell’aracnide. Ecco che quindi dalla bocca del Nazgul iniziò ad uscire una voce stridula ma nello stesso tempo suadente che in un attimo riecheggiò in tutta quella zona boschiva. L’incantesimo era stato lanciato ed il ragno non riusciva a sottrarsi dalla voce di colui che sarebbe diventato il suo padrone.

Grazie a questo la bestia fu condotta, come ipnotizzata, alla corte di Dol Guldur, alla presenza dell’Oscuro Signore, che fu molto grato al suo fedele servitore. Infatti, in questo modo era stato reclutato un temibile alleato che avrebbe permesso al Necromante di trascorrere ancora molti anni al sicuro nella sua fortezza.

La minaccia aracnide era stata sventata, senza più la sua Regina i restanti ragni abbandonarono ben presto quella zona di foresta permettendo al male di prosperare ed organizzarsi al meglio per potere finalmente soggiogare la Terra di Mezzo.

 

Dol Guldur

01 Regina ragno

 

Gli Esterling

01 Kamul su Bestia Alata Cornuta

16 Esterling con scudo

16 Esterling con picca

04 Catafratti Esterling

 

7° Male - Terry O’Queen (Federico Barone) – 38 modelli

SARUMAN & GRIMA

Isengard aveva gettato fuori dalle sue viscere quasi tutti gli uruk-hai che il potere di Saruman aveva tratto dalle sue terre. Ormai l'eco dei selvaggi guerrieri della Mano Bianca era lontano poiché essi si erano diretti verso il Fosso di Helm, intenti a distruggere e ad annientare il popolo di Rohan.

Saruman aveva scagliato contro l'antica fortezza tutto ciò che la sua cupa mente aveva progettato e tutto ciò che le sue industrie e i suoi orchi, bruciando la foresta di Fangorn, avevano prodotto: lupi selvaggi cavalcati da orchi, uruk-hai dai pesanti scudi, orchi e mezz'orchi, uruk-hai dalle lunghe picche e altri dalle potenti balestre, le macchine d'assedio costruite seguendo le istruzioni dei vecchi libri della torre di Orthanc e i terribili berseker capaci di innescare una delle stregonerie più potenti di Saruman. Anche gli uomini del Dunland, invidiosi dei cavalieri di Rohan, si erano uniti a quello sciame che portava le insegne della Bianca Mano.

Poche erano le truppe rimaste a Isengard poiché Saruman voleva assicurarsi a tutti i costi la vittoria su Rohan, inviando tutto il suo esercito. Grima Vermilinguo, cacciato da Edoras gli aveva raccontato di chi combatteva a fianco di Theoden: Aragorn il ramingo, Gimli il nano, Legolas il principe degli Elfi di Bosco Atro e Gandalf che era scampato da tutti i tranelli e da tutte le sue trappole. Saruman temeva per la presenza di questi eroi e aveva deciso di inviare il maggior numero di guerrieri al Fosso di Helm con la speranza che venissero uccisi i compagni del suo nemico Gandalf.

Rimaneva solo un plotone di Uruk che sorvegliava i confini di Isengard e le sue mura. Questi confini, avevano aumentato il loro raggio di giorno in giorno, da quando lo stregone aveva deciso di bruciare la foresta di Fangorn per costruirsi la sua armata. La desolazione degli arbusti e degli antichi alberi bruciati e neri segnava il confine tra la fortezza di Saruman e la verde foresta.

I Crebain, corvi asserviti al potere di Saruman, portavano notizie al loro padrone, che sulla torre di Orthanc aspettava la notizia della caduta di Rohan, servito e adulato dal viscido Grima Vermilinguo. Quei corvi erano gli occhi di Saruman e servendosene lo stregone si sentiva più potente di Radagast nella conoscenza dei segreti delle bestie della Terra di Mezzo.

Ma i corvi tardavano a portare notizie di vittoria, anzi riferivano che nella foresta che facilmente era stata ridotta e bruciata, nelle profondità di Fangorn qualcosa di molto antico e potente si stava muovendo verso Isengard.

Saruman ebbe un tremito, ma non era paura, certo i suoi uruk erano pochi ma non temeva l'onda verde che si stava muovendo verso di lui e a difendere i propri confini vi era anche qualche Berseker, gli uruk-hai che meglio sapevano adoperare il fuoco.

Saruman era, nella sua pazzia, contento finalmente di scontrarsi contro quella natura che aveva con tanta forza smembrato per avere più potere. Lo stregone sapeva bene che il fuoco delle sue industrie erano più potenti di qualche albero movente, sebbene avesse in quel momento pochi guerrieri a difenderlo.

Quello che non sapeva era l'antica potenza e l'indicibile dolore di Fangorn. Si era dimenticato nella sua mania di onnipotenza di quanto egli fosse un niente di fronte all'immensità della natura, della creazione più pura e dura dei suoi più potenti nemici: I Valar.

Questo non sapeva Saruman, che sul suo cavallo, seguito da Grima anch'egli in arcione, comandava un plotone di Uruk-Hai contro gli Ent e gli Ucorni.

Così sicuro della potenza del fuoco, lo stregone bianco rideva delle antiche forze che reggono il mondo.

