{jcomments on}
Come tempo fa avevo promesso (1-2 anni fa?XD va beh meglio tardi che mai) faccio un articolo sull'armata nanica da 1500 che ho tirato su negli ultimi anni.
 
alt

l'armata è piccola e compatta:
-formazione di guardie di khazad
-formazione di guerrieri nani con scudo
-formazione di guerrieri nani con arco
-formazione di guerrieri nani con ascia a due mani

eroi:
-Balin 
-capitani nanici
-Gandalf 
-Floi

l'armata è stata dipinta come se fosse composta da due casate naniche diverse... una in uniforme rossa e in una in uniforme azzurra.
rappresenta il contingente nanico durante la Battaglia dei cinque eserciti.

Ho dedicato molta cura alla creazione di basette che ricreassero un'ambientazione "nanica". 
mentre per quanto riguarda i modelli veri e proprio ho modificato un buon 70% dell'armata... questo perchè ho una fissa che ormai mi perseguita: odio vedere due modelli uguali.XD

 
Guerrieri con scudo:
 
alt
 
alt
 
alt
 
Guerrieri con arco:
 
alt
 
alt
 
se guardate bene le basette degli arcieri centrali noterete che creano un portone distrutto... mentre quelli sulla sinistra hanno due componenti della stessa colonna sfondata.
 
alt
 
Floi guida gli arcieri:

alt
 
alt
 
primo campione del re:
alt
 
alt
 
secondo campione del re (è Karst del mio bg)
 
alt
 
alt
 
alt
 
alt
 
alt
 
Gandalf guida i nani con asci:
 
alt
 
e per finire l'elite dell'elite dei nani... la famosa guardia di khazad.
non solo posseggono delle micidiali armi a due mani, ma sono coperti da una pesantissima corrazza che gli conferisce una difesa impressionante oltre ad avere una forza fisica superiore alla media nanica (quindi acneh alla media di tutto il gioco:P)
 
alt
 
La formazione è guidata da Balin in persona:
alt
 
alt
 
foto in dettaglio di certi modelli (lo so lli avete visti e rivisti ma chissene:P):
 
alt
 
alt
 
alt
 
 
 
per chi è appassionato di bg vi posto anche il bg scritto dal caro buon vecchio Lontra.
 
 
Avevano marciato per giorni, le armature erano coperte di polvere e fango. Karst stava cercando di eliminare un fastidioso attrito nella giuntura della sua corazza all'altezza del suo gomito destro. Erano quelle placche di metallo a fare la differenza tra la vita e la morte. Questo valeva per tutte le razze della Terra di Mezzo, ma per i nani la cura delle protezioni era un atto religioso. La lentezza e la statura impedivano loro di evitare i colpi, in compenso la forza fisica consentiva di indossare armature molto più pesanti delle altre razze. Incassare i colpi era il loro punto di forza.
Affianco a Karst stava un'ascia a due mani di proporzioni enormi. Il manico era relativamente corto rispetto alla pesante lama. Un pomolo a forma di incudine faceva da contrappeso al lato opposto.
L'arma era poggiata su uno scudo tondo, con un grande umbone a forma di piramide. Gli spessi listelli di quercia erano rinforzati da un bordo metallico che ricopriva tutta la circonferenza dello scudo. Sullo scudo spiccava la testa di un lupo ringhiante, color ghiaccio su sfondo grigio-azzurro. Sul lato destro della sua cintura Karst portava una pesante daga a lama a foglia, sul lato sinistro una serie di asce da lancio. Il peso delle sole armi avrebbe creato problemi ad un poderoso uomo. Ma l'equipaggiamento del nano non finiva qui. Sotto la tunica color grigia e azzurra si intuivano le forme di una corazza pesante a scaglie, sotto di essa era indossata una tunica imbottita per attutire i colpi di armi contundenti. Pesanti bracciali e gambali coprivano gli arti del guerriero. Su un masso piatto era poggiato l'elmo, un massiccio cilindro di metallo con una stretta fessura per vedere, bordata di metallo dorato.
Il nano terminò la pulizia e provò a muovere il braccio. Il gesto fu accompagnato da un cigolio e da una sonora imprecazione.
“Karst smettila di farti bello e indossa l'elmo, il Re ha chiamato in riunione i capitani”
“Arrivo subito Valin”.
Dain stava già istruendo i capitani sull'ordine di battaglia, d'altronde nessuno avrebbe mai atteso uno dei condottieri minori, Karst era solo un capo squadra. Guidava la terza schiera del muro di scudi di Olir il Rosso. L'imponente guerriero nanico era in prima fila, tutto intento a seguire le istruzioni del Re. Tutti i combattenti sembravano aver dimenticato la grande stanchezza della marcia a tappe forzate, la bramosia dello scontro aveva infuso nuove forze.
Dalla sua sfortunata posizione il nano non riusciva a sentire proprio nulla.
Ognuno dei grandi capitani guidava il suo clan in battaglia, generalmente guerrieri legati tra loro da vincoli di parentela. I clan si dividevano in schiere, ogni schiera aveva un numero variabile di guerrieri. Le schiere di prima linea erano formate da guerrieri con scudo, le ali esterne erano generalmente formate da nani con asce a due mani ed arcieri. La prima schiera era formata dalle guardie personali dei condottieri, le famose guardie di Khazad. Olir il Rosso era circondato dai suoi “lupi”, si divertiva a chiamare le sue schiere “branchi di lupi”, proprio in onore dell'animale che appariva sui suoi stendardi.
Tutti i guerrieri appartenevano ad una schiera, per i nani era fondamentale combattere uniti disciplinatamente. Tutti tranne i portatori di scudo, le guardie del corpo dei grandi comandanti e i campioni. I campioni erano figure leggendarie, nani spesso di umili origini che affrontavano incredibili pericoli combattendo fuori dai ranghi oppure guidando i cunei d'assalto.
Karst combatteva in un muro di scudo, non sarebbe mai stato un eroe e nessuno avrebbe ricordato le sue gesta.
Mentre era assorto nei suoi pensieri la riunione venne sciolta, Olir radunò i suoi capi-branco su un ripido pianoro da cui era possibile il teatro di battaglia. Alle pendici del monte Erebor si stagliava una massa disordinata di orchi, goblin e wa rg, pronti ad uccidere elfi, uomini e nani.
Il possente condottiero indicò una delle pendici su cui già si stavano dirigendo alcuni nani.
“Ci schiereremo su quel piccolo dosso” il nano indicò un vago punto del versante sud orientale “sul fianco.degli uomini dell'uccisore del drago”.
“Non dovremo combattere vicino agli elfi?” una voce si alzò da uno dei guerrieri.
“Le orecchie puntute resteranno sul versante occidentale, con loro faremo i conti dopo, adesso pensiamo ai nemici dei popoli liberi” Olir lanciò una torva occhiata in attesa che qualcuno osasse sollevare qualche obiezione.
Dain li aveva fatti marciare come folli per impossessarsi del tesoro che era stato sottratto dal drago. Giunti ad Erebor avevano trovato uomini e elfi pronti ad approfittare della situazione. I guerrieri stavano per gettarsi contro questi ladri quando sul campo di battaglia erano apparsi orchetti e warg.
Lo Stregone era riuscito a convincere i rappresentanti dei popoli liberi ad allearsi davanti al nemico comune, ma le diffidenze restavano forti.
“Tutte le schiere armate di scudi saranno in prima linea,Valin e le sue lame lunghe sul lato sinistro, gli arcieri a coprire il fianco di Valin. Bene mio branco, adesso sbraniamoli!”
“Lupi di Olir..” gridò il capo delle Guardie.
“Sbraniamoli!” risposero in coro tutti i nani.
Karst si dispose in prima fila, allineando gli uomini della terza schiera, lupi e warg stavano puntando direttamente al centro della valle verso l'entrata principale di Erebor. Alcuni provarono a risalire le pendici per attaccare i nani.
Olir gridò alcuni ordini, il corno suonò e gli stendardi delle schiere armate di ascia lunga si gettarono all'assalto. Nel frattempo elfi e uomini facevano lo stesso.
Nella stretta valle solcata dal fiume avvenne una mattanza di proporzioni gigantesche, i nemici non seppero resistere alla furia dei popoli liberi, il loro sangue bagnò il terreno.
Karst tenne a freno la bellicosità dei suoi uomini, era grande il desiderio di unirsi al massacro, ma sapeva che dovevano tenere le posizioni. Orchi e warg si ritirarono fuori dalla valle. I nani con ascia si ritirarono sulle loro posizioni, al sicuro ai fianchi e sul retro delle schiere con scudo.
Il nemico non era però sconfitto. La massa compatta dei nemici si gettò sulle pendici e nella valle contemporaneamente, il cielo era scurito da stormi di pipistrelli e da nuguli di frecce.
Karst era pronto, la gamba destra leggermente protesa in avanti, schiena rigida, i muscoli delle spalle doloranti per la tensione. Il nemico era a pochi passi “Muro di scudi!”, urlò l'ordine a pieni polmoni.
I nani sollevarono all'unisono i grandi scudi di quercia, l'ondata avversaria si schiantò con un fragore sulle fila ordinate.
Karst sentì il potente urto sul suo scudo ma non arretrò di un passo, fece scivolare la pesante daga sotto lo scudo e colpì qualcosa. Non riusciva a distinguere nulla, tranne delle sagome confuse.
Continuava a colpire con la sua arma corta, il muro di scudi non era un luogo dove sfoderare la possente ascia a due mani. Ricevette dei colpi sullo scudo, sull'elmo, sulle spalliere e sui gambali, ma nulla che riuscisse a superare le sue difese.
Nella confusione della battaglia riuscì ad intuire che il nemico stava allentando la pressione, l'ondata perdeva forza.
Il capitano guardò il suo alfiere, posto subito alle sue spalle “Avanziamo!”.
I nani delle fila posteriori iniziarono a spingere il muro di scudi verso il nemico, lentamente Karst si sentì spingere in avanti. Inesorabilmente interi ranghi di nemici vennero inghiottiti dalle ordinate formazioni naniche. Pesanti daghe, corte spade, asce ad una mano finivano i nemici che venivano calpestati dal muro di scudi.
Il guerriero nano avvertì la mancanza di pressione sul suo scudo, lo abbassò e guardò oltre. Il nemico era in rotta, ordinò immediatamente di fermarsi e arretrare nuovamente sulle vecchie posizioni. Tra i nani vi erano stati pochissimi caduti.
Tornato sullo sperone Karst vide l'effetto del loro lento assalto. Il terreno era letteralmente ricoperto da orchi e warg, membra e pellicce mischiate in un sanguinante tappeto. Non un solo nano era stato lasciato sul terreno.
Ma ecco che una nuova ondata si preparava a risalire il pendio. Alle loro spalle giunsero dei suoni di corni, ma non erano nanici, Karst capì che il nemico aveva trovato un passaggio alle loro spalle. Non poteva fare nulla, se non tenere la posizione e affrontare i nemici sul fronte. Olir il Rosso aveva tenuto dei nani in riserva, la retroguardia spettava a loro.
Per una seconda volta i nani respinsero l'ondata, ma qualcuno cadde anche nelle loro fila.
Nel frattempo i corni alle loro spalle si moltiplicarono, così come le grida di aiuto. Su ordine di Olir le ultime due fila del muro di scudi vennero distaccate per coprire le spalle.
Karst capiva come la situazione fosse disperata, senza due fila la spinta del muro di scudi ne avrebbe risentito.
Anche la terza ondata venne respinta ma con maggiori perdite per i nani. Oltretutto tra i nemici erano apparsi dei veri avversari, orchi molto più grandi del normale, con rozze armatura e armi ancora più primitive, ma dotati di una forza enorme, per poco Karst non aveva perso il suo scudo quando uno di questi esseri aveva agganciato l'orlo superiore del suo scudo con un'ascia.
Nel cielo si profilarono le sagome di enormi esseri, erano le aquile giganti che si lanciarono verso le retrovie dei nani. Il veterano sperava che si occupassero dei nemici che ancora suonavano i corni alle spalle della formazione nanica.
Karst vide Olir rompere la formazione e formare un cuneo con le sue guardie di Khazad. I suoi alfieri innalzavano sfrontatamente gli stendardi, quello rosso e bianco col corvo di Dain e quello grigio azzurro di Olir.
Karst segnalò ai suoi uomini di disporsi a cuneo e si pose al vertice. La nuova formazione lasciava ampi spazi liberi sui fianchi che vennero prontamente occupati dai nani con ascia lunga provenienti dalla riserva. Karst fu più ottimista, a quanto pare le aquile stavano ottenendo successi.
I nani iniziarono a scendere verso la valle, giunti a breve distanza dall'ennesima ondata nemica caricarono.
Penetrarono a fondo nella massa disordinata, lasciando dietro di sè una scia di sangue.
Ma gli orchetti non andarono in rotta. Karst sentiva la pressione aumentare attorno al cuneo, man mano che l'inerzia della carica diminuiva. L'assalto era fallito, ora i cunei erano circondati da una marea di orchi e warg. Ogni guerriero iniziò a combattere la propria battaglia per la sopravvivenza.
Karst spaccò il volto del nemico più vicino con l'umbone, ne colpì un altro con la pesante daga. Era un veterano, non si preoccupava di finire i nemici, gli importava soltanto di renderli inoffensivi.
Un orchetto lo assalì alle spalle, arrampicandosi sulla sua schiena. Il bastardo stava cercando di togliergli l'elmo. Le cinghie impedivano di sfilarlo, ma i movimenti impedivano a Karst di vedere. Il nano si lanciò di peso con la schiena contro un masso. Sentì le ossa dell'orchetto spezzarsi sotto la massa di acciaio e carne.
Non fece in tempo ad alzarsi che uno degli orchi più grandi si lanciò su di lui. Impugnava l'ascia a due mani di un nano caduto. Colpì con potenza lo scudo del nano fino a ridurlo in pezzi. Karst si liberò dello scudo e piantò a fondo la daga nel petto dell'avversario. La lama rimase incastrata nel corpo dell'orco, ma prima che giungesse un altro avversario il capitano impugnò la pesante ascia a due mani che portava sulla schiena. Un warg si lanciò su di lui, ma con un singolo movimento il nano riuscì a decapitarlo.
L'elmo continuava a coprirgli la visuale, a quanto pare l'orchetto era riuscito ad allentare qualche fibbia. Karst riuscì a fatica a togliersi la protezione.
Ora riusciva ad avere una visuale completa dello scontro. Alla sua destra le guardie di Olir stavano aprendosi la strana verso il cuore dello schieramento nemico, formato esclusivamente dai possenti orchi.
Il Rosso era qualche decina di passi davanti a Karst. Solo una manciata di guardie del corpo erano ancora nei pressi di Olir. Stavano cadendo una alla volta, lo stesso condottiero doveva essere ferito, si muoveva con più lentezza del solito. Eppure attorno a lui si era creato il vuoto.
Dalle fila nemiche un orco ancora più grande degli altri si fece strada fino ad Olir e lanciò un gutturale urlo di sfida, allargò le braccia mostrando il petto coperto da una cotta di maglia rugginosa che gli copriva anche la testa con un cappuccio.
Il Rosso puntò l'ascia verso il nuovo nemico “Fatti avanti, voglio proprio darti un'accorciata”.
Ma la voce del nano era rotta e non risuonò minacciosa. Le sue guardie erano impegnate in duelli multipli, Karst avanzò rapidamente verso la zona dello scontro.
L'enorme orco iniziò a mulinare la sua arma, una sorta di mannaia da macellaio di proporzioni smisurate. Il suo scudo sembrava completamente coperto di lastre metalliche ed era più alto di un nano.
Olir provò a resistere alla furia del nemico, cercava di controbattere ai suoi colpi ma la sua ascia si infrangeva sempre contro lo scudo. L'orco incalzava con ferocia, ma Karst era oramai nei pressi. Afferrò per una spalla un orchetto che provava a sbarrargli la strada, il nemico mulinò la sua arma sul braccio corazzato, il nano sferrò il pugno che impugnava l'ascia sulla faccia del nemico. Le pacche di metallo del guanto spaccarono le ossa facciali e penetrarono in profondità. Il veterano scagliò lontano il cadavere sfigurato.
Volse il suo sguardo verso Olir, con orrore vide la mannaia spaccare lo scudo del nano e penetrare in profondità nel cranio scoperto del condottiero.
Un velo rosso avvolse la vista di Karst e lanciò un rauco grido verso il campione nemico. Nessuno osò affrontare la rabbia del nano mentre si avvicinava all'orco. Questi ancora una volta allargò le braccia e aprì la bocca pronto a lanciare la sfida. Ma il grido si spense in un gorgoglio, il veterano aveva afferrato velocemente un'ascia da lancio e aveva centrato l'avversario in pieno volto.
Il nano afferrò il cappuccio di maglia, denudò il collo del campione e con due rapidi fendenti della sua ascia decapitò il nemico. Sollevò il macabro trofeo.
Questa visione ispirò i nani e terrorizzò i nemici. Come se non bastasse nuovi alleati erano apparsi dai boschi, enormi orsi villosi stavano facendo a pezzi le retrovie dei malvagi esseri.
Karst stava per gettarsi ancora nella mischia quando una possente mano lo bloccò.
“Fermati guerriero” era Balin stesso, uscito dalla grotta di Erebor, che lo teneva per il braccio “abbiamo ormai vinto, non voglio perdere un guerriero così abile. Sei ferito, lascia un po' di gloria anche ai tuoi compagni”
“Posso farcela, devo andare ce ne sono ancora molti” ma mentre pronunciava stancamente queste parole si rese conto di essere esausto, la rabbia stava scemando e il dolore delle molte ferite si fece strada. Avvertì un lancinante pulsare sul braccio sinistro, si rese conto di non avere più parte del bracciale metallico. L'arcata sopracciliare era spaccata e perdeva sangue, improvvisamente la caviglia di destra non sembrava più in grado di sostenere il peso. Il veterano si accasciò di colpo sul suolo.
Balin richiamò alcuni nani “Portatelo a Erebor. Prendete anche il corpo di Olir”.
Karst non sentì altro mentre scivolava nell'incoscienza.
 
******
 
“Sveglia pigrone. Ehi tu!”. 
Qualcuno lo stava chiamando, Karst mugugnò qualcosa, le parole sembravano perdersi nella sua bocca, le sue labbra erano secche “Acqua” riuscì a sussurrare.
“Acqua! Tra poco mi chiederai della birra. Sono quattro giorni che poltrisci, meriteresti un calcio in quel tuo culone”.
Ma ugualmente Karst sentì l'acqua scorrere nella sua bocca. Aprì gli occhi, o meglio provò ad aprirli, ma riuscì ad aprire solo quello di destra. A sinistra sentiva pulsare qualcosa, dolore.
“Va meglio?” la voce dell'interlocutore si era addolcita.
“Sì” La voce di Karst era impastata, riuscì a mettere a fuoco il nano che aveva davanti “Valin”
“E certo, chi altri vuoi che ci fosse sono l'unico abbastanza paziente. Mi hai fatto prendere un bello spavento, ti ho sempre detto di prendertela con quelli della tu altezza eppoi.. scusa cosa dici?”
“Brontolone”, riuscì finalmente a dire.
“Certo, certo, ti sto vicino, ti accudisco come farebbe una brava nana, ti pulisco il sedere e cosa mi sento dire?? Brontolone!” Valin sospirò “Dovresti offrimi una bella bevuta, non darmi del brontolone! Quando mai brontolo? Mi sto forse lamentando?” Il nano proruppe in una roboante risata.
“Ascoltami Karst, Balin vuole vederti, mi ha detto di informarlo non appena ti fossi svegliato. Pensi di riuscire a farcela?”
“Sì”
Valin si allontanò. Dopo poco apparì il vigoroso nano, indossava una splendida tunica rosso scarlatto ornata di rune dorate.
“Karst non mi sembri particolarmente felice di vedermi?” Balin stava sorridendo “non sforzarti a parlare, il tuo premuroso amico mi ha informato che hai ancora difficoltà nel parlare”.
“Sarai contento di sapere che i nani narrano le tue gesta. Forloin, il capo della mia guardia di Dain vuole accoglierti tra i suoi ranghi. Cosa ne pensi?”.
“Sarebbe un onore” disse Karst. Un sorriso si stampò sulla sua faccia, la gioia di una simile opportunità superava qualsiasi dolore.
“L'onore sarebbe suo” rispose il comandante “ma non diventerai una guardia di Khazad. La delusione fu enorme, aveva combattuto con coraggio, aveva sofferto e versato sangue, una sorda rabbia si stava impadronendo di lui.
“Non fare quella faccia, testa di pietra” Balin stava ancora sorridendo “non può rubarti al tuo clan, non adesso che hanno perso la loro guida e molti guerrieri validi”.
Karst annuì. Sarebbe stato motivo di rancore tra i nani dei due clan. Olir era caduto, serviva che ogni nano del suo clan fosse pronto ad addestrare i nuovi guerrieri. No, Karst non poteva abbandonare il suo clan. Si vergognò di aver pensato di farlo. Doveva tornare alla sua terza schiera.
“Ma posso fare una cosa per te. I grandi lord nanici possono omaggiare chi compie gesta eroiche con il titolo di campioni. Ho consigliato a Dain di nominarti suo campione, il Re è d’accordo. Potrai così seguire la tua strada.”
“Non posso accettare”, rispose debolmente, “devo restare con i miei fratelli”.
Balin si rivolse a Valin “Sei sicuro che questa testa di pietra sia lo stesso nano che ci ha salvati?”
“Sto cominciando a chiedermelo anche io” rispose il nano.
“Karst ho già chiesto il parere di Corin figlio di Orin su questa nomina. E comunque non puoi rifiutare.” Lo sguardo di Balin brillava dal divertimento. “Tornerai al tuo clan come campione, addestrerai le nuove leve, col tuo esempio ispirerai i tuoi fratelli”
“Grazie”.
“Non ringraziarmi, c'è un prezzo da pagare” il comandante aveva smesso di sorridere “resterai legato a me, per tutti sarai un campione di Dain, ma il tuo cuore dovrà essere legato a me. Giungerà il momento in cui ti chiamerò e mi aspetto una tua pronta risposta”.
Gli occhi di Balin sembravano ardere.
“Per quale impresa?”
Balin avvicinò la sua bocca all'orecchio di Karst e sussurrò “Khazad-dum è in mano ai nostri nemici, noi la riprenderemo”.