Stampa
Categoria: Racconti e BG
Visite: 2954

La sentinella che era appollaiata sulla sommità dei cancelli della città bianca scrutava il pelennor , non vi era nessun movimento , solo delle grosse nubi scure che coprivano il cielo ad oriente , come quasi sempre.

Era ormai pomeriggio inoltrato , quando all' improvviso vide qualcosa giungere da est. Inizialmente credette in una mandria di animali sfuggiti a qualche distratto fattore , ma mentre si avvicinavano un gelido vento soffiò dall' est , portando nubi nere a coprire il sole sul pelennor , ammantandolo nell' ombra.

Le figure avanzavano da nord est ,la sentinella aguzzo la vista e riusci a scorgere che si trattava di uomini su cavalli bardati con tessuti neri ,erano in dodici, portavano neri vessilli a cui erano annodati dei veli bianchi , avevano tutta l' impressione di essere ambasciatori.

Quando il gruppo arrivò ai cancelli della città , la sentinella non era più sola sulla sommità delle mura , un gran numero di soldati e civili si erano ammassati sui bianchi parapetti merlati per vedere per vedere di chi o cosa si trattasse ; D' un tratto quello che sembrava il capo del gruppo alzo il capo verso le persone ammassate sulle mura ed emise una sorta di sibilo , i presenti rimasero terrorizzate , e in molti si allontanarono dalle mura.

La sentinella si fece coraggio , prese fiato e domandò “Chi siete , quali sono le vostre intenzioni? Cosa vi porta alla nostra città?”.

Il capo della delegazione si tolse l' elmo in pesante metallo nero , tutti i suoi compagni fecero lo stesso; i loro visi non erano poi così differenti da quelli degli uomini che abitavano la città , erano però molto più pallidi , segnati da vistose cicatrici ,tenevano un portamento nobile ma negli occhi covava un aria di malvagità.

Il Capo della nera delegazione aprì la bocca e iniziò a parlare con tono amichevole , tradito solo dal suo sguardo malvagio,”Salute a voi onorevoli signori della città bianca di Gondor” disse “giungiamo dalla Fortezza di Morgul per portare al vostro saggio e forte signore , sire Earnur,un messaggio da parte del nostro padrone”aggiunse sogghignando , tradendo l' espressione benevola che cercava di tenere.

Nel frattempo il re si era recato al cancello per capire cosa stava succedendo , e udì ogni singola parola.

“Aprite il cancello , mi si lasci colloquiare con gli stranieri giunti da lontano” ordinò Earnur , una guardia del cancello gli rispose “Ma sire , potrebbe essere una trappola , potrebbero attaccare all' improvviso”. ”Aprite questo cancello , sono io che ve lo ordino , non corriamo alcun pericolo , non sono venuti ad attaccarci , ma a portare un messaggio!” tuono Earnur.”E comunque , se cercheranno di attaccarmi immagino che i nostri arcieri siano pronti di riflessi nel salvarmi!”

I cancelli si aprirono innanzi al re ed egli uscì incontro agli ambasciatori da solo , non voleva essere seguito da alcun membro della sua guardia “so ciò che faccio , non verro attaccato da loro” gli disse.

Arrivo davanti alla delegazione “Salute Earnur figlio di Earnil, signore del regno di Gondor” disse il portavoce di Morgul , non trattenendo il suo disprezzo ,“Siamo stati inviati qui a portarti un messaggio da parte del nostro potente signore , che governa la fortezza di Morgul”.

Earnur sapeva già quale fosse il messaggio che dovevano riportargli , sperava intensamente che fosse ciò “Parlate!Siete giunti fino alle porte della mia città , non vi è concessa l' autorità di entrarvi ma solo quella di parlare , poi potrete tornare alla vostra terra che avete sottratto al mio popolo , ma che presto ritornerà al regno di Gondor!”.

Sentite queste ultime parole , l' ambasciatore di Morgul non trattenne il suo disappunto , il suo sguardo rivelava un estrema malizia , sembrava maledire il re di Gondor. Poi ricominciò a parlare con Earnur , cercando di mascherare ancora una volta i suoi sentimenti ”Il mio potente padrone vi porta questo” , disse alzando il mantello ed estraendo un Guanto fatto con del metallo scuro.

Lo lasciò cadere al suolo , ed esso emettè un forte suono quando cadde a terra.

“Il signore di Morgul vi sfida a duello sire Earnur”disse con un ghigno beffardo, “Sempre che voi non vi comportiate come sette anni fa , quando non trovaste il coraggio di sfidarlo!”

Earnur aveva un aria adirata , trattenne a stento la sua rabbia “La prima volta il nostro duello si interruppe a causa del mio cavallo che fuggì dalla battaglia , la seconda volta venni trattenuto dal presentarmi , non ci sarà un terzo episodio simile!”.

In quel momento giunse correndo fuori dal cancello Mardil , il sovrintendente e consigliere del re , che urlava come un pazzo “No mio signore!Non lo raccolga!Non dia ascolto a questi Traditori!”.