La Legione della Mano Bianca

01 Saruman a cavallo

01 Grima a cavallo

05 Uruk-hai bellicosi

16 Uruk-hai con scudo

15 Uruk-hai con picca

 

8° Male - !TAMA! (Andrea Tamaro) - 55 modelli

UN NANO A MORIA

Un nano camminava nei cunicoli di Moria.

Non ci sarebbe nulla di inusuale, se questa storia fosse ambientata durante il regno di Durin, quando i nani governavano questa città nella montagna, ma questi gloriosi anni sono ormai lontani e Moria è ora l'ombra di ciò che era.

Il nome del giovane nano era Olin, apparteneva a una ricca casata di Erebor dedita al commercio; era finito a Moria contro il suo volere, spinto dai suoi parenti.

Difatto Olin era la pecora nera della famiglia: ozioso e svogliato, rappresentava tutto ciò che un nano non dovrebbe essere.Non si interessava al commercio e all'estrazione dei minerali e la sola idea che questo giovane nano in futuro avrebbe preso in mano la compagnia di spedizione, non faceva dormire i suoi parenti.

Così decisero di spedirlo in questa impresa a Moria, sperando che lo spirito di famiglia, in una situazione così difficile, uscisse fuori…e chissà…poteva anche non tornare!

I presupposti malvagi della famiglia si erano dimostrati esatti; la spedizione era stata attaccata, mentre i suoi valorosi compagni perivano combattendo, Olin fuggì: era l'unico sopravvissuto.

Attanagliato da una gelida solitudine, il giovane nano scappava per salvarsi la vita; non ci avrebbero messo molto a trovarlo con tutti i rumori che creava: il suo solo respiro avrebbe svegliato il sonno millenario di un drago!

Ad un tratto il fondo della galleria si accese; fuochi, urla e strepiti accompagnavano la comparsa dei temuti goblin di Moria….cercavano lui.

Sopra un masso si erse un possente goblin, Durbuz era il suo nome, e con un freddo gesto della sua mano, indicò il nano.

Al suo ordine la cacofonica orda si lanciò in avanti nella galleria, mentre uno sciamano goblin delle arti oscure lanciava maledizioni e impropri verso il nano.

Quest'ultimo si volse di scatto per scappare, mentre una pioggia di frecce nere colpiva le pareti della galleria intorno a lui.

Ogni speranza era perduta! Ad un tratto il lato destro della galleria davanti a lui si ruppe con grande fragore e dalla cavità nel muro,tra la nube di polvere e detriti, eruppero due enormi troll.

In un attimo i troll individuarono la loro preda, salutandola con un possente ruggito che avrebbe fatto vacillare anche il nano più temprato.

Olin capì che la sua fine era giunta e con un orgoglio mai mostrato, prese in mano la sua piccola ascia, sempre usata per tagliare la carne durante i banchetti, pronto a sfidare i tenebrosi abitanti di Moria

La famiglia di Olin poteva stare tranquilla: la compagnia di spedizioni era salva.

Moria

01 Durbuz

02 Capitani Goblin con scudo

01 Goblin sciamano

02 Troll di caverna con catena

17 Goblin con lancia

16 Goblin con arco

16 Goblin con scudo

 

9° Male - Mordorjack (Jacopo Peron) - 54 modelli

LA PRESA DI AMON LANC

Nell’anno 3434 della Seconda Era, Elendil, insieme a suo figlio Isildur e al signore degli elfi Gil-galad, tornò nell'Ithilien al comando dell'Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini, sfidando Sauron e il suo oscuro esercito sulle pendici del Monte Fato. Lì trovarono la morte Elendil, e Gil-galad. Isildur ebbe però l'immensa forza di prendere dalle mani di suo padre ciò che rimaneva della spada Narsil, e con essa tagliò a Sauron un dito, sottraendogli l'Unico Anello, fonte di tutta la sua Potenza.

Sauron fu così sconfitto e perse la capacità di assumere forma corporea; Egli vagò per lunghissimo tempo nella Terra di Mezzo alla ricerca di nuovo potere e di una roccaforte dove stabilirsi per ricreare il proprio esercito e dichiarare ancora una volta Guerra a tutti I popoli liberi della Terra di Mezzo.

Col tempo Sauron iniziò a riconquistare i propri poteri e pose il suo sguardo sulla capitale del regno degli elfi di Bosco Atro, Amon Lanc, con l’intento di farla diventare la nuova sua nuova fortezza.

L’occasione era troppo allettante per lasciarsela scappare, tornato a Barad-Dur, apparentemente distrutta in superficie, ma con i pozzi di nascita ancora attivi, Sauron organizzò il suo attacco.

Amon Lanc era difesa da abilissimi guerrieri elfici, Sauron lo sapeva per certo quindi scelse con cura le truppe per la battaglia. Quando tutto fu pronto, Sauron parti all’attacco.

Essendo incorporeo raggiunse da solo la parte più oscura di Bosco Atro per chiamare a se tutte le creature a Lui fedeli, rimaste nascoste nell’ombra del Bosco per moltissimi anni, in attesa del Suo ritorno; ora per gli elfi non c’era più scampo, l’attacco arrivava da due fronti, da Mordor marciavano Uruk Hai guidati dal loro Capitano Ladgurz, e dalla parte opposta Sauron guidava un attacco secondario affancato dalla crudele Regina dei Ragni, temuta anche dagli eroi piu coraggiosi degli elfi.

L’attacco fu rapido ed efficace, la città fu attaccata contemporaneamente dai due fronti, gli elfi disorientati non ebbero scampo, cadevano come foglie sotto i colpi crudeli dei maceti, delle lance, e dei denti, ovunque regnava il terrore, niente fu risparmiato, donne e bambini divennero un pasto gradito agli Orchi.

Il silenzio piombò sulla città , il cortile della torre era zeppo di Elfi morti e delle loro teste e membra amputate e sfregiate dalla violenza della lotta appena conclusa.

All’interno della torre solo Oropher, re degli elfi, cercava di opporre un’estrema e disperata resistenza, dopo vani tentative di respingere il Nemico, l’ultima cosa che vide fu un enorme lama sopra la sua testa; la sua corona rotolò giù dalla lunga scalinata e venne ridotta in mille pezzi da Ladgurz, che, con una brutalita tipica solo degli Orchi la frantumò schiaciandola e percuotertendola come se volesse uccidere anche il ricordo di chi la indossava.

Nei giorni successivi vennero bruciati tutti gli archivi, tutte le pergamene ,tutte gli scritti che giacevano da tempi remote nelle biblioteche elfiche, la loro memoria fu cancellata dalle fiamme, insieme a quello che rimaneva dei corpi degli sconfitti.

L’Oscuro Sire era riuscito nel suo intento, ora preparava il suo contrattacco nella sua nuova fortezza di Amon Lanc, o come la ribattezzò lui Dol Guldur.

Barad-Dur

01 Capitano delle guardie nere

17 Guardie nere

17 Morannon con lancia e scudo

02 cavalcawarg con scudo

16 battitori

Dol Guldur

01 Regina dei ragni

 

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ABRAKHAN

Abrakhân è spesso descritta come la più grande città di scambio del Sud. Effettivamente si trova su un crocevia, alla congiunzione delle grandi strade di Amrun e Harad, dalle quali sono giunte ad Abrakhân grandi ricchezze per secoli e secoli. Storicamente tale flusso di denaro ha reso i regnanti di Abrakhân, noti con il nome di "Re d’Oro", molto influenti ed indipendenti. Sia le tangenti, che le spesse mura e i soldati leali hanno permesso alla città di resistere a nemici per molto tempo. Se poi un attaccante avrebbe fatto breccia nelle mura difensive, si sarebbe trovato perso in un ingegnoso labirinto di strade strette e scalinate pensate accuratamente per rallentare e confondere il nemico. Se poi l’invasore sarebbe arrivato fino alla città interna, disorientato e confuso, le Guardie di Abrakhân si sarebbero fiondate sul nemico senza pietà.

Le Guardie di Abrakhân, nei colori blu e viola tipici delle insegne della città con l’effigie dello scorpione, furono istituite come la Guardia personale del Re Mercante, Jilaad, uno dei re fantoccio che regnavano sulla città per Gondor, al tempo in cui l’influenza di Gondor arrivava fino all’Harad. La Guardia era leale a Re Jilaad e proteggeva anche i mercanti entro un centinaio di leghe da Abrakhân. Jilaad però tradì Gondor, alleandosi con i signori del Khand, cercando di creare un’armata a cui nessuno avrebbe potuto opporsi. Per questo venne chiamato "Il Traditore". Purtroppo fu lui stesso tradito nel 1281 della Terza Era dal figlio Jarell che lo consegnò a Gondor. Alcuni dicono che Re Jilaad fu giustiziato nel Nâfarat e la sua testa mandata ai suoi alleati come monito, altri invece non credono a questa sua fine: pensano infatti che, non si sa in quale modo, fu salvato e irretito dal Signore Oscuro, Sauron, che gli donò uno degli Anelli del Potere, e quindi l’immortalità.

Ora di Jilaad non rimane che uno spirito contorto guidato da una malvagità e da un odio sconfinato.

Attualmente l’attuale Re d’Oro di Abrakhân governa opulento protetto ancora dalle Guardie create anni e anni prima da Jilaad. Nonostante i suoi traffichi commerciali si estendano fino a Gondor, l’attuale regnante è costretto a marciare in guerra come gli altri Capi Haradrim verso il Pelennor contro la stesse terre da cui deriva parte della sua ricchezza. Tutto questo per timore dell’Oscuro Signore e del suo araldo ad Abrakhân, il nazgûl che era Re della città tanti anni addietro, l’originario Re d’Oro, Jilaad "Il Traditore".

Harad

01 Jilaad, Il Traditore su cavallo bardato

01 Il Re d’Oro di Abrakhân

05 Cavalieri del Serpente

06 Guardie del Serpente

03 Guardie di Abrakhân

02 Guardiano di Kârna con arco

18 Guerrieri Haradrim con lancia

14 Guerrieri Haradrim con arco