Il capo della delegazione di Morgul lo guardo fisso negli occhi , con rabbia e malvagità ,e poi esclamò “Di cosa ti impicci tu! Questa è una questione tra il nostro signore e il tuo re! Tornatene da dove sei venuto verme!”

Mardil si rivolse allora a Earnur , inginocchiandosi e pregandolo di non accettare” Vi prego mio signore , non dia retta a questi uomini malvagi. Non sa se il loro signore manterrà la parola data. Ricordi cosa le disse quell' elfo a nord? Rimanga nella città , il suo popolo a bisogno di lei.”

“Mardil” disse Earnur “Già una volta mi dissuasi dal adempiere alla sfida che mi era stata lanciata , ma non ho intenzione di non parteciparvi per la terza volta. Io sto invecchiando Mardil , Voglio prenderne parte finché ancora sono vigoroso. Inoltre non voglio passare alla storia con il titolo Il Pavido!”.

“Ma sire” esclamo Mardil ,” voi non....”

“Anche gli elfi possono sbagliare , non credo a ciò che disse Glorfindel!” Disse raccogliendo il guanto che gli era lanciato in gesto di sfida ,” Io . Earnur figlio di Earnil , signore del regno di gondor , accetto la sfida!”.

Earnur si mantenne eretto sulla schiena , fiero e regale, e il portavoce di Morgul gli rispose sorridendo “Bene Earnur figlio di Earnil , allora il mio signore ti aspetterà con molto piacere alle porte di Minas Morgul. Addio!” Disse , prima che lui e tutta la sua compagnia si rimettessero l' elmo e si girassero per sparire rapidamente alla vista , passando per i campi al galoppo.

L' oscurità che ammantava la luce del sole sulla città bianca e il pelennor sparì. Earnur si rivolse a Mardil “ Dite di preparare per un lungo viaggio il mio cavallo , tra tre giorni all' alba , io partiro per la valle di Morgul.”

“Ma sire”, disse Mardil “Avete realmente intenzione di partire da solo per Morgul? Io non ve lo permetterò”.

“Allora radunami un manipolo di valorosi soldati che mi seguano, alcuni dei migliori combattenti che ci sono nella città. Dopotutto una volta vinta la sfida , bisognerà dare una ripulita a Minas Ithil” sogghignò.

I tre giorni passarono veloci , ed Earnur partì per Morgul con un seguito di due dozzine di uomini a cavallo; “Occupati del mio regno fino al mio ritorno” disse a Mardil , che teneva a stento le lacrime , poi il manipolo di Earnur partì.

Tutti portavano lucenti armature in metallo , le vesti erano azzurre come una bella giornata di sole primaverile; cavalcavano cavalli bardati con stoffe bianche finemente lavorate , che recavano il simbolo dell' albero bianco e la corona dei re di Gondor.

Ovunque passasse il gruppo, gli uomini di Gondor , fossero soldati o civili , si ergevano in piedi a salutarli , ma senza aprire bocca. Alcuni dei cavalieri che seguivano il re erano inquieti , gli sembrava di partecipare a una cerimonia funebre.

Arrivarono a Minas Morgul nelle ultime ore del pomeriggio.

La fortezza era ammantata da una luce surreale , le sue antiche mura bianche parevano verdi circondati com' erano di paludi , i parapetti merlati erano coperti da rudimentali barriere in metallo arrugginito che deturpavano la facciata sporcando la pietra bianca con cui erano costruite.

Arrivarono al cancello , ed Earnur urlo “ Earnur figlio di Earnil è giunto qui dalla città bianca ,aprite il cancello!”

“Bene” disse sibilando una voce spettrale che fece gelare il sangue nelle vene ai presenti ,”Vi stavo aspettando , entrate pure”.

Una gelida risata si senti da dietro le mura , e il cancello si aprì. I soldati che seguivano Earnur vennero falciati dai dardi scagliati dagli orchetti nascosti dietro le mura , anche il cavallo del re cadde sotto le frecce, disarcionandolo facendolo cadere nella polvere.

Earnur si rialzò da terra , tutti i suoi uomini erano caduti in un imboscata all' entrata della città caduta. Gli orchetti erano spariti , egli sguainò la sua spada e iniziò a guardarsi attorno.

“Dove sei?!” urlava cercando il suo avversario , fino a quando non sentì una voce alle sue spalle”Quì Dietro..”.

Si girò e vide il suo avversario , prese posizione e urlò “Per Gondor!!!!” , e si scagliò contro il suo avversario.

Furono le sue ultime parole.
Earnur non tornò più a Minas Tirith , Seguì la fine della stirpe reale di Gondor e l' inizio della guida del paese da parte dei sovrintendenti , nell' attesa che un giorno un erede al trono si presentasse a rivendicare il trono.

 

 

Racconto Ispirato dai testi scritti nelle appendici del libro “Il signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